Dopo cena io e Filippo andiamo nella mia stanza.
Filippo mi racconta che l'esperimento è fallito. Non solo i topi Beta non hanno manifestato alcuna superiorità intellettiva, ma con ogni evidenza hanno perso qualunque volontà di vivere. Da una certa fase della sperimentazione hanno smesso di reagire agli stimoli, di accettare il cibo e perfino di muoversi. Si sono accasciati sul fondo della gabbia e sono rimasti lì, ad aspettare la morte. In un estremo tentativo di rivitalizzarli, Filippo ha provato a farli competere con gli Alfa all'interno di uno spazio comune. Si trattava di raggiungere un pezzo di formaggio in fondo a un labirinto, ma il tentativo non ha dato i risultati sperati: i Beta sono rimasti immobili a inizio percorso, mentre gli Alfa hanno risolto il labirinto a tempo di record e hanno divorato il formaggio. Poi hanno divorato anche i Beta.
L'ha baciato. L'ha baciato così, come niente fosse, sotto i nostri occhi. Lo conosceva da meno di un'ora. Che spudorata. Che cazzo di spudorata.
Che puttana.
Filippo dice che il direttore del Dipartimento di Psicologia Comportamentale lo ha convocato, lo ha accusato di sprecare soldi risorse e personale appartenenti all'università per rincorrere teorie di plateale infondatezza e l'ha minacciato di non rinnovargli il contratto da ricercatore se non otterrà risultati concreti. Hanno discusso, sono volati insulti bilingue. Filippo è uscito sbattendo la porta e forse pregiudicando la sua carriera accademica in modo irreparabile; ne ha parlato al telefono coi suoi genitori che gli hanno ordinato di non farsi più rivedere finché non avrà risolto questo casino, perciò al momento non ha un posto dove stare né in Inghilterra né in Italia e mi chiede se per ora può rimanere da me.
E lui è rimasto lì a farsi baciare. Si è lasciato schiaffare la lingua in gola da una sconosciuta. E l'ha fatto solo per reggere il gioco a me.
O forse no.
Filippo dice che tutte le certezze che componevano la sua esistenza sono andate a gambe all'aria, ma un lato positivo c'è: per la prima volta sa davvero cosa vuole. Si avvicina. Ha un odore acidulo, il respiro leggermente affannoso, la sua voce mi arriva come un rantolo. Dice che non ce la fa più a far finta che il suo corpo non esista. Che ha quasi trent'anni ed è stufo di essere vergine. Mi afferra per le braccia con tanta forza che mi fa male. Dice che vuole scopare e vuole farlo stasera.
Mi libero dalla sua presa e gli chiedo di darmi un secondo.
Esco dalla stanza. Procedo lungo il muro del corridoio quasi di corsa, sorpasso il bagno piccolo, freno di fronte alla camera di Mattia. Stasera la porta è chiusa. Attraverso il vetro smerigliato vedo che l'interno è rischiarato da una luce soffusa, credo la vecchia abat-jour. Avvicino l'orecchio. Due voci. Parlano a voce troppo bassa per capire cosa stanno dicendo, ma sono Eva e Mattia. Ansimi, sospiri, risatine complici, fruscii di stoffa che scivola sulla pelle, baci. Non lo sentivo da tanto, ma riconosco ancora il rumore che fanno i preliminari.
Quindi è così. Per me va bene, sono solo stupita perché per qualche motivo mi ero fatta l'idea che Mattia avesse dei gusti un po' meno grezzi in fatto di donne, ma va bene. Sono entrambi single e maggiorenni e di conseguenza liberi di fare quello che vogliono. Sembrano proprio fatti l'uno per l'altra, la tettona e il superdotato, come nel più squallido dei luoghi comuni da film porno. Fanculo alla regola dei dieci appuntamenti, adesso vado dal mio ragazzo e faccio sesso anch'io, dell'ottimo sesso tra adulti sani e consenzienti. Non voglio che quei due lì dentro pensino di essere gli unici al mondo ad avere una cazzo di vita sessuale.
Sto per staccare l'orecchio dalla porta quando sento la voce di Mattia che pronuncia una parola. È una parola semplice, una sillaba, due lettere.
No.
La sequela di sospiri e di slinguate si interrompe. Mattia dice che non può farlo. Che non se la sente. Che Eva è una bellissima ragazza,
bellissima, le ha detto che è bellissima, a me ha detto che sono solo bella, perché? È perché lei ha davanti quelle due specie di palle da bowling, sicuro che è per quello, gli uomini sono tutti luridi schifosi porci,
ma in questo periodo c'è una persona nella sua vita. Una persona che in realtà al momento non sta con lui, è una storia complicata, c'è di mezzo un rapporto in crisi, ma lui è convinto che le cose possano cambiare. Dice che si tratta di una persona molto speciale, che vale la pena aspettare per lei e che per ora non gli interessa nessun altro. Si scusa con Eva e le chiede per favore di andarsene.
Vale la pena aspettare. Le stesse parole che usa Filippo quando parla di me. Che coincidenza. Proprio una bella coincidenza.
C'è un attimo di silenzio. La luce soffice dell'abat-jour proietta sul vetro smerigliato l'ombra di qualcuno che fa per uscire.
Mi allontano. Mi infilo nel bagno piccolo, accosto la porta, lascio uno spiraglio che mi permetta di guardare fuori senza essere vista. Vedo Eva che esce dalla stanza di Mattia. Ha le scarpe in mano, una spallina ammainata e la delusione in faccia. Rivolge da questa parte il culone fasciato di nero e se ne va a piedi nudi verso la sua camera.
Una persona speciale. Che ha una relazione in crisi. E che non sta con lui, anche se a lui piacerebbe.
Ripenso a me che gli racconto dei miei problemi con Filippo. A noi che ridiamo insieme come se ci conoscessimo da sempre. A lui che dice che con me sta bene come non è mai stato con nessuno. E che deve dirmi qualcosa, qualcosa che sembra importante.
Oh, cazzo. Quella persona sono io.
Quando Eva sparisce dietro l'angolo esco dal bagno. Faccio appena in tempo a vedere la luce dell'abat-jour che si spegne. Buonanotte Mattia, a domani. Intanto io devo fare una cosa.
Torno da Filippo e lo lascio.
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L'amica genitale
General FictionDue giovani donne completamente diverse tra loro competono per conquistare lo stesso uomo. Fino a che punto sei disposta a spingerti pur di ottenere quello che vuoi? Una storia sexy, ironica e cattiva, rigorosamente solo per adulti. Attenzione: ling...