32.

851 20 3
                                    


Bazaruto, al largo del Mozambico. Mare, sabbia, vento, palme eccetera. Mattia è steso al sole in slip da bagno, la versione brunita e extralarge di una statuetta degli Oscar. Alla sua destra ci sono i pensionati tedeschi, a sinistra la coppia di inglesi. Mattia solleva il torso puntellandosi sui gomiti quando Eva emerge in topless dalle acque. Inglesi e tedeschi si trasfigurano in viso, gli uomini perdono il controllo delle mandibole, le donne assumono una sfumatura violacea davanti a quella Venere di Botticelli strabica e gonfiata a sei atmosfere che scuote i capelli bagnati provocando un'oscillazione uguale e contraria dei seni. Il tizio inglese inizia materialmente a sbavare, il tedesco manifesta quelli che forse sono i sintomi di un infarto, le mogli li prendono a cazzotti sul cranio mentre Eva si dirige verso Mattia per prendersi il suo Oscar alla carriera da puttana. Più tardi, in un bungalow, quegli schifosi palloni aerostatici di carne rimbalzano ritmicamente in verticale mentre Eva, scintillante di sudore, cavalca il pene eretto di Mattia in un crescendo di vocalizzi tra il soprano e la scrofa.

Questo è quanto ho visto stanotte dopo le cinque ogni volta che ho provato a chiudere le palpebre. Fino a quell'ora ero rimasta sveglia, di guardia, l'orecchio teso in cerca di segni d'attività nel resto dell'appartamento; ho anche fatto un paio di giri di ricognizione in corridoio. A parte me nessuno si è mosso dalla sua stanza, per fortuna.

È mattino. Escludendo Filippo, che dev'essere da qualche parte qui intorno, sono sola in casa. Eva e Mattia sono al lavoro, a diversi chilometri di distanza l'una dall'altro. Mi torna in mente che un lavoro ce l'ho anch'io. Apro la casella di posta: c'è una lunghissima fila di mail non lette da parte di Pagopoco.it, alcune risalgono a due giorni fa.

Mi guardo allo specchio. Si vede che ho passato la notte in bianco: ho gli occhi rossi, un'ombra di occhiaie e un brufolo da Guinness dei primati al centro esatto della fronte, si sa che lo stress è tra le cause principali dell'acne. Mi sollevo la frangia, blocco il brufolo tra le punte degli indici e premo. Intanto, dentro la mia testa, una mano di Mattia si allunga verso un seno di Eva e prende tra due dita uno di quei disgustosi capezzoloni da mucca. Premo sul brufolo ancora più forte, fa male, il bastardello è duro come un'oliva. Nella mia testa Mattia succhia con trasporto il capezzolo di Eva e lei ha la bocca spalancata in un sorriso preorgasmico che è anche un'espressione trionfante e un ghigno beffardo e una presa per il culo rivolta a me. Digrigno i denti, premo con tutte le mie forze e in un flash di dolore il brufolo esplode, schizzando pus biancastro sulla mia immagine riflessa. So cosa voglio e nessuna fetida culona slovacca mi impedirà di ottenerlo. Ho più classe, più cultura e più cervello di lei.

Esamino quel che resta del brufolo: sembra che mi sia eruttato un vulcano sulla fronte. Stasera, quando tornerà Mattia, non posso presentarmi così. Eva ha di sicuro del fondotinta. Frugare tra le sue cose mentre lei non c'è non è molto corretto, ma in guerra e in amore tutto è lecito. E questa è decisamente una guerra.

L'amica genitaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora