2.3 - "It's not my fault he's as delicate as a princess"

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Break the Rules, Charlie XCX
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"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri alla piccola Catherine, tanti auguri a te." cantiamo io, Evie, Dan e Oliver, mentre porgiamo una focaccia con le candeline sopra a Cat che ci soffia sopra ridendo.

"Grazie ragazzi, non dovevate." dice con un sorriso riconoscente in volto e io le scompiglio i capelli. "Questo ed altro per te."

Stamattina, prima che Cat si svegliasse, io e Evie siamo corse al primo supermercato aperto e abbiamo comprato una focaccia confezionata e delle candeline, poi abbiamo 'preso in prestito' un accendino da un tizio piuttosto ubriaco e siamo corse di nuovo qui. 

Lo ammetto, quando ho visto che quel ragazzo era ubriaco ho esitato rischiando di mandare in aria tutto ma aveva la stessa espressione di Will la prima volta che l'ho conosciuto e non ho potuto fare a meno di restarmene lì impalata a boccheggiare come una stupida, per fortuna è arrivata Evie in mio soccorso che dopo aver preso l'accendino dal giubbotto del ragazzo senza che lui se ne accorgesse, mi ha stretto la mano con solidarietà. Fa strano dirlo ma mi manca più di quanto potessi immaginare e ogni volta che penso a lui, cosa che accade circa ogni cinque minuti, stomaco si stringe in una stretta dolorosa facendomi maledire me stessa in tutte le lingue che conosco per essermi affezionata di nuovo a qualcuno, per essermi innamorata quando quella vocina nella mia testa mi ripeteva che non sarebbe durata.

"Hai espresso un desiderio?" chiede Oliver sedendosi affianco a lei e distogliendomi dai miei pensieri.

"Si, ma non lo posso dire, altrimenti non si avvera." afferma risoluta Cat. anche se non ci vuole un genio per capire cosa abbia desiderato: una casa per noi.

Le sorrido e mi siedo in mezzo a Evie e Dan, che si sono seduti non appena abbiamo finito di cantare la canzoncina, aiutando la prima a distribuire i pezzi di focaccia fortunatamente già divisi. Forse una persona esterna ci direbbe che siamo pazzi a comprare una focaccia per festeggiare un compleanno sperperando inutilmente i pochi soldi che abbiamo ma il fatto è che, per l'appunto, sono persone  esterne, non sanno cosa si prova a dover stare sempre all'erta e attenti e aver paura di morire di fame, per noi giorni come questi sono occasioni per restare sereni per un giornata e fare finta che siamo gente normale che come tutti gli altri festeggia i compleanni. Stupido? Forse, ma non i importa.

"Allora, che programmi abbiamo per oggi?" chiede Dan con la bocca piena.

"Potremmo vedere se quella palestra dell'altra volta ha lasciato di nuovo le finestre aperte, così magari ci facciamo una doccia e poi facciamo un giro nei negozi come dei veri chic." propone Evie e tutti annuiamo entusiasti.

"Grande, andiamo a controllare io e Oliver, ti va bene Ol?" chiede Dan e Oliver annuisce mesto lasciando andare la sua amata coperta e alzandosi in piedi. Oliver ci saluta dando un baio sulla fronte a ciascuna di noi come farebbe un padre amorevole, poi si allontana con Dan che inizia a parlare di quanto sia felice che manchi poco pi di un mese alla fine dell'inverno.

"Dovremmo regalargli una coperta nuova per il suo compleanno." dice Evie una volta che i due sono spariti dal vicolo.

"E con quali soldi?" chiede Cat dopo aver finito di masticare, la vedo guardare le sue mani, ormai vuote, con un cipiglio così le offro il mio pezzo di focaccia, ancora intatto, che accetta con un sorriso grande quanto una casa.

La fame è sempre stata il nostro peggior nemico soprattutto agli inizi di dicembre quando non riuscivamo a guadagnare niente. Il brontolio degli stomachi, l'odore di tutte le cose buone che non potevamo avere, le morse dolorose che provavamo e la mancanza di forze ci tormentavano sempre tanto da farci passare parecchie notti insonni.

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