Prologo

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Prologo

La vita è proprio imprevedibile. Quando ti sei abituato a lei, ecco che cambia le carte in gioco, si modifica e scombussola tutto facendoti perdere le poche certezze che avevi accumulato nel tempo. E si sa, i cambiamenti fanno paura a tutti, perché non se ne possono prevedere le conseguenze, gli effetti. Una cosa è certa, la vita sorprende e può far scoprire il vero te con qualsiasi mezzo. E se questo mezzo fosse una persona? Un giorno qualcuno arriva e stravolge ogni cosa e tu ne sei totalmente coinvolto da non poterne più uscire, non importa quanto ci provi. Cerchi di controllarla, ma puoi davvero controllare l'amore?

Io sono Tobias Lee e questa è la mia vita.

Sin da piccolo ho sempre cercato di scoprire il mondo che mi circondava. Leggevo e mi informavo, credevo che solo così potessi controllare ogni cosa. Volevo essere capace di fare tutto, di risolvere tutto. Non volevo più lasciare che la mia vita decidesse per me, perché aveva già deciso di portarsi via la cosa a me più cara, mia madre. Io ero lì a guardare senza poter fare nulla, mentre mia madre era in una pozza di sangue, vedere i dottori non poter far nulla perché era troppo tardi, guardare lo sguardo vuoto di mio padre e io lì a sentire l'impotenza nelle mie mani. Tutto questo perché avevo lasciato che la vita mi cogliesse impreparato, ma non accadrà mai più e non le permetterò di farmi soffrire. Avevo solo 9 anni quando presi la decisione di voler diventare un medico, non uno di quelli che si arrende, ma quello capace di rendere possibile anche l'impossibile. Gli anni a seguire furono silenziosi. Si, silenziosi è la parola che meglio li descriveva. Mio padre si rinchiuse nel suo lavoro, a casa non tornava neanche a dormire, era sempre in viaggio e l'unico rapporto che aveva con me erano due chiamate al mese, una per sapere se stessi studiando, l'altra per informarmi che mi avesse depositato i soldi. Dovetti imparare a sopravvivere da solo, ma per fortuna c'erano i libri da cui potevo apprendere. La scuola mi piaceva, ero il primo in tutto, ma odiavo quando i professori cercavano di fare favoritismi nei miei confronti a causa del lavoro di mio padre. Si era una persona importante, ma io non ero lui e ho cercato di distinguermi per far capire a tutti che ero in grado di fare qualsiasi cosa solo con le mie forze. Amici? Non ne avevo bisogno, non erano necessari. Li vedevo solo come individui inutili al raggiungimento del mio obiettivo. Parenti? Non ne avevo bisogno, non erano necessari. Dopo la morte di mia madre e l'isolamento di mio padre da me, ho deciso di allontanare qualsiasi persona con cui avessi un legame, non mi serviva il loro sguardo compassionevole.

Penserete "che pena poverino, è solo". Ma io non sono triste, non soffro la solitudine. Semplicemente sto bene così. Tutto il resto è solo un contorno. Non ne ho bisogno, non è necessario.



TOBIAS LEE

TOBIAS LEE

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Salve a tutti, ho scritto questa storia d'impulso. Ero seduta e la mia mente aveva realizzato che dovevo scrivere. Aggiornerò spesso. Spero vi possa piacere e possiate condividere con me i vostri pensieri e il vostro giudizio. Detto questo vi auguro una buona lettura. Baci.

*Ho aggiornato il trailer, spero vi piaccia.

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