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Eva entra in cucina. Considerando che sono le nove passate e lei è ancora struccata e ha dei vestiti addosso, per l'esattezza una maglia stinta della Nazionale italiana di calcio e un paio di pantaloni di tela con l'orlo che spazza il pavimento, ne deduco che stasera non è di turno su Marrapo.com.

Appena entrata, Eva si blocca e aggrotta la fronte. Sul tavolo della cucina è sparsa una quantità di oggetti che include, ma non si limita a, una bottiglia d'olio d'oliva, una confezione squarciata di yogurt greco, un limone spremuto, un barattolo di vetro quasi del tutto pieno di polvere rossa, un tagliere coperto di trucioli di buccia verde, una piccola bilancia elettronica e un coltello. Sul mobile del lavandino invece ci sono il mio portatile, col browser aperto su un sito di ricette, e un frullatore a bicchiere tappato e riempito di reperti organici, eterogenei per colore e consistenza.

È comprensibile che Eva sia spiazzata. Probabilmente non sapeva nemmeno che in questa casa ci fosse un frullatore. Fino ad oggi non lo sapevo neanch'io. Qui nessuno ha mai cucinato, campiamo da sempre di cibi pronti e roba da asporto. Ma, come si dice, la fame aguzza l'ingegno. E io ho una fame da lupi.

Eva apre bocca. Prima che possa proferire verbo premo un tasto e faccio partire il frullatore: un ronzio da tagliaerbe sovrasta qualunque possibilità di comunicazione orale. Eva deve aver capito che domande e commenti non sono graditi perché richiude la bocca, alza le spalle e raggiunge uno degli armadietti. Tira fuori due fette di pane in cassetta, si avvicina al frigo e spalanca lo sportello. Quando vede cosa c'è dentro riaggrotta la fronte, mi guarda e riapre la bocca. Io sposto una leva sul frullatore, innalzando il ronzio da tagliaerbe a motosega; dopodiché, per rafforzare il concetto, prendo il coltello e lo pianto in verticale sul tagliere. Eva rinuncia in via definitiva ai chiarimenti: pesca dal frigo qualche fetta di prosciutto, le inserisce tra le fette di pane e chiude lo sportello. Esce dal mio territorio addentando il suo sandwich.

L'orologio della cucina dice che sono le nove e un quarto. Sono appena in tempo: questa è una di quelle sere in cui Mattia va in palestra, e quando va in palestra torna verso le dieci. La bistecca lasciata a scongelare indica che aveva in programma di cenare al rientro. Gli farò trovare qualcosa di meglio di una bistecca. Per la cena e per il dopo.


L'amica genitaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora