2.2 - Homesick

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Homesick, Dua Lipa
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La pioggia è davvero troppo.

A rovinare questa giornata, che era iniziata piuttosto bene, non bastava l'invito a casa dei miei presunti genitori, non bastava il fatto che vogliano farmi firmare una carta per rinunciare ai beni della nonna e che mi vogliano diseredare, non bastava la mia litigata con Will, non bastava che la tizia della biblioteca a cui ho chiesto lavoro mi ha quasi riso in faccia, no, ci si doveva mettere anche il diluvio universale a confermare che questa sia una giornata di merda.

Sbuffo per l'ennesima volta mentre, sotto al primo riparo che ho trovato, osservo le macchine sfrecciare davanti a me, non mi stupirei se tra poco vedessi arrivare Noè con l'arca. Forse potrei chiedergli un passaggio e poi rimanere a vivere lì con lui, potrei condividere la camera con una scimmia magari....

Scuoto la testa per togliermi l'immagine di me e una scimmia che giochiamo a uno sul pavimento della cabina, certe volte non vorrei avere un'immaginazione così fervida. 

Dopo non so quanto tempo mi decido finalmente di uscire dal mio piccolo riparo nonostante la pioggia e mi avvicino al marciapiede per attraversare ma proprio quando arrivo al margine un auto passa a tutta velocità schizzando l'acqua e bagnandomi tutta.

Non ci credo...

"Fai sul serio?" urlo mentre guardo il cielo attirando gli sguardi dei passanti su di me "Non ti basta avermi reso questi ultimi giorni un inferno? Ora mi devi rovinare la vita giorno per giorno?"

"Non credo che ti risponderà." dice una voce vicino a me facendomi sobbalzare, mi giro rapidamente e trovo un paio di occhi a mandorla guardarmi divertiti.

"Ma potrebbe mandarti dei messaggi attraverso i lampi o le nuvole, quindi continua a stare attenta." continua e mi scappa un piccolo sorriso.

"Magari adesso appare una nuvola a forma di dito medio." dico ironica e Evie scoppia a ridere. Nonostante abbia i capelli fradici attaccati alla faccia, la pelle più pallida di quanto mi ricordassi e delle borse enormi sotto gli occhi sorride a trentadue denti come se fosse felicissima di vedermi.

"Ovvio che lo sono." dice ed io sgrano gli occhi "Mi hai letto nel pensiero?"

"No, hai pensato ad alta voce razza di idiota." risponde divertita e in questo momento vorrei tirarmi un pugno.

"Come stai?" chiede in tono serio indicandomi una panchina su cui sederci.

"Non troppo bene." dico sincera "E tu?"

Ci sediamo entrambe sulla panchina e in silenzio aspetto la sua risposta. La pioggia continua a bagnarci ma ha smesso di darmi fastidio, si addice quasi al mio umore. Mentre guardo le macchine penso a Will, cosa che sta accadendo un po' troppo spesso secondo i miei gusti, e mi chiedo se alla fine sia andato a casa o sia ritornato dai miei per firmare i loro stupidi fogli. Spero di no, non voglio che gli portino via una delle poche cose che gli procurano gioia.

"Non troppo male." dice improvvisamente Evie distogliendomi dai miei pensieri e facendomi aggrottare la fronte, solo dopo mi ricordo della domanda che gli ho fatto prima.

"E gli altri? Come stanno?" chiedo e lei sorride mesta.

"Bene. Oliver continua a lamentarsi ogni tre secondi del freddo, Dan continua a sostenere che Kiwi sia la colonna sonora della sua vita, io continuo a picchiarlo mentre Cat continua a fare discorsi su come la sua vita cambierà una volta compiuti diciassette anni. Il solito insomma."

Rido di gusto e Evie mi segue a ruota. "Il suo compleanno è domani, 17 gennaio no? Non starà più nella pelle ormai." dico e lei annuisce.

"Potresti venire, la renderesti felicissima e non solo lei." propone in tono cauto, come se avesse paura della mia possibile reazione ma nonostante ciò mi prende la mano. "Ci manchi."

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