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Il tizio nuovo non è poi così male.

È arrivato qui tre giorni fa con un trolley, un borsone a tracolla con il logo di una palestra, un basso elettrico in una custodia rigida e un casco da moto, come una specie di riassunto vivente dei luoghi comuni sulla mascolinità. Gli ho elencato le regole di convivenza della casa e lui si è limitato ad annuire ad ogni punto. Da allora non l'ho quasi più rivisto. Esce alle otto di mattina, torna alle otto di sera, mangia e si chiude in camera sua. Una volta l'ho incrociato in salotto, era in poltrona, con un portatile acceso sulle ginocchia. Ha borbottato un saluto ed è tornato a fissare lo schermo. Almeno è uno che non disturba.

Per sicurezza ho cominciato a dormire con un flacone di insetticida spray sul comodino, ottimo da spruzzare ad altezza occhi in caso di aggressione, ma non credo che mi servirà. Il tizio nuovo ha tutta l'aria di essere tonto, ma non pericoloso. Sembra uno di quei cretini narcisisti che sono troppo presi dalla loro immagine allo specchio per rendersi conto dell'esistenza di qualcun altro.

Ci sono solo due problemi. Il primo è che il tizio ha riempito un intero cassetto del congelatore di carne, perlopiù hamburger e salsicce. Ieri è uscito di casa lasciando una bistecca di manzo alta tre dita a scongelare nel lavandino della cucina. Per il mio percorso di avvicinamento alla filosofia vegana, vivere circondata da animali morti non è il massimo. Tuttavia, il tizio ha versato la sua quota come pattuito e di conseguenza riconosco a malincuore che ha diritto a occupare la sua parte di frigo. Magari più avanti proverò a convincerlo a cambiare regime alimentare. Per ora chiudo un occhio e mi tappo il naso.

L'altro problema è Filippo. Non gli ho ancora detto del nuovo coinquilino. L'omissione è una tacca sotto la menzogna e mi fa sentire tremendamente in colpa, ma se raccontassi tutto al mio ragazzo otterrei solo di mandarlo in paranoia senza motivo. Tra una decina di giorni arriverà in Italia: durante la sua permanenza dovrò accordarmi col tizio nuovo perché non si faccia vedere. Spero abbia la sensibilità necessaria a comprendere la situazione.

Però è strano. Il tizio ha almeno sette o otto anni più di me e un lavoro fisso, pare ben pagato. Chissà perché ha scelto un appartamento in condivisione come uno studente universitario, invece di prendersi un posto tutto suo. Non che per me faccia qualche differenza.

A proposito, si chiama Matteo. O Mattia, una cosa così.

L'amica genitaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora