Waves, Dean Lewis
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Quando incontrai per la prima volta Oliver, il giorno in cui Evie mi presento a tutto il gruppo, lo giudicai male.
Sia perché ero uscita da poco da una relazione parecchio disastrosa che mi aveva fatto odiare e temere il genere maschile sia perché era estremamente dolce e comprensivo nei miei confronti cosa per me parecchio strana dato che mi ero abituata a stare sempre all'erta, inoltre era l'unico adulto in quel gruppo e mi chiedevo come mai non stesse con i barboni della sua età che erano molto di più rispetto a noi giovani.
Poi lo conobbi veramente. Accadde una sera, circa due settimane dopo il mio arrivo, in cui mi sveglia di soprassalto da un incubo che aveva come protagonista il mio ex fidanzato mentre lui era di guardia. Quando mi chiese il perché non risposi eppure lui sembro leggermi nel pensiero e iniziò a raccontarmi di come si è trovato in strada, di come aveva perso sua moglie, morta per una malattia, e di come si fosse lasciato andare perdendo pian piano tutto: la famiglia, gli amici, il lavoro e infine la casa. Mi raccontò di un uomo distrutto dalla perdita di una persona cara che pian piano perse la voglia di vivere. "Ho pensato di farla finita, sai? Ma poi lei mi è apparsa in sogno e ho capito che dovevo renderla orgogliosa di me, così mi sono prestabilito un obiettivo." gli chiesi quale fosse e dopo parecchie suppliche da parte mia finalmente parlò, con un sorriso sulle labbra "Mia moglie era sterile, così non potevamo avere figli che era il sogno della mia vita. Abbiamo provato di tutto, siamo andati in migliaia di ospedali e abbiamo tentato la fecondazione artificiale, ma niente. Quando decidemmo di provare ad adottare le venne diagnosticata la malattia e nessun voleva affidare un bambino a una malata terminale e un uomo con un lavoro non molto stabile. Quando mi apparse in sogno mi disse 'costruisci una famiglia' e quello è stato il mio obbiettivo. Sono un senzatetto da dieci anni ma adesso sono felice e so di aver messo le fondamenta per realizzare il mio obbiettivo." e indico i fratelli Davis che dormivano abbracciati "Fai così anche tu, trova un obbiettivo che superi il dolore, il rimpianto e tutto il resto, trova qualcosa che ti aiuti a resistere e andare avanti." pensai alle sue parole per tutta la notte e cercai qualcosa per cui sarebbe valsa la pena aspettare e vivere da barbona, il giorno dopo glielo dissi: avrei voluto finire la scuola e andare alla Julliard, la scuola dei miei sogni, si complimentò con me e disse che sperava che il mio sogno si realizzasse, poi mi disse che sarebbe stato felice se mi unissi alle fondamenta della famiglia che stava costruendo.
Quella sera non ebbi incubi.
"Kaylee sbrigati." mi richiama Dan scuotendomi il braccio nel vedere che ho rallentato in preda ai ricordi, annuisco e riprendo il passo con la coperta di lana che mi appesantisce la corsa.
Io e Evie abbiamo preso le coperte e i pochi averi che avevamo in fretta e furia nascondendo po il bustone con le cose estive vicino ai cassonetti dove può essere scambiato per spazzatura, nella speranza che nessuno ci rubi niente.
Raggiungo Dan, davanti a noi che ci fa spazio tra i passanti e cerco di restare al suo passo per aiutarlo a sgomberare il passaggio per Evie, che ha la coperta pi grande in mano, e Cat, che ha la vista annebbiata dalle lacrime.
Il marciapiede è scivoloso per via della neve e sembra che la temperatura sia calata di dieci gradi da quando siamo partiti, circa mezz'ora fa. Camminare a piedi per Manhattan è già un impresa ardua che richiede tempo solo per spostarsi da un quartiere all'altro, attraversarla correndo con la neve è impossibile eppure nessuno di noi ha accennato a fermarsi nemmeno per un secondo, troppo preoccupati per Oliver per badare alla stanchezza.
Dan si volta per guardarmi e dopo avermi dato una leggera occhiata mi fa cenno di passargli la coperta, senza fare storie gliela passo rivolgendogli un sorriso riconoscente.
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Drunk
RomanceNon tutte le storie vengono raccontate. Il motivo può essere vario: non lanciano un messaggio profondo, non danno un buon insegnamento, non sono raccontate bene, non hanno un lietofine o, molto semplicemente, non sono all'altezza di essere conosciut...