3.0 - Never change who you are

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It's Time, Imagine Dragons
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William's pov

Guido per le strade di New York mentre la radio nella mia macchina spara a tutto volume Mercy di Shawn Mendes. Canticchio il ritornello della canzone e tamburello nervosamente le dita sul volante diventando sempre più nervoso metro dopo metro.

Forse ho sbagliato. Avrei dovuto portare qualcuno con me in modo da distrarmi e restare tranquillo, almeno durante il tragitto: avrei potuto portare Oliver che si comporta davvero come se mi avesse adottato nonostante ci conosciamo da meno di due settimanane per farmi rassicurare; avrei potuto portare Daniel, con cui non mi sarei mai aspettato di stringere un'amicizia così forte anche se tutti e due prima di conoscerci non avevamo una buona opinione dell'altro, per scherzare e fare battute squallide; avrei potuto portare Evie, con cui passo la maggior parte del tempo a battibeccare e a farci scherzi a vicenda, per farmi prendere in giro per come sia vestito e farmi alzare l'umore; con Catherine, che ormai ha preso il ruolo di fastidiosa sorellina minore a cui voglio tanto bene, per cantare a squarciagola le canzoni che passano in radio oppure con Kaylee, la cui sola compagnia mi fa sentire come se niente potesse andare male.

Avrei potuto portare ciascuno di loro eppure sento che non sarebbe stata la scelta giusta; ci sono poche cose di cui sono sicuro nella mia vita e il fatto che devo affrontare mia madre da solo è una di quelle.

Svolto a destra e cerco di pensare a cose belle che riguardano principalmente mio padre, alcuni ricordi del liceo, le serate passate a camminare con Kaylee e gli ultimi giorni che ho passato con lei e i ragazzi.

È incredibile come quei quattro siano riusciti a farmi sentire parte della loro piccola famigliola e di come si siano fatti volere bene in così poco tempo, ora capisco il motivo per cui Kaylee provi talmente tanti affetto per loro da considerarli la sua famiglia.

Lo ammetto, quando ho proposto a tutti loro la prima volta di venire a vivere a casa mia avevo paura che se ne sarebbero approfittati, ma ho cambiato idea appena li ho conosciuti un po' di più. No, sul serio c'è davvero qualcuno che dopo anni passati a vivere in strada rifiutano di dormire, anche per un sola notte, su un letto vero e mettere qualcosa di sostanzioso sotto i denti solo per restare notte e giorno al fianco di una persona?

Guardando loro, il modo di volersi bene, di prendersi in giro senza cattiveria, di controllare con lo sguardo se sono tutti presenti e in caso contrario non prendere pace finché no lo si trova, di festeggiare i piccoli successi e consolarsi per gli insuccessi, di spalleggiarsi e soprattutto stare insieme, qualsiasi cosa accada mi ha fatto apprezzare ancora di più la presenza di mio padre e fatto capire quanto io stato immensamente fortunato ad averlo nella mia vita.

Non era il padre migliore del mondo ne quello più presente, non parlavamo di tutto e non facevamo quelle che dovrebbero essere le tipiche attività padre-figlio eppure non cambierei nulla del nostro rapporto, prima rimpiangevo il fatto di non avergli detto più ti voglio bene, di non aver passato più tempo con lui, di non averlo abbracciato quando potevo e di aver preferito di uscire con gli amici invece di aver passato con lui, ma poi mi sono chiesto 'se fosse successo a me, se fossi morto prima io di lui, avrei voluto che rimpiangesse queste cose? Assolutamente no, perché il nostro rapporto era bellissimo così com'era, non c'è bisogno di dire continuatamente ad una persona quanto tu ci tenga a lei se in quel momento hai altro per la testa, non c'è bisogno di restare a casa con lui per poi non passare il tempo insieme ma c'è bisogno di rendere bello, anche con un semplice scambio di battute, ogni attimo che passate insieme. E con mio padre lo era.

Sono  riuscito ad andarlo a trovare al cimitero, con delle peonie, i suoi fiori preferiti, e nessuna bottiglia di alcool in mano, gli ho parlato e raccontato tutto quello che è successo da quando se n'è andato e di quanto mi manchi, gli ho parlato di tutto quello che mi veniva in testa e per un attimo avrei voluto non voler essere ateo per poter credere che in quel momento, sotto forma di angelo, lui stesse affianco a me a prendermi in giro per le cose che dicevo, ma va bene anche così.

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