0.7 - " Your hair has the same color as the sunset"

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Counting Stars, One Republic
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"Te lo scordi."

"Oh andiamo, li voglio incontrare." ribatte William facendo il broncio e in questo momento assomiglia molto a un bambino piccolo che fa i capricci.

"No, darebbero di matto." borbotto cercando di attirare, invano, un taxi verso di noi.

"Io sono sicuro che mi adorerebbero." continua lui, che seduto a terra, continua a tirarmi per la manica.

Alla fine il piccolo giro che dovevamo fare si è trasformato in una  grande passeggiata nel percorrere due volte, andata  e ritorno, il perimetro di Central Park. William mi ha parlato del suo lavoro, che consiste nel gestire l'azienda che gli ha lasciato il padre, e della sua fidanzata di cui, come avevo previsto, si è scordato il nome, a pensarci magari è una cosa piuttosto triste ma quando me l'ha detto non ho potuto fare a meno di scoppiare a ridere. Io, invece, gli ho parlato di Oliver, Daniel, Evie e Catherine e da quando ho pronunciato i loro nomi il moro sta tentando di convincermi a farglieli incontrare, cosa che non penso accadrà mai.

"La prima volta che mi hanno incontrato mi hanno puntato un coltello in gola e avevo decisamente l'aspetto di una barbona, tu con quella giacca Prada verresti direttamente ucciso." La neve scende rapida su di noi incastrandosi sui suoi riccioli neri e rendendo il suo naso adorabilmente rosso, cosa che spero non accada a me perché altrimenti sarebbe a tinta unita con i miei capelli.

William si avvicina a me e, abbassandosi, poggia la testa sulla mia spalla sorprendendomi, ma poi mi do mentalmente uno schiaffo in testa non è per niente lucido quindi non da importanza al gesto anche se non abbiamo molta confidenza.  Appoggio a mia volta la testa sulla sua senza smettere  di cercare di attirare l'attenzione di un taxi e mi sorprendo nel vedere, o meglio sentire, il calore che emana nonostante la temperatura sia parecchi gradi sotto zero, forse è l'alcool a tenere la sua temperatura corporea così.

"Sei più fredda della neve." borbotta infatti "Mi stai congelando più tu che la temperatura." ma non si allontana anzi sembra farsi ancora più vicino per quanto sia possibile.

"Sei tu che sei una stufa umana." ribatto e faccio un piccolo movimento con la spalla per fargli alzare la testa. "E non so se hai notato ma non sono un cuscino." aggiungo e lui sorride sghembo.

"Sei piuttosto comoda e poi a quest'angolazione e con la luce del lampione i tuoi capelli hanno lo stesso colore del tramonto, sono belli." dice prendendone una ciocca e attorcigliandosela intorno al dito, mi viene quasi da ridere per il suo commento dato che non li lavo da un bel po', anzi non mi lavo da un bel po' e probabilmente puzzerò così tanto che anche le puzzole si schiferebbero eppure a William non sembra importare, forse perché l'odore dell'alcool ricopre tutto il resto.

Mi scosto leggermente avvicinandomi di più al marciapiede e finalmente riesco ad attirare l'attenzione di un taxi che si ferma davanti a noi, rivolgo un sorriso al tassista che ci guarda stranito, come se la visione di una senzatetto e un ragazzo palesemente ubriaco insieme fosse la cosa più bizzarra al mondo. 

Apro la portiera del taxi e faccio cenno a William di salirci il quale, molto maturamente, mette il broncio e incrocia le braccia al petto, trattengo a stento una risata e mi dirigo verso di lui per poi spingerlo verso la macchina. "Magari te li presenterò un'altro giorno, almeno fammeli avvisare okay?" dico e lui annuisce togliendosi di dosso quel broncio e mettendo su un sorriso con tanto di fossette.

Chiudo la portiera e dico al tassista dove deve andare poi saluto con la mano William che intanto è riuscito ad abbassare il finestrino e a sporgersi oltre ad esso. "Buon natale Key-key." urla una volta che la macchina è partita facendosi sentire da forse tutta Manhattan.

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