Era sera e Malia stava leggendo il suo nuovo libro su una poltrona, Alastor era appoggiato allo stipite della porta dietro di lei e la guardava incantato, non poteva farne a meno, chissà perché.
Ripensò alle parole di Klaus "Speriamo non sia la solita puttana che ti gira attorno" ma lei non lo era, quel rozzo personaggio non faceva che tormentarlo, era un suo collega molto invidioso del carisma di Alastor, anche se a lui di essere acclamato da giovani ragazze impazzite e strillanti come oche non piaceva, era un gentleman e soprattutto non si era mai lasciato andare a desideri sessuali, forse perché a lui non interessavano. Amava stare da solo, tutto qui.
La sua passione per l'omicidio era l'unica cosa che gli piaceva, seguita poi dal leggere e dal cucinare piatti che la madre gli aveva insegnato da piccolo. "Che cosa sta pensando?"chiese Malia che si era accorta della sua presenza "Oh nulla! Mi sono dimenticato di chiederle una cosa sul suo passato" disse cercando di trovare un argomento ideale nella sua testa piena di pensieri "Che vuole sapere"continuò lei chiudendo il libro incuriosita. "È mai andata a caccia?" Malia pensò per qualche secondo " No, veramente no mai, ma i miei padroni erano esperti di caccia, perché mi fa questa domanda?" Alastor si schiarì la voce e rispose "Volevo chiederle se le andava di andare assieme a caccia" Malia fece un sorriso "Mi era parso che le piacesse la caccia" rispose guardando le fotografie appese, avvicinandosi alla parete notò una fotografia raffigurante una donna e un bambino "1904" rispose Alastor "Cosa?"chiese Malia confusa "Quella foto è stata scattata nel 1904, sono io e mia madre" si avvicinò a lei togliendole la foto dalla mano e riponendola in un cassetto "Un ricordo che voglio custodire".
Malia cominciò a sbadigliare "Temo di dover andare a dormire, sono molto stanca, buonanotte signor Alastor" mentre Malia si avviava verso la camera, Alastor la richiamò "Malia...non chiamarmi signore, dammi pure del tu, siamo amici ormai" Malia sorrise "Certamente Alastor, buonanotte" e subito dopo chiuse la porta alle sue spalle.
Alastor era lì fermo, era incapace di fare un passo, aveva il suo sorriso, sembrava paralizzato, la testa pulsava, cercava di liberarsi dal suo stato e sedersi per calmarsi. Si sedette sul divano,era stanco, voleva dormire ma l'agitazione glielo impediva. Si alzò e aprì il cassetto dove aveva riposto la foto, la osservò "Oh madre, come posso scordare il tuo magnifico volto? Vorrei fossi qui a vedere il tuo piccolo Alastor crescere, ne saresti felice?"