3. Basta guardarti da lontano per capirlo

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JIMIN

Guardai quel sorrisetto furbo e quella labbra perfette per qualche secondo, cercando di respirare normalmente e di non esserne per niente attratto.

"Direi proprio di no visto che me ne stavo andando" risposi dopo un breve arco di tempo, accennando ad oltrepassare il suo corpo per uscire da quella stanza.

Peccato che lui mi bloccò prendendomi per il polso, spingendomi, poi, contro il muro freddo del bagno facendo forza con le mani sul mio petto.
Dopodichè si avvicinò pericolosamente al mio viso, posando le mani ai lati della mia testa.

"Vorrei tanto capire perchè sei allo stesso tempo così dannatamente familiare e così dannatamente irriconoscibile" sussurrò poco dopo in tono sensuale, accarezzandomi la guancia con le dita della mano.
"Non mi conosci, stai tranquillo" gli risposi in tono quasi impaurito, continuando a mentire sul fatto che io e lui non ci eravamo mai conosciuti per protezione personale.
"Beh, vorrei tanto farlo..." continuò nello stesso tono delle parole precedenti, avvicinandosi ancora di più a me.

Io girai la testa per non guardarlo negli occhi, sperando che il mio cuore rallentasse almeno di un po' la sua corsa.
Peccato che non sapevo se il mio cuore stesse battendo così veloce per la paura di essere riconosciuto o per qualche altro motivo...

"Credo di sapere in che modo vorresti conoscermi. Non sono il tipo. Ora, per favore, levati di dosso" gli dissi nel tono più sicuro che credevo di avere, cercando di spingerlo lontano da me per le spalle.
Ma lui non si mosse nemmeno di un millimetro, prendendo, invece, le mie mani dalle sue spalle e portandole di nuovo sul muro, sopra la mia testa.

"A parole mi stai tanto dicendo di allontanarmi da te e dal tuo corpo, ma i tuoi occhi dicono una cosa parecchio diversa, invece".

Io non riuscii a fare altro che cercare di controllare la mia respirazione praticamente impazzita, chiedendomi perchè il mio corpo stesse reagendo in questo modo ad un semplice contatto del genere.
Anche se era un contatto che, a pensarci bene, non avevo mai avuto con nessuno...

"Voglio che ti sposti, fidati" dissi dopo un po', riuscendo a sostenere lo sguardo della persona che mi aveva tanto deriso durante il corso degli anni come se nulla fosse.
"Okay, bene" rispose lui, alzando le mani in segno di resa ed allontanandosi di qualche passo da me.

Fu nel momento in cui mi accorsi di non essere più bloccato al muro dal suo corpo, ovvero qualche secondo dopo, che riuscii a rilassarmi un po'.

"Direi che me ne posso andare adesso" mormorai all'improvviso, dirigendomi verso la porta.
"Aspetta..." sentii dire di nuovo da quella voce praticamente perfetta, sentendomi afferrare il polso di nuovo.
"Non toccarmi" lo avvertii in tono arrabbiato, strattonando il mio braccio per liberarmi dalla sua presa.
"Non ti tocco" mi rispose lui quasi divertito, riportando la mano vicino al suo corpo.

"Allora? Che c'è?" gli chiesi in tono spazientito, non capendo che diavolo stesse facendo quel ragazzo.
"Vieni da me dopo le lezioni..." mormorò con voce quasi roca, mordendosi il labbro inferiore poco dopo.

Ve lo giuro: non guardare quelle labbra così invitanti e non tuffarmi subito su di esse è stato parecchio difficile in quel momento.
Principalmente per il fatto che quel ragazzo manipolatore, egoista e strafottente è stata la mia unica cotta, nonostante tutto quello che mi aveva detto e fatto.
E, per quanto potessi affermare il contrario, quella cotta non era mai sparita...nemmeno scappando da essa per quattro anni.
Ma, semplicemente, non potevo soffrire ancora per lui.
Quel ragazzo non mi avrebbe mai fatto bene...

"Non ci esco con gli stronzi, mi dispiace" gli risposi stringendo i pugni per mantenere il controllo della mia voce.
"E come fai a sapere che lo sono?" mi domandò lui in tono quasi divertito.
"Basta guardarti da lontano per capirlo" dissi in tono secco, avvicinandomi il più possibile alla porta ed aprendola.

"Non so nemmeno come ti chiami" sentii dire un istante prima di chiudere la porta alle mie spalle.
"Meglio così...non è una cosa che ti dovrebbe interessare" mormorai in tono serio senza nemmeno girarmi, continuando a camminare cercando di sembrare sicuro di me il più possibile.

Fu solo dopo qualche metro che ripresi a respirare normalmente, mettendomi una mano sul petto e dicendo al mio cuore di smettere di correre una gara di velocità.

Mi diressi con rapidità fino all'aula dov'eravamo prima di pranzo, localizzando Nam e Jin in pochi secondi e sedendomici vicino.
"Perchè ci hai messo tanto?" mi chiese Jin non appena mi notò, squadrandomi praticamente da capo a piedi.
"Jungkook mi ha tirato una specie di imboscata in bagno" risposi in tono piuttosto confuso, non sapendo come altro definire quello che era successo tra me e lui poco prima.
"Non gliel'hai data vinta, spero..." commentò Nam in tono amaro, scrutando l'aula probabilmente per vedere se lui fosse già arrivato.

"No. Non posso permettermi di venire ferito ancora da persone del genere. Cercherò ti tenerlo il più lontano possibile da me finchè non desiste" spiegai rapidamente, sperando, con tutto il cuore, che potessi riuscire a fare una cosa del genere senza intoppi nel mentre.
"Non pensare che desisterà facilmente. Quando punta una persona non lascia perdere finchè non la ottiene. Il problema è che, poi, non appena l'ha ottenuta la getta via come se fosse solo spazzatura" mi rispose Nam, spostando lo sguardo su di me e fissandomi quasi con insistenza.

"Lo dici perchè l'hai visto fare o perchè ti è successo in prima persona?" gli domandai in tono incuriosito, volendo scoprire di più sul motivo per il quale quei quattro ragazzi odiassero Jeon Jungkook.
"La seconda. Per questo ti conviene stargli il più lontano possibile" mi rispose in tono duro, rivolgendo, poi, un'occhiata a Jin, che, dal canto suo, si era completamente rabbuiato in volto.

Io rimasi spiazzato da quella risposta, non riuscendo minimamente a credere al fatto che quel ragazzo potesse essere finito nella rete di Jungkook. E probabilmente, vedendo l'espressione di Jin, anche lui c'entrava qualcosa con tutta la situazione.

Solo che non mi pareva il caso di fare l'investigatore incallito il primo giorno di lezioni...così rimasi in silenzio, dicendomi che quella storia, prima o poi, l'avrei dovuta sapere.

Fu nel momento in cui guardai verso la scrivania al termine dei gradini per vedere se il professore fosse arrivato che incontrai, di nuovo, lo sguardo di quel ragazzo magnetico e completamente sbagliato per me.

Mi rivolse un sorrisetto tremendamente sexy, mordendosi di nuovo il labbro inferiore e facendo andare il mio cervello nuovamente in cortocircuito.

Distolsi lo sguardo all'istante, ripetendomi all'infinito che non potevo assolutamente permettermi di tuffarmi nelle braccia di quel ragazzo.
Anche se era quello che volevo da cinque lunghissimi anni...

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