26.

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Verso le dieci di sera inizio ad avvertire la fame ed esco dalla mia stanza per andare a mangiare qualcosa. Passo di fianco al salotto, dove Filippo è in posizione fetale su una poltrona, al buio, e continua a parlare da solo a mezza voce. Cristo santo, sta diventando inquietante, perché non se ne va da qualche altra parte?

Vado in cucina e c'è Eva. È seduta al tavolo. Stando al make up aggressivo dev'essere in pausa da Marrapo.com, ma stavolta il contorno occhi le è riuscito particolarmente male, sembra un pugile picchiato. La presenza di un uomo in casa ha spinto perfino lei a sviluppare un minimo di pudore, perché è avvolta in un accappatoio di spugna. Sul tavolo c'è una ciotola di popcorn ancora caldi di microonde. Quando entro Eva mi lancia un'occhiata con l'occhio dritto e, idealmente, anche con quello storto, poi mi rivolge un saluto che è più un grugnito che una parola. Prende una manciata di popcorn, se li infila in bocca e inizia a farli a pezzi coi denti come se li odiasse.

Devo dire che se mi metto nei suoi panni, in quell'accappatoio color crema col logo di una nota catena di alberghi, per una volta la capisco. È abituata a uomini che pagano solo per sbavare sulla sua immagine in movimento su uno schermo, e quando arriva a un millimetro dal farsene uno che le piace davvero nella vita reale, lui la respinge; ci sta che Eva sia incazzata. Non ha sufficiente capacità di autoanalisi per rendersi conto che è meglio così. Questa storia aveva fatto emergere i suoi istinti più bestiali, stava tirando fuori il peggio di lei. E anche di me, ma di lei di più.

Eva mi avvicina la ciotola in una silenziosa proposta di condivisione. Sono contenta che la partita delle ultime ore si sia chiusa sullo zero a zero. Per quanto io e la mia coinquilina siamo diverse e con ogni probabilità inconciliabili, è giusto che la solidarietà femminile venga prima di tutto. Mi fa piacere che Eva ci consideri ancora sulla stessa barca. O, come direbbe lei, nave.

D'un tratto si verifica di nuovo quel misterioso fenomeno ottico per cui lo strabismo di Eva sembra temporaneamente guarito ed entrambe le sue pupille, sprofondate nella nuvola nero fumo della bistratura, paiono riallinearsi e focalizzarsi sullo stesso punto, un punto situato fuori dalla stanza, oltre la porta della cucina, in corridoio.

Guardo anch'io, ma non vedo niente di speciale. Il corridoio fuori dalla cucina è vuoto. Vuoto, a meno di non voler considerare Mattia. Mattia che esce dal bagno con addosso un asciugamano avvolto intorno alla vita e nient'altro.

Sento Eva che mastica più forte. Mentre entrambe guardiamo Mattia che si allontana seminudo verso la sua stanza, prendo anch'io una manciata di popcorn.

L'amica genitaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora