Capitolo 27

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LYDIA'S POV.

<< Hai capito? >> chiesi per la millesima volta a Daniel. Avevo appena finito di spiegargli Shakespeare, ma non credo ci avesse capito qualcosa.

<< Scusa se la letteratura è una merda. Non mi piace, e tu lo sai. >> sbottò chiudendo il libro. Nel suo viso si dipinse un'espressione corrucciata, sembrava quasi un bambino. Mi alzai dalla sedia scricchiolante e mi sedetti sopra le sue gambe, mossa da un'audacia che non credevo di possedere. Appoggiai le mani sulle sue spalle e feci un sorrisino, quando si irrigidì sotto il mio tocco.

<< Se non ti impegni a sufficienza, dovrai studiarla per il doppio del tempo. E tu non lo vuoi, vero? >> sembrava di parlare ad un bimbo, ma quando annuì e feci per tornare al suo posto, disse: << Tu però rimani qui. >> ammiccando. Io scossi semplicemente  la testa sorridendo. Non potei fare altro che accettare. La sua mano si posizionò intorno alla mia vita ed il mio braccio intorno alle sue spalle, per reggermi meglio a lui. Continuai a spiegare sotto il suo sguardo concentrato, mentre di tanto in tanto mi incantavo a fissarlo. Non avevo ancora dimenticato la frase che mi aveva sussurrato mentre ero appisolata contro il suo torace. Mi disse mi piaci anche tu, e onestamente non potevo scappare da quello che sentivo; non era giusto farlo. Non sapevo cosa sentivo, sapevo solo che mi faceva sentire viva. Mi faceva vivere davvero, senza avere la necessità di scappare da quella che era adesso la mia vita. Non sapevo dove sarei stata tra due anni, ma sapevo che in quell'istante  volevo godermi il mio momento che alla fine, sarebbe rimasto sempre mio anche a distanza di anni. Non ero solita a sognare, ma mi auguravo di vivere una vita felice.

<< Va bene, ma devi stare attento. >> lo ammonii con lo sguardo, mentre lui continuava a scrutare il libro posizionato dinnanzi a lui. Mi schiarii la voce e appoggiai la mano proprio al centro del libro.

<< Hai capito? >> chiesi, mentre i suoi occhi si spostarono dalle pagine del libro a me e con un sorrisino tra le labbra rispose: << Se ti dicessi di no, rimarresti ancora seduta su di me? >> il suo sguardo sprizzava audacia da tutti i pori.

<<Beh, basta chiederlo. >> risposi alzando le spalle, mentre un ghigno impercettibile apparve sulle sue labbra. Si avvicinò pericolosamente alle mie labbra e ad un millimetro da esse mormorò: << Attenta a ciò che desideri.>> i suoi occhi brillavano di malizia, mentre continuava a bagnare le sue labbra con la lingua. Distolsi lo sguardo e mi concentrai sul libro, spiegandogli vari autori. Le ore passarono velocemente e mi chiesi se le sue gambe non si fossero stancate di tenermi su.

<< Se vuoi posso scendere. Non sono molto leggera. >> mormorai mordendomi il labbro. Lui aumentò la presa su di me, impedendomi di andare via da lui.

<< Non pesi niente. E poi voglio che rimani qui. >> ammise guardandomi gli occhi. Era sincero, lo percepii.

<< Ma abbiamo finito già da un po'. >> affermai guardando l'ora.

<< Non mi importa. >> appoggiò la testa sulla mia spalla mentre le sue braccia circondavano totalmente la mia vita. Presi il libro di letteratura davanti a me e iniziai a sfogliarlo. Mi immersi totalmente nella lettura, fin quando lui non interruppe il silenzio.

<< Perché non hai mai avuto paura di me? Sapevi sin dall'inizio che ero stato in carcere, ma non hai mai avuto paura di me. Perché ? >> i suoi occhi brillavano sotto la luce fioca che illuminava la biblioteca. Ed io presa dal momento, lasciai il libro sopra le mie gambe e finii a cavalcioni su di lui. Misi le mani tra i suoi capelli, e iniziai a toccarli. I suoi occhi si socchiusero, mentre le sue mani sfioravano la pelle scoperta della mia schiena.

<< Non ho mai avuto paura, semplicemente perché non mi hai mai fatto paura. Neanche quando combattevi.>> dissi abbozzando un sorriso.

<< Tutti temevano il grande Daniel Parker, solo per la tua reputazione e per la tua eccessiva rabbia contro il mondo. E non riuscivo a capire perché non odiassero anche me, dato che anch'io non riesco a tenere a bada l'aggressività. Alla fine ho capito.... >> continuai, una volta attirata la sua attenzione.

<< Le persone vedono solo ciò che voglio vedere. Io sono la ragazza orfana, tu sei il ragazzo pericoloso. Ma questi commenti non descrivono chi siamo. >> una volta aver finito il discorso le nostre fronti si unirono e rimanemmo in silenzio. Non di quei silenzi imbarazzanti, ma di quelli che facevano bene al cuore. Si schiarì la voce prima di parlare e replicare dicendo : << Tu mi sei piaciuta sin da subito. Solo che ero troppo testardo per ammetterlo. >> 

I miei occhi si spalancarono, mentre lui fissava incessantemente le mie labbra, continuando a giocherellare con i lembi della mia felpa. Presi a coppa il suo viso e sorrisi. I suoi occhi si illuminarono alla vista del mio sorriso e lo abbracciai. Un abbraccio che disse mille parole che non riuscimmo a dire. Un abbraccio che irruppe nei mille silenzi e nelle mille parole non dette. I battiti del suo cuore si confusero con i miei.

<< Lydia? >> sussurrò dolcemente allontanandosi leggermente da me. I miei occhi si incastrarono con i suoi, dopo aver sorriso ancora una volta.

<< Tu mi piaci, davvero. Ma noi non possiamo stare insieme. >> i suoi occhi ispezionavano il mio viso alla ricerca di qualche emozione, ma tutto ciò che sentivo era il vuoto, totale.

<< Perché? >> domandai distogliendo lo sguardo dal suo. Le sue mani si posarono sul mio viso, lo contornarono e le sue carezze mi fecero venire i brividi

<< Ascoltami, Lydia. Io non sono un bravo ragazzo e non voglio coinvolgerti in tutto ciò che faccio per sopravvivere. Se serve, faccio delle rapine, intimidisco la gente. Ed io non voglio farti passare questo. >> i miei occhi si appannarono ed una lacrima scese solitaria, mentre Daniel la raccolse con il pollice.

<< No. Non piangere, ti prego. >> mormorò chiudendo gli occhi e stringendo la mascella. Chiusi gli occhi per evitare di far trapelare più del dovuto le mie emozioni. Scossi la testa e passai le mani sugli occhi, trovandoli ormai bagnati.

Sorrisi, mascherando la delusione e scrollai le spalle con indifferenza.

<< Non preoccuparti. >> sussurrai alzandomi velocemente da lui. Le nostre mani si incrociarono e sottovoce disse: mi dispiace. Presi lo zaino e dopo avergli fatto un cenno e un mezzo sorriso, gli voltai le spalle e andai via, non sapendo che sarei sempre tornata da lui.

***

Angolo autrice:

Ciao a tutti.

Come va? Ammetto che è stato abbastanza difficile scrivere questo capitolo, a voi cosa ve ne pare?

Io onestamente credo sia il mio capitolo preferito. 😍❤️

Al prossimo.

love u.

queenofpikes

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