1.0 - A new year

186 39 55
                                    

Jet black heart, 5 seconds of summer
Play

Non ho mai avuto un vero rapporto con mia sorella.

Non eravamo quel tipo di sorelle che si raccontavano tutto, si punzecchiavano a vicenda, si prestavano i vestiti o facevano chiacchierate notturne, anche se fino ai miei tredici anni avevo sempre cercato di instaurare quel tipo di rapporto sorelle-amiche che avevo sempre visto nei programmi televisivi. Invece, il mio rapporto con mia sorella è sempre stato glaciale nonostante ci siano a malapena due anni di differenza tra di noi.

La prima sera in cui mi ritrovai senza un letto in cui dormire chiamai lei, nella speranza che potesse convincere lei i miei genitori di farmi ritornare a casa ma quando, dopo la decima volta che la chiamai, mi rispose si limitò a dirmi 'non ho tempo per una seccatura'. Così andai sotto casa e aspettai che qualcuno mi aprisse, non so quante ore dopo la vidi arrivare, provai a parlarle ma lei mi ignorò e mi sbatté la porta in faccia, quando mia padre, il mattino dopo, fece la stessa identica cosa decisi di mandarli a fanculo di arrangiarmi da sola.

Per questo motivo non ho mai saputo come fosse avere un bel rapporto con la propria sorella o almeno non lo sapevo prima di incontrare Evie e Catherine.

"Allora Kay, io e la mia dolce sorellina abbiamo deciso, di comune accordo, che questo è il momento perfetto per farti sputare il rospo, quindi prego, racconta." dice Evie distraendomi dai miei pensieri con un sorrisetto in volto, affianco a lei Cat annuisce entusiasta, come se avessi da raccontare lo scoop del secolo.

"Non so di cosa voi stiate parlando." dico sinceramente aggrottando la fronte per poi sistemarmi il cappello di lana sulla testa. 

Evie e Cat si sbattono in contemporanea una mano sulla fronte, come se si fossero telepatiche e avessero deciso di fare insieme il gesto per farmi capire quanto sia idiota, facendomi ridere.

"Non fare la tonta Kay, ormai da cinque giorni a questa parte torni tutte le notti almeno mezzo'ora più tardi quindi le cose sono due: o mangi di nascosto senza di noi o parli ancora con quel ragazzo di cui non ci hai raccontato assolutamente niente." dice Cat alzando e abbassando ripetutamente le sopracciglia.

Dalla notte della vigilia di Natale ad oggi, vigilia di Capodanno, William viene sempre nella piazzetta dove suono io con delle bottiglie in mano e un sorriso da ebete in volto, per poi sedersi affianco a me e ascoltarmi a suonare. Inizialmente non ci avevo fatto caso ma poi ho capito che anche se non lo vuole ammettere, camminare con me per le strade di Manhattan lo rasserena abbastanza da tornare a casa sua che senza la presenza del padre gli sembra vuota e devo ammettere che anche a me piace camminare con lui, mi fa sentire quasi una ragazza normale che sta tornando a casa con un suo amico.

"Non c'è niente da raccontare." ribatto neutra trattenendo il sorriso che sta cercando di nascermi sul volto.

"Stronzate, sputa il rospo." mi incita Evie accompagnata da Cat che annuisce con veemenza facendomi ridere.

"Dio, che pettegole." borbotto e loro sorridono e penso che mai prima d'ora si sia vista la somiglianza tra le due: gli stessi capelli castani mossi, gli stessi occhi a mandorla con quel luccichio divertito, gli stessi tratti delicati e lo stesso sorriso luminoso sembrerebbero gemelle se non fosse per il viso dolce di Cat che la fa vedere ancora come una bambina.

"Beh si chiama William e ha ventun'anni." inizio a dire e Cat lancia un urletto entusiasta, facendomi scuotere la testa divertita, per poi mettersi comoda. 

"Lui è..." un alcolizzato "Un tipo in gamba anche se..." beve come se non ci fosse un domani "Ha vari problemi personali che non lo rendono estremamente lucido." dico trovando a fatica le parole per descrivere Will senza implicare il fatto che sia un ragazzo perennemente ubriaco.

DrunkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora