Sogni appesi, Ultimo
▶PlayUna delle cose peggiori per un senzatetto è senza dubbio l'inverno, non solo per il freddo pungente che è in grado di congelarti seduta stante e neanche per l'improvvisa nostalgia che provoca l'arrivo del Natale, ma per il semplice fatto che in questo periodo i dolci newyokesi sperperano i loro soldi per regali, vestiti e cibo per cenoni e ciò comporta meno guadagno per noi barboni.
Sbuffo non appena vedo Oliver tornare con il cappello in mano e un'espressione scocciata in volto, segno che ha guadagnato meno di niente. Gli faccio un sorriso incoraggiante mentre lui si siede pesantemente affianco a me e getta il contenuto di ciò che c'era nel cappello per poi infilarselo sulla testa.
"Odio questo periodo." borbotta Evie dando voce al pensiero di tutti noi nel vedere per terra tre monete da un quarto di dollaro e una caramella alla menta.
"Ehi guardate, qualcuno ci ha lasciato un buono pasto di un ristorante italiano." dice Daniel porgendomi un foglietto che indica la possibilità di ottenere un pasto gratis da 'Il mondo del cibo'. Prendo il biglietto sotto lo sguardo contento di tutti ma il sorriso mi muore sulle labbra non appena guardo la data di scadenza.
"Dan, questo buono sconto è scaduto da un anno." dico buttandolo a terra e Daniel sbuffa seguito da tutti gli altri.
"Dai, non abbattiamoci. Da oggi in poi suonerò ogni giorno a Times Square per i prossimi mesi quindi un pasto al giorno d'ora in poi è assicurato." dico mostrandomi ottimista ma gli altri si limitano a fare un sorriso incerto perché anche se suonerò ogni sera, non è sicuro che guadagni abbastanza da permetterci un pasto al giorno, soprattutto in questo periodo.
"Evie, Catherine venite con me. Vediamo se riusciamo a racimolare qualcosa sulla trentaduesima." dice Oliver alzandosi e le due annuiscono per poi alzarsi e seguire l'uomo che intanto si è già incamminato verso l'uscita del vicolo in cui 'abitiamo'.
"Non ne faccio mai una giusta." dice Daniel non appena le sue sorelle si sono allontanate abbastanza.
"Piantala, sarebbe potuto capitare anche a me." dico andandomi a sedere vicino a lui.
"Oh, non credo proprio." dice con un sorriso ed io roteo gli occhi. Appoggio la testa sulla sua spalla e lui sulla mia testa facendomi sorridere.
"Mi si sta congelando il culo a forza di stare qui." dice dopo un po' rompendo il silenzio che si era appena creato ed io scoppio a ridere. Gli tiro uno schiaffetto giocoso sul volto e lui fa il broncio, facendo finta di essere offeso.
Alzo di poco lo sguardo e gli osservo il profilo e per quella che penso sia la centesima volta non riesco a fare a meno di pensare che a fare il barbone lui è proprio sprecato, come d'altronde le sue sorelle. I fratelli Davis, con stessa madre e padre differenti sono tra le persone più belle che io abbia visto e penso che si meriterebbero anche il primo posto dato che non ho mai visto quelle persone denutrite e trascurate come loro. Il più diverso tra i tre è Daniel che ha i capelli e la pelle più scura rispetto alle sorelle ma per il resto tutti e tre hanno un naso piccolo, della labbra carnose e un bel viso levigato e ogni volta che mi soffermo a guardarli vorrei davvero fare i complimenti alla madre.
"Mi fisserai ancora per molto?" chiede Daniel facendomi distogliere dai miei pensieri e poi arrossire nel realizzare che sono rimasta imbambolata a guardarlo per non so quanto.
"No, ho finito di pensare a quanto facciano schifo i tuoi capelli." dico con un sorriso tirato e lui mi tira un pizzico al fianco facendomi sbuffare infastidita.
"Che ne dici se vengo con te stasera? Magari potrei cantare anch'io." dice iniziando dopo poco a cantare una canzone che non conosco.
"Penso che faresti scappare quei pochi clienti che ho." dico spiaccicandoli la mano sulla bocca per impedirli di continuare. Daniel mi lecca il palmo della mano ed io l'allontano schifata per poi trattenere un sorriso divertito.
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Drunk
RomanceNon tutte le storie vengono raccontate. Il motivo può essere vario: non lanciano un messaggio profondo, non danno un buon insegnamento, non sono raccontate bene, non hanno un lietofine o, molto semplicemente, non sono all'altezza di essere conosciut...