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Eva, occhiali da vista sul naso e capelli trattenuti sulla nuca con una matita, indossa una cravatta nera, una camicetta bianca a maniche lunghe e una minigonna di pelle con uno spacco fino a metà coscia, a incarnare la fantasia maschile ricorrente della segretaria devota al principale al di là delle mansioni previste. In sottofondo c'è un pezzo dalle sonorità synth pop che non credo di conoscere e che comunque non riuscirei a identificare a causa della pessima acustica. Eva sfila la matita, la stringe tra i denti e scuote la testa lasciando serpeggiare i capelli; poi inizia a sbottonarsi la camicia partendo dai polsini, con la lentezza calcolata di chi sa di essere pagato al minuto. Siccome la cosa va per le lunghe mando avanti veloce, fino al momento in cui si scopre che sotto i vestiti Eva ha solo dei Post–it gialli da sette per sette centimetri attaccati su tutto il corpo in posizioni random, più due sui capezzoli, più uno da sette per dodici applicato sul basso ventre a nascondere il pube. Dopo che il primo Post–it è stato rimosso e lasciato cadere come una foglia secca decido che è sufficiente e fermo il video.

L'altra Eva, mutandine, canotta dei Chicago Bulls e una lattina di energy drink in mano, è davanti a me qui e ora, seduta al tavolo della cucina di casa nostra. Con l'occhio storto fissa la mia faccia; con quello dritto, il fermo immagine di se stessa coperta solo di foglietti gialli sul display del mio smartphone. È impassibile, ma scommetto che ha già cominciato a capire a che pro sono entrata in questa stanza e le ho mostrato questo video. L'ho detto che è una troia, ma non è una stupida.

Mattia è partito l'altroieri, di prima mattina, senza salutare nessuno. In questi ultimi due giorni io e Eva non ci siamo incrociate nemmeno una volta, né in cucina né in salotto né in corridoio, anche perché io mi sono premurata di chiudermi nella mia camera negli orari in cui lei di solito è in giro per l'appartamento. Non ci siamo incrociate, però io l'ho vista. L'ho vista su Marrapo.com.

Non può dire che non ho provato ad avvertirla: uno dei problemi di Marrapo.com è che non sai mai chi c'è dall'altra parte. Le ragazze mostrano tutto, ma gli utenti non mostrano nulla, né nome né faccia, solo un codice di registrazione e un nickname. La persona per la quale ti stai spogliando potrebbe essere chiunque, un pervertito, un maniaco, un pazzo. Oppure potrebbe essere la tua coinquilina che si finge Joe Voyeur Zero Sei Nove Uno e intanto, grazie a un apposito programma scaricato gratis da BitTorrent, registra ciò che succede sullo schermo del suo portatile.

Ma questa, ovviamente, è stata solo la prima mossa.

Da qualche parte, forse in un film, ho sentito dire che un numero di magia si compone di tre atti: la promessa, quando presenti al pubblico un oggetto comune; la svolta, quando prendi quell'oggetto e, puff, lo fai sparire; e il prestigio, quando lo fai ricomparire. Qui la promessa sono io che faccio vedere a Eva questo video, niente di speciale, una semplice testimonianza del servizio che lei offre tre sere a settimana per integrare il suo stipendio da commessa.

La svolta sono io che dico a Eva che se non scompare dalla mia vita spedisco il video alla sua famiglia.

L'altro giorno, quando sono entrata in camera di Eva e ho frugato tra la sua roba, il mio istinto ha rilevato un dettaglio fuori posto, ma all'inizio non sono riuscita a focalizzare cosa fosse di preciso. Poi ho realizzato: le foto di fratelli e genitori fissate dentro l'armadio. Perché dentro? Perché non all'esterno? Per quale motivo appendere le immagini delle persone che ami, nei limiti in cui una personalità elementare come quella di Eva è in grado di esperire il sentimento dell'amore, in un punto dove non puoi vederle? Risposta: perché hai qualcosa da nascondere. Perché la mente è un iceberg del quale l'Io rappresenta solo la punta, e ogni volta che ti trovi davanti a quelle foto il tuo Es sommerso ti punzecchia con la sensazione irrazionale che mamma e papà ti stiano osservando. Tutti, perfino Eva, abbiamo un Super–Io, un censore interno che stabilisce un limite oltre il quale non possiamo andare. Il limite di Eva è questo: quando si esibisce per gli utenti di Marrapo.com chiude l'anta dell'armadio. Perché la sua famiglia non lo sa della storia della webcam girl. E lei non vuole che lo sappia.

Sono molto determinata, ma non sono crudele. Sono capace di magnanimità nei confronti degli sconfitti. Dico a Eva che le concedo due settimane, un tempo più che ragionevole per radunare le sue cose e trovarsi una nuova sistemazione. Se tra quattordici giorni a partire da oggi non sarà svanita senza lasciare traccia da questo appartamento, dalla mia esistenza e da quella di Mattia, allora sgancerò la bomba. Ho spulciato i contatti Facebook di Eva, ricavandone l'indirizzo di posta elettronica di suo padre e di due dei suoi fratelli. Posso inviare una bella mail a più destinatari con un link a Marrapo.com e il video dei Post–it in allegato, cosicché da quel momento Eva debba vergognarsi di guardare in faccia tutti i membri della sua cerchia familiare per il resto della sua vita. Oppure posso non farlo. Dipende da lei.

Eva, sempre impassibile, fissa la mia faccia con l'occhio dritto e una delle mie orecchie con quello storto. Poi, con un unico gesto secco impressionante per forza e fulmineità, schiaccia sotto la mano aperta la lattina di Red Bull riducendola da tre dimensioni a due. Dopodiché si alza e si dirige verso la porta; mi passa a fianco urtando la mia spalla con la sua in modo chiaramente deliberato e dolorosamente brusco. Se è una puttana sveglia, e lo è, sta andando a fare le valigie.

Mentre si allontana Eva si volta e, nell'italiano più puro e scevro da inflessioni slave che abbia mai sentito uscire dalla sua bocca, dice che questo è sleale.

Ho vinto. Ho messo in scena il mio numero di magia, un gioco di prestigio senza il prestigio: Eva è scomparsa e non ricomparirà più. Quando una donna con due grosse tette incontra una donna con un grosso cervello, la donna con le grosse tette è una donna morta.

Il finale perfetto per questa storia.

L'amica genitaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora