Walk me home, P!nk
▶PlayUna settimana dopo è arrivato il giorno più inutile dell'anno: la vigilia di Natale. Probabilmente avrò rotto con il mio spirito anti-natalizio, ma se io devo sopportare la fastidiosa voglia di cantare di Evie a prima mattina, qualcuno deve sopportare i miei lamenti. Ad ognuno la sua croce.
La neve scende copiosa sulle strade di Manhattan e cade sui passanti che ridono e scherzano tra di loro non dando importanza ai fiocchi che si posano sulle loro giacche o al vento gelido. Nell'aria si respira quella solita aria di felicità mista a euforia che solo il Natale sa dare e ora che manca poco al grande giorno tutti sono con i propri cari a festeggiare l'arrivo della festività o meglio la maggior parte.
A volte penso che con l'essere diventata una senzatetto abbia sviluppato la capacità di saper vedere le persone come me, quasi come se avessero un cartellino giallo fosforescente con la scritta 'Ehi, anche io sono un rifiuto della società'. Riesco a vedere tra l'enorme folla i mendicanti che cercano di fermare le persone nella speranza che possano comprare qualcosa o i senzatetto che con le spalle chine camminano con il cappello in mano per raccogliere i pochi centesimi che ha guadagnato; non importa quanta gente ci sia davanti a loro li copra, io vedo ciascuno di loro e mi domando se anche loro riescono a vedere me.
Con le spalle ricurve, il sedere mezzo congelato e la custodia della chitarra aperta davanti a me suono le solite canzoni natalizie e ad ogni parola che esce dalla mia bocca non posso fare a meno di alzare gli occhi al cielo; si, lo so perfettamente che se mi faccio vedere così le persone non si fermeranno neanche per sbaglio, infatti non si è fermato nessuno da quasi tre ore, ma non riesco a farci niente, le ho cantate così tante volte che riesco a malapena a trattenere i conati di vomito.
"Ora capisco perché guadagni così poco." borbotta una voce facendomi sobbalzare, smetto subito di cantare e giro lo sguardo incontrando gli occhi vacui di William.
Faccio finta di niente e riprendo da dove mi ero interrotta cercando, inutilmente, di mettere più enfasi nella voce, con la coda dell'occhio lo guardo mentre prende lungo sorso dalla sua bottiglia per poi sospirare tenendo lo sguardo fisso sulle persone che passano davanti a noi.
"Se sei giù di morale posso farti aiutare da lei." dice ridacchiando mentre mi mette la bottiglia davanti agli occhi, non rispondo e lui continua a ridere, come se avesse detto la battuta del secolo.
"Perché canti le canzoni natalizie?" chiede e io sbuffo, Dio quanto parla. "Cosa diamine dovrei cantare alla vigilia di Natale?" ribatto girandomi verso di lui e inclinando la testa, nella speranza che riesca a cogliere la mia espressione di 'mi stai rompendo il cazzo' e se ne vada.
"Perché a Pasqua canti inni al coniglietto pasquale?" chiede ironico ed io mi mordo il labbro, oh non gli darò la soddisfazione di avermi fatto ridere, se lo può scordare.
"Dimmi un po', hai per caso un gemello? O soffri di bipolarismo? Perché altrimenti non me lo riesco proprio a spiegare il fatto che sembri essere una persona diversa ogni volta che ti incontro." dico sinceramente curiosa e lui si sdraia sul marciapiede facendo spallucce "Da ubriaco do il meglio di me." Annuisco distratta e riprendo a suonare continuando a guardarlo con la coda dell'occhio di tanto in tanto, lo vedo guardare con interesse la bottiglia da cui poi prende un ultimo sorso e la poggia a terra a fianco lui, ormai vuota.
"Dovresti davvero cambiare canzoni, ci saranno almeno dieci tizi in meno di due isolati che stanno cantando Jingle Bells e giuro che mi sta venendo da vomitare per tutte le volte che le ho sentite." borbotta girandosi su un fianco e beccandomi a guardarlo, mi giro di scatto e faccio finta di niente facendo finta di togliere la neve che mi si è posata sul cappotto.
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Drunk
RomanceNon tutte le storie vengono raccontate. Il motivo può essere vario: non lanciano un messaggio profondo, non danno un buon insegnamento, non sono raccontate bene, non hanno un lietofine o, molto semplicemente, non sono all'altezza di essere conosciut...