21.

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La situazione:

Filippo è qui. Non so perché, non era previsto che arrivasse in Italia prima di una settimana, ma sta per salire in ascensore e tra poco entrerà dalla porta di casa. Il problema è che anche Mattia è qui. A Filippo basta fare un sogno nel quale gli sembra che io mi volti a guardare un altro uomo per impazzire di gelosia. Figuriamoci cosa cazzo può succedere se scopre che tutte le notti dormo a un corridoio e mezzo di distanza da una specie di incrocio tra un modello di costumi da bagno e un pornodivo, e non gliel'ho detto. Non si fiderà mai più di me. Neanche tra un milione di anni.

Merda. Sono nel panico, i secondi passano, sento l'ascensore che sale. Riesco a vedere una sola via d'uscita.

Chiamo Eva. Non risponde. Urlo il suo nome, arriva di corsa accompagnata dal rumor di nacchere dei tacchi larghi contro il pavimento. Si è tolta lo spolverino ma ha ancora addosso i jeans e la T-shirt dell'Hard Rock Cafè slovacco. Si ferma a qualche passo da noi, si abbassa gli occhiali sul naso e ci guarda da sopra le lenti specchiate. Al momento ho altro a cui pensare, ma la mia coscienza registra di sfuggita il fatto che c'è una frazione di secondo nella quale, forse per uno scherzo della luce, si crea l'illusione che lo strabismo di Eva sia guarito e che per la prima volta da quando la conosco entrambi i suoi occhi siano puntati sullo stesso oggetto, cioè Mattia.

Eva chiede chi è. Lui fa per rispondere, ma lo precedo.

Le dico che è il suo nuovo ragazzo.

L'amica genitaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora