Capitolo 21

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LYDIA'S POV.

Delle voci ovattate riempivano la stanza. I miei occhi erano pesanti, e non riuscivo ad aprirli. Sembrava che una qualche forza oscura mi impedisse di farlo.
Bip.
<< Cosa cazzo è successo? >>
Era la voce di Julie. Se non fosse che non riuscivo ad aprire gli occhi, probabilmente avrei esultato per come aveva pronunciato cazzo.
Bip.
<< L'ho trovata che era già così. L'ho portata nella clinica di mio padre e l'ho suturata. Dobbiamo portarla necessariamente in ospedale. >> disse Thomas con voce gracchiante.
Ma dove diamine mi trovavo ?
Cosa stava succedendo?
<< Come hai fatto a suturarla? >> domandò Julie, che non si era mossa dal mio fianco. Stringeva con forza la mia mano, che pian piano si inumidiva. Stava piangendo, ne ero certa. Mi si spezzò il cuore al pensiero che la mia piccola Julie stesse soffrendo a causa mia.
Bip.
<< Mio padre fa il medico. Ho imparato moltissime cose grazie a lui. >>
Un rumore di una porta che sbattè mi fece rinsavire dal sonno profondo in cui mi trovavo. Mi sembrava di star galleggiando sull'acqua.
Era lui, riuscivo a percepire il suo profumo.
<< Che cazzo è successo? >>
Dalla voce capii che era teso, ma non riuscii a crederci, specialmente visto come mi ha trattata.
<< L'ho trovata fuori scuola, sanguinava. Ha perso davvero molto sangue nonostante io abbia suturato la ferita in fretta. >> spiegò nuovamente Thomas. I miei occhi finalmente si aprirono, lentamente. Misi a fuoco tutto ciò che mi circondava. Ero in una stanza, che somigliava vagamente a quella ospedaliera. Julie aveva le lacrime agli occhi proprio come sospettavo, Thomas aveva gli occhi sgranati, mentre Daniel ispezionava ogni centimetro della mia pelle scoperta, assicurandosi che non avessi altre ferite.
<< Cosa ci fate tutti qui? >> la mia voce uscì in un sussurro. Ero totalmente accerchiata e iniziai a sudare freddo.
<< Non ti ricordi? Sei stata aggredita con una lama molto affilata, credo fosse un taglierino svizzero o qualcosa di simile.>> rispose Thomas. Lo guardai e mi si inumidirono gli occhi di lacrime, che però non versai. I ricordi erano vaghi e sinceramente non ricordavo molto se non che qualcuno mi aveva tagliata lungo la clavicola.
<< Che cosa? >> sibilò Daniel. La sua voce mi scosse fino al midollo e mi provocò un milione di brividi lungo tutto il corpo.
<< Come è successo? >> mi domandò Thomas evitando Daniel, che continuava imperterrito a fissarmi. Sembrava un lupo che osservava la sua preda. Era quasi maniacale.
Scrollai le spalle e dissi: << Stavo aspettando Julie, e qualcuno alle mie spalle ha tentato di prendere il mio zaino. >> mentii nel tentativo di non farli preoccupare. Già avevano fatto abbastanza.
<< Derubati? Non avevi neanche la borsa. Cosa vuoi che ci sia in uno zaino? >> domandò Julie, che continuava a tirare su con il naso.
<< Non so. >> risposi. Aricciai le labbra e dopo un po' annuì titubante.
<< Ti dobbiamo portare in ospedale. >> annunciò Thomas. Io scossi la testa e incrociai le braccia al petto, provocandomi una smorfia di dolore. Daniel, con ampie falcate mi raggiunse e appoggiò una mano sulla mia spalla. Il suo tocco era gentile e delicato, quasi come se avesse paura di rompermi. Mi fece rabbrividire il suo sguardo colmo di preoccupazione e paura.
<< Stai bene? >> pretese. La sua voce non era titubante, era sicuro di quello che chiedeva e voleva sapere davvero, quindi mi limitai a guardarlo per un secondo, e rischiai seriamente di perdermi nei suoi occhi, e poi annuii. La sua mano però, rimase lì, il che mi destabilizzò alquanto.
<< Dobbiamo andare in ospedale. Devi farti vedere. Non so se ti rendi conto di quanto sangue tu abbia perso, ti servirà una trasfusione altrimenti ti sentirai debole. >>
Thomas interruppe i miei pensieri, non proprio casti, e puntai subito dopo lo sguardo su di lui.
<< No, non voglio! >> dissi continuando a scuotere la testa. Daniel aprì bocca e gli rivolsi un'occhiataccia che lo mise a tacere una buona volta.
<< Sto benissimo. E poi se lo dovesse scoprire Mss Morrison... >> non riuscì a continuare la frase che mi raggelai, mentre un'ombra scura scese sul mio volto. Se lei l'avesse scoperto, mi avrebbe sbattuta in isolamento ed io, in quel momento, non avevo proprio voglia di stare lì, specie da sola.
Daniel mi guardò con circospezione, ma non disse una parola, per fortuna.
<< Va bene, ma dovrò medicarti la ferita, ogni giorno. >> disse Thomas.
Annuii e mi mise a sedere. Guardai ognuno di loro, tranne Julie e mi schiarii la voce.
<< Dovrei cambiarmi, potete uscire? >> chiesi cercando di mantenere un tono di voce saldo, nonostante la ferita mi stesse bruciando da morire. Dopo molto probabilmente avrei chiesto a Thomas un antidolorifico. Thomas annuì ed uscì immediatamente, ma Daniel tentennò. Dopo una mia occhiata di fuoco alzò le mani e prima di lasciare la camera mi rivolse uno sguardo carico di affetto. Non mi aveva mai guardata così, nessuno lo aveva mai fatto. Solitamente teneva per sé tutte le sue emozioni e vederlo vulnerabile mi fece male al cuore. Tolsi il camice con l'aiuto di Julie e infilai una sua felpa e un leggins della Nike. Infilai le converse, lievemente sporche di sangue e le rivolsi un'occhiata. Aveva la testa china e le spalle ricurve. Mi avvicinai e le posai una mano sulla spalla. Mi limitai a dire: << Sto bene, non devi preoccuparti per me. >> lei annuì e dopo un paio di secondi passati a fissarci, mi abbracciò. Non ero una tipa da smancerie ma non riuscii a dirle di no, cosi ricambiai immediatamente. Se non avessi avuto lei, probabilmente non sarei riuscita a farcela. Ma lei faceva sembrare tutto così semplice e ovvio, che riusciva a mandare a puttane tutto l'inverno che ormai giaceva dentro me. Sapevo di essere diversa, non ero come il resto delle ragazze della mia età. C'era qualcosa di sbagliato in me, qualcosa che oscurava il mio cuore e lei lo sapeva bene. Ci staccammo dall'abbraccio e uscimmo fuori dalla stanza. Thomas e Daniel erano seduti con la testa china e con i pugni chiusi. Mi soffermai a guardare Daniel ed uno strano calore mi avvolse il cuore, che batteva forte nel petto. Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, afferrai il braccio di Julie per reggermi in piedi. Mi girava la testa, sembrava fosse sospesa in aria tra una nube di fumo e tanta confusione. Daniel non appena mi vide, avanzò verso di me e mi prese in braccio. La mia testa senza volerlo sì appoggiò con naturalezza sulle sue spalle ed i miei occhi si chiusero per la stanchezza che montava su di me. Non opposi resistenza, non ce la facevo.
<< Ci penso io a te. >> disse Daniel, mentre le sue mani accarezzavano i miei capelli che ricadevano lungo le spalle. Uscimmo dalla clinica privata, e mi vennero in mente le parole dell'aggressione, mentre il suo respiro calmo mi cullava.
Non importa chi lui sia.
Corrugai la fonte pensierosa e Daniel si fermò vedendo il mio viso contratto in una smorfia.
<< Tutto okay? >> mi chiese. La sua voce irradiava angoscia e preoccupazione.
<< Non devi preoccuparti ogni due secondi Daniel. Sto bene, sto sempre bene. >> dissi sorridendo appena. Fu allora che capii che lui in realtà contava molto più di quanto pensassi. Mi fece un sorriso, uno di quelli veri. Raggiunse persino gli occhi ed una fossetta apparve nella sua guancia destra. Ebbi un tuffo al cuore. Non immaginavo che un sorriso mi avrebbe potuto fare quest' effetto. Soprattutto a me. Entrammo in auto e in poco tempo, arrivammo all'istituto. Julie scese per prima, ringraziando Daniel. Io tentennai, e Daniel mi afferrò la mano. Le mie dita cercavano le sue, fameliche di provare ancora quella strana sensazione al petto.
<< Stai attenta, per favore. >> disse.
Annuii e prima di uscire dall'auto, mi sporsi verso di lui e stampai un bacio sulla sua guancia. I suoi muscoli si tesero e quando pensai che avrebbe riso di me da un momento all'altro, mi stupii. Strinse più forte le mie dita fra le sue ed un sorriso dolce nacque tra le sue labbra.
<< Puoi andare ora. Sto bene, davvero. >> dissi, distolgliendo lo sguardo dal suo. Mi fissò ancora un po' e poi scosse la testa.
<< Lydia? >>
Puntai lo sguardo nel suo e alzai un sopracciglio in attesa di qualche sua parola.
<< Scordatelo. >> mormorò ad un millimetro dal mio viso. << Io non vado da nessuna parte. >>

***

Angolo autrice:

Ciao amiciih.

Spero con tutto il cuore che stiate notando qualche miglioramento riguardo la scrittura, dal primo capitolo ad ora. Cosa ne pensate dell'aggressione?

Fatemelo sapere.

love u.

__sprxuse__

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