Capitolo 12

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LYDIA'S POV.

Corsi fuori dalla biblioteca e camminai per il cortile della scuola. Lo stomaco mi si aggrovigliò quando, con la coda dell'occhio, vidi Daniel appoggiato alla sua moto con una ragazza su di lui. Si stavano praticamente mangiando la faccia a vicenda Le sue mani possedevano il sedere di quella ragazza. Non appena mi vide si staccò leggermente, portando lo sguardo lungo il mio corpo. Dopo un paio di secondi passati a fissarmi, scosse la testa e cominciò nuovamente a palpare la puttana. Un senso di nausea pervase i miei sensi, ma continuai a camminare nonostante avessi la vista appannata. Non piangevo da quando ero piccola e non avevo intenzione di farlo neppure all'ora perché uno stupido ragazzo si era preso gioco di me. Presi il primo bus che trovai, e mi sedetti su uno dei tanti sedili liberi. Infilai le cuffie nelle orecchie e mi lasciai cullare dalla melodia di Perfect, Ed Sheeran. Era una delle mie canzoni preferite. Un paio di fermate dopo scesi dal bus e mi fermai in un parchetto. Vi erano molti ragazzi seduti a terra con qualche canna in mano, ma passai dritto nonostante i loro richiami e fischi di apprezzamento, e mi sedetti in una panchina: la più isolata, con le gambe incrociate e gli occhi chiusi. Mi lasciai trasportare dalla melodia della canzone e involontariamente, senza accorgermene, una lacrima solitaria scappò dall' iride e finì nel mio viso arrossato. La tamponai con la manica della felpa e tornai a chiudere gli occhi. Il mio momento venne interrotto da una suoneria che riconobbi subito.
Julie
<< Lydia, dove sei? >> disse dalla parte opposta del telefono. Sospirai e un'altra lacrima scese.
<< Cosa sta succedendo, Lyidia? >> continuò mentre ormai il mio volto era coperto di lacrime. Da piccola giurai di non piangere mai, perché non avrebbe comunque aiutato a risolvere la questione, ed invece mi ritrovai seduta su una panchina da sola in un parco.
<< Lydia, cosa cazzo è successo? >> Julie stava perdendo la pazienza, ma io non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto. Non ne capivo nemmeno il motivo, ma ne avevo bisogno. Avevo bisogno di tirare fuori tutto ciò che mi stava mangiando l'anima.
<< Julie, sono in un parco, sto bene non preoccuparti. Tra poco torno. >> mi sforzai di dire, ma la mia voce mi tradii perché a fine frase, un singhiozzo strozzato uscì dalle mie labbra.
<< Mi stai facendo preoccupare. >> sentii la sua voce tremare leggermente ed io sopirai. Dovevo calmarmi.
Respira Lyidia.
Respira cazzo.
<< Sto tornando, prendo il bus e torno. Stai tranquilla. >> dissi cercando di tenere la voce ferma e decisa.
<< Va bene, ma se c'è qualche problema, dimmelo che corro da te. >> disse facendomi sorridere. Staccai la chiamata e alzai il viso al cielo ormai scuro ed il parco vuoto. Passarono un paio di minuti e poi decisi di tornare alla struttura. Presi nuovamente il bus e un paio di minuti dopo, mi trovai di fronte all'orfanotrofio. Puntai lo sguardo su una moto, che era ferma accanto all'entrata, con sopra un ragazzo. Decisi di ignorare quel senso di familiarità che provavo alla base del collo quando passai accanto alla figura con ancora il casco in testa, ed entrai dentro quella che potevo definire casa.
<< Dove sei stata? >> tuonò Mss. Morrison alle mie spalle. Sussultai a quella voce così gelida e mi girai leggermente.
<< Sono uscita dalla biblioteca tardi, perché faccio da assistente ad un ragazzo e poi volevo stare un po' sola. >> risposi sperando che mi credesse. Ero pessima a dire bugie.
<< Un ragazzo? >> domandò aggrottando le sopracciglia. Io annuii e le spuntò un sorriso, per poi tornare con la sua solita espressione.
<< Va bene, ma la prossima volta avvertimi, ero preoccupata. >> mi abbracciò leggermente e poi si staccò. Salii le scale ed entrai dentro la camera mia e di Julie. Lei era distesa e fissava il soffitto ma si ricompose vedendomi. Mi abbracciò e subito dopo mi diede uno schiaffetto al braccio. La guardai sconvolta e lei dopo un po' parlò.
<< Mi hai fatta preoccupare. Non farlo mai più. Mss. Morrison era preoccupata a morte.>> disse lanciandomi un'occhiata furiosa. Alzai le mani in segno di resa e mi lanciai a letto iniziando a fissare il soffitto.
Il materasso si piegò, ed io puntai immediatamente lo sguardo su Julie che era ormai distesa al mio fianco.
<< Vuoi dirmi cosa è successo? >> chiese Julie mentre iniziò a giocare con i miei capelli.
<< Ho visto Daniel, baciarsi una. >> sputai fuori velocemente. Il suo sguardo si addolcì all' istante e mi guardò sorridendo.
<< Ti piace? >> domandò. Io scossi la testa velocemente e lei scoppiò in una fragorosa risata che rilassò all'istante i miei muscoli tesi.
<< A me piace Thomas. >> confessò con una punta di imbarazzo. Io mi girai e l'abbracciao. Lei ricambiò l'abbraccio e posò un dolce bacio sulla mia fronte.
<< Lo sapevo. Anche a lui piaci e molto.>> dissi sorridendo. Il suo petto le vibrò leggermente, segno del fatto che stesse sorridendo ed io mi rilassai ancora di più.
<< Dormiamo? >> domandai sbadigliando. Lei annuì e ritornò nel suo letto.
Proprio quando i miei occhi si stavano per chiudere Julie parlò.
<< Non devi avere paura di provare quello che stai provando, fagiolina. >> sussurrò.
<< Non la avrò. >> dissi con decisione.
I miei occhi dopo un po' si chiusero e vidi nuovamente i suoi occhi, ormai impressi nella mia mente, che mi cullarono fin quando il mio corpo cedette e mi addormentai.

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Angolo autrice:

Ciao a tutti, come va?
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Baci.

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