0.5 - The ability to never pee

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Canzone stupida, Ultimo
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Se mi chiedessero quale caratteristica vorrei avere delle protagoniste dei libri o dei film non esiterei un solo istante nel dare la risposta: la capacità di non fare mai pipì. Insomma in qualsiasi libro che ho letto la protagonista va in bagno solo per lavarsi e truccarsi, mai una volta che abbia letto che vada in bagno per i suoi bisogni o il ciclo. Dio, io non ho il ciclo solo perché non mangio quanto dovrei.

Stringo le gambe e trattengo un gemito di frustrazione quando, dopo quella che forse è la ventesima volta, giro lo sguardo verso l'uscita del vicolo e non vedo nessuno, se scopro che stanno facendo ritardo solo perché Evie si è fermata a guardare i negozi di vestiti la picchio, oh si che la picchio.

La risata rumorosa di Catherine giunge alle mie orecchie e subito mi volto fulminandola con lo sguardo. "Sai vero che me la posso cavare per cinque minuti da sola, vero?" chiede e io appoggio la testa al muro guardandola torva. Dio sto per farmela addosso.

"Si, lo so. Ma la mia coscienza da non-sorella maggiore mi costringe a rimanere qui, siccome non mi perdonerei mai se ti accadesse qualcosa." ribatto per poi allungare una mano verso di lei e darle un buffetto sulla guancia facendola sbuffare infastidita.

"Oh piantala, non sono più una bambina, ho diciassette anni!" dice infastidita, sorrido e, dopo aver dato un altro sguardo all'uscita, le rispondo "In realtà sono sedici."

"Il mio compleanno è tra meno di un mese." esclama lei e mi trattengo dal ridere, adoro infastidirla. Essendo la più piccola ci siamo sempre preoccupati più per lei e cercato di farla restare qui in ogni maniera possibile, cosa che lei detesta perché vuole essere trattata come un'adulta; in realtà sappiamo tutti noi che Cat è la più intelligente e furba tra di noi e che è perfettamente in grado di cavarsela da sola, forse anche meglio di noi, ma ci rifiutiamo ammetterlo. Ah, crescono così in fretta.

"Appunto, tra un mese. Quindi per adesso sei solo una dolce sedicenne." dico e quando lei sta per rispondermi vedo tre figure incamminarsi tra di noi. "Ehi voi, mi racconterete le ultime notizie dopo, ora devo fare pipì." urlo per poi alzarmi da terra e iniziare a correre come una dannata, superandoli in men che non si dica.

Corro per le strade di New York ignorando i passanti che mi urlano contro e raggiungo in meno di cinque minuti Central Park dove si trovano i bagni pubblici più vicini a dove si trova il vicolo in cui abito. Lascio un sospiro di sollievo e rallento la corsa, ma poi vedo una figura avvicinarsi al bagno di servizio. Eh no, non ci penso proprio, vaffanculo le buone maniere.

Corro rapidamente verso quella direzione e quando arrivo spingo la persona, che stava aprendo la porta, senza nemmeno guardarla e mi fiondo dentro il bagno di servizio chiudendo la porta a chiave. Lascio un sospiro di sollievo e faccio finalmente i miei bisogni, mi lavo velocemente le mani sperando che il tizio che ho spinto non mi voglia picchiare.

Magari posso ignorarlo e correre via prima che riesca a rivolgermi la parola

Apro la porta pronta per la corsa ma mi scontro con un qualcosa di duro che subito dopo realizzo essere un petto. Alzo lo sguardo deglutendo e inizio a blaterare delle pessime scuse fino a quando mi ritrovo il volto di William che mi guarda tra l'accigliato e il divertito, provocandomi un sussulto.

"Tu sei la barbona di ieri." dice e dal suo tono riesco a capire che sta parlando più a se stesso che a me, come se mi avesse trovato tra i suoi ricordi sfocati di cosa ha fatto, o in questo caso con chi ha parlato da ubriaco.

"E tu sei il ragazzo ubriaco" affermo io, spostandolo delicatamente in modo da poter andare via, lui me lo lascia fare ma poi la sua voce mi trattiene. "Non devi dirlo a nessuno."

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