Someone to you, Banners
▶PlayOsservo Will con un sopracciglio alzato e un sorriso divertito mentre lui evita di incrociare il mio sguardo.
Oggi me ne sono andata rima del solito e siccome c'era abbastanza tempo ho deciso di fare il giro lungo per arrivare a Times Square attraversando Central Park con l'intento di farmi una passeggiata, mentre camminavo però ho sentito la voce ormai famigliare di Will e cosi quando mi sono girata verso dove proveniva il suono l'ho visto seduto su una panchina a guardare una donna che piano a piano si allontanava da lui.
Non le ho visto il viso ma da come camminava si vedeva che è una donna di classe, magari è la fidanzata di Will.
"Era la tua fidanzata?" chiedo senza tanti giri di parole cercando di controllare la curiosità che trapela dalla mia voce.
William si gira di scatto e mi guarda con gli occhi sgranati, come se avessi detto una cosa assurda "Dio santo no, quella era mia madre."
"Oh." dico imbarazzata e confusa, non mi aveva detto che frequentava la madre.
"I nostri non sono i tipici incontri tra madre e figlio." spiega come se mi avesse letto nel pensiero "E se fosse per me eviterei volentieri di incontrarla." aggiunge con tono amaro.
Mi siedo affianco a lui e gli poggio una mano sulla coscia in segno di conforto e lui rivolge un piccolo sorriso con gli occhi però privi di quel luccichio che li caratterizza. Aggrotto le sopracciglia e lo guardo meglio, lui cerca di distogliere lo sguardo ma io glielo impedisco prendendogli il viso tra le mani e non mi importa se questo mio gesto può sembrare fraintendibile.
"Non hai gli occhi lucidi." dico guardandoli, sono di un castano scuro simile al cioccolato un po' spenti e senza le venture rosse che di solito si presentano sempre per via dell'alcool.
"Oh Cristo, sei sobrio!" esclamo con voce un po' troppo alta e lui mi tappa la bocca con le mani.
"Vuoi farlo sapere a tutta Manhattan per caso?" sibila ed io mormoro delle scuse per quanto mi sia possibile con il suo palmo spiaccicato sulla mia bocca. Lo squadro da capo a piedi e vedo che indossa una camicia bianca e un pantalone elegante grigia come la giacca che indossa, il solito odore di alcool che emana e a cui mi ero abituata, è sparito lasciando più spazio a quello di pesca che avevo già sentito la notte di Capodanno.
"Smettila di fissarmi così" dice mentre toglie la mano dalla mia bocca e riesco a percepire il disagio nella sua voce. Oddio, Will a disagio.
"Scusami, è solo che è strano." dico sorridendo e lui abbassa lo sguardo verso le mie mani che gli tengono ancora il viso. Le levo di scatto imbarazzata e abbozzo una risata idiota.
"Tranquilla ora rimediamo, ci fermiamo nel primo supermercato che troviamo e facciamo scorta di alcool" dice ed io esclamo "No!"
"No?" ripete lui con fare interrogativo ed io scuoto la testa "Avevo detto di voler conoscere la tua versione sobria e ho ancora intenzione di farlo." dico risoluta.
"Magari un'altra volta." ribatte.
"Non provare a prendermi per il culo Thompson, sai meglio di me che non verrai mai sobrio di tua spontanea volontà." dico e lui fa un cenno con la testa come se mi stesse dando ragione mentalmente.
"Perché dovrei restare sobrio?" chiede stanco e io gli faccio un sorriso amabile "Perché te lo sto chiedendo io." rispondo sbattendo ripetutamente le ciglia per farlo ridere, cosa che per fortuna succede.
"Ruffiana." borbotta sorridendo e facendomi ridere, poi serra le labbra e il solo fatto che ci stia pensando mi rende felice. "L'ultima volta che mi hai incontrato da sobrio sono stato uno stronzo, come fai a volermi di nuovo in quelle vesti?" chiede abbassando lo sguardo.
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Drunk
RomanceNon tutte le storie vengono raccontate. Il motivo può essere vario: non lanciano un messaggio profondo, non danno un buon insegnamento, non sono raccontate bene, non hanno un lietofine o, molto semplicemente, non sono all'altezza di essere conosciut...