DANIEL'S POV.
Dopo mezza bottiglia di vodka, mi sentii più rilassato. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Più cercavo di toglierla dai miei pensieri, più si faceva vivida. Cercavo di tenerla lontana da me, ma la vedevo ovunque. Buttai giù un altro sorso di quella brodaglia e mi stesi sul divano. Le sue labbra erano davvero vicinissime alle mie qualche ora fa. E mi ci era voluto tutto l'autocontrollo del mondo per non prenderla e farla mia. L'avevo trattata di merda, ma non potevo rischiare di tenerla lì. Se il boss avesse scoperto che tenevo a qualcuno, questo avrebbe tentato di farla fuori, donna, uomo o bambino che fosse. In riformatorio avevo iniziato a drogarmi, Thomas mi aveva aiutato a smettere. Per questo cercavo di non bere molto, altrimenti perdevo il controllo. Quella ragazzina insolente si stava insinuando sotto pelle. La guardavo e mi sembrava di non poter smettere. Mi mancava la terra sotto i piedi ogni volta che mi guardava con quei suoi occhioni verdi. Stavo diventando un rammollito. E mi piaceva quando mi sfidava con lo sguardo, diamine se mi piaceva.
<< Ehi, ho suonato alla porta e non hai risposto, tutto okay? >> domandò Thomas. Si sedette nel divano, appoggiò i piedi sul tavolino e sfilò una sigaretta dalla sua giacca. Qualche secondo dopo una nube di fumo mi invase.
<< Ero perso nei miei pensieri. >> risposi senza avere la decenza di guardarlo.
<< Lo sai che potevi uccidere quel ragazzo oggi? >> ed ecco che mi faceva la ramanzina.
<< So perfettamente cosa ho fatto Thomas>> sputai con ribrezzo. Il solo pensiero di quel pezzo di merda mi faceva venire il volta stomaco. E quelle mani sui suoi fianchi. Il modo in cui li stringeva, Dio, avrei potuto commettere un omicidio se non mi fossi controllato.
<< Ehi, calmati. Non credo si farà più vivo. >> rispose forzando un sorriso, che a stento riuscii a ricambiare.
<< Che vuoi che me ne importi? Lyida può fare quello che vuole, non sono nessuno per lei e lei non è niente per me. Non me ne importa niente con chi esce. >> risposo sbuffando le ultime parole. Lui alzò un sopracciglio e fece un sorriso,uno vero.
<< Ti piace! >> disse alzando ripetutamente le sopracciglia. Strabuzzai gli occhi e scossi velocemente la testa.
Mi piaceva?
Lydia?
No, era fuori discussione.
<< A me? Assolutamente no. Sei fuori come un balcone se pensi che mi possa piacere una ragazza come lei. >> affermai alzando le spalle.
<< Allora perché non hai risposto ' chi'? >> chiese con tanto di sorriso.
In che senso 'chi' ? Era fuori di testa vero?
<< Cosa vuoi dire? >> lo sollecitai. Non capivo dove volesse andare a parare.
<< In altre parole, quando ti ho detto che ti piaceva, tu hai pensato subito a Lydia, ma se ci fai caso io non ho detto il suo nome. >> contestò. Effettivamente questo ragionamento non faceva una piega.
<< Ma non vuol dire che mi piace. Cioè è una bella ragazza, intelligente, curiosa, forte e sexy... >> cercai di concludere la frase ma non me lo permise.
<< Ho afferrato il concetto. >> rispose scuotendo la testa.
<< Lei è troppo una brava ragazza, non può stare con uno come me. >> risposi afferrando la bottiglia di vodka. Thomas mi precedette e me la sfilò dalle mani.
<< Sono sicuro che lo capirete prima o poi. E poi il Boss non si è fatto più sentire, non credo che gli importi più qualcosa di noi. >> cercò di tranquillizzarmi ma non ci riuscì.
<< In ogni caso, ti ho organizzato un incontro per venerdì. La mancia è ottima, ci arrivi o devo rimandare? >> mi chiese mentre buttava il mozzicone nel posacenere.
<< Sono sempre pronto. Non rimandare niente. >> risposi buttando la testa indietro. Un sospiro rauco uscì dalle mie labbra, fin quando caddi in un sogno profondo.***
<< Dove sei, stronzetto? >> mio padre gridò per casa. Mi aveva sempre chiamato 'stronzetto', ma non per questo faceva meno male. Una volta che smetteva con mia madre, iniziava con me. Non sapevo come proteggerla. Mi infilai sotto il letto e aspettai, finché non mi trovò. Accese un sigaro e dopo aver fatto svariati tiri, lo spense sul mio petto. Urlai di dolore, ma questo sembrò piacergli.
< Basta, ti prego. >> piansi a dirotto e lo pregai di smettere.
<< Sei un rammollito. I veri uomini non pregano nessuno, stronzetto. >>
***
Mi svegliai di soprassalto. Avevo la fronte madida di sudore e il respiro corto. Era da un po' che non facevo un sogno di quelli. Più che sogni, erano per lo più ricordi. Quando ero piccolo mio padre si divertiva a torturare me e mia madre. Non sapevo come proteggerla. Poi mio padre se ne era andato di casa e mia madre si era presa cura di me, fin quando non mi avevano sbattuto in riformatorio. Si era rifatta una vita. Aveva nuovi figli, un nuovo marito. Mi alzai dal letto e mi avviai in cucina, riempii un bicchiere d'acqua e mi accomodai sulla poltroncina del salotto. Erano all'incirca le sei e mezza e mi iniziai a prepare. Ero sono consapevole che sarei dovuto andare a scuola.
Dovevo rivedere Lydia.Angolo autrice:
Ciao a tutti, eccomi tornata con un nuovo capitolo. Spero davvero con tutto il cuore che vi piaccia. Ci sono tante nuove informazioni sul nostro Daniel.
Cosa ne pensate?❤️
Fatemelo sapere.
Vi voglio bene, al prossimo. ❤️
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Chemistry
ChickLitCOMPLETA *** > > > sussurrò, intimorita. *** Lydia è una ragazza semplice, poco incline al fascino dei ragazzi, sincera, schietta e con i piedi per terra. Tutta la sua serenità viene spazzata via, quando inco...