36. Ho avuto una paura tremenda che potesse succedere

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JIMIN

"Davvero?" mi chiese lui all'improvviso, rimettendosi in piedi più velocemente che poteva e prendendomi il viso tra le mani.
"Sì...non si smette di amare una persona da un giorno all'altro. E, sebbene tu mi abbia fatto passare una delle settimane peggiori della mia vita, effettivamente il pensiero di non poter più "stare" con te mi fa salire un vuoto nello stomaco che non ho mai provato in tutta la mia vita" gli risposi con sincerità, abbassando leggermente lo sguardo per non incontrare i suoi occhi ancora pieni di lacrime.

"Jimin...io non ti ho lasciato senza motivo l'altro giorno, come tu adesso potrai pensare. Il punto è...che mi sono trovato mia madre in lacrime sulle scale di casa, e, appena ho scoperto cosa le aveva fatto ancora mio padre, non sono riuscito a non pensare al fatto che anche tu avresti potuto avere il potere di ridurmi nel suo stesso stato se solo l'avessi voluto.
E...ho avuto una paura tremenda che potesse succedere.
Solo qualche ora fa ho realizzato che, in realtà, tu non sei assolutamente il tipo di persona che fa del male altri altri.
Tu...sei una delle persone più "vere" e "pure" che io abbia mai conosciuto. E non hai idea di quanto io, ora, sia felice che tu abbia scelto di nuovo me, nonostante io sia un coglione che non sa nemmeno cosa fare della sua vita" mi disse con la voce ancora rotta, cercando di togliersi con la manica della felpa le lacrime dal viso.

E, ve lo giuro, in quel momento sembrava quasi un ragazzino indifeso. Non avrei mai pensato di vederlo così vulnerabile.
Non avrei mai pensato che si sarebbe messo a piangere abbracciandomi le ginocchia perchè avevo l'intenzione di chiuderla definitivamente tra di noi.
Intenzione piuttosto stupida visto che ci stavo male al solo pensiero...

"C'era veramente questo sotto? Ma, allora, non me ne potevi semplicemente parlare?" gli domandai dopo qualche secondo, prendendo la sua mano e riposandomela sul viso quasi senza accorgermene.
"Scappare e trattarti come ho fatto era la soluzione più facile per evitare il problema..." mi rispose lui pieno di vergogna, iniziando, poi, a scuotere la testa con amarezza.

Io rimasi in silenzio, non riuscendo a fare altro che guardarlo con un'aria un po' dispiaciuta.

"Mi dispiace" mormorò dopo un po', posando la testa nell'incavo del mio collo e facendomi posare una mano sulla sua nuca, in modo da accarezzargli i capelli.
"Lo so che ti dispiace. Me l'hai già detto" gli risposi in tono divertito, continuando a muovere la mia mano tra i suoi leggeri riccioli.

"Lo ripeterò fino a quando serve" mi disse alzandosi dalla mia spalla e guardandomi, di nuovo, negli occhi.
"Serve per cosa?" gli chiesi in tono confuso, non riuscendo a capire.
"Per far tornare tutto come prima" mi rispose in tono secco e deciso, passandomi una mano davanti agli occhi per togliermi un ciuffo ribelle.

"Jungkook, è già tutto come prima. Insomma: siamo qui, insieme. Non ti basta?".
"Posso baciarti?" mi chiese tralasciando completamente le mie parole.

Ma, fidatevi, con quella domanda non ci ho fatto nemmeno caso...

"Non mi pare che tu me l'abbia mai dovuto chiedere, quindi..." gli dissi usando uno dei suoi soliti toni ammiccanti, avvicinandomi pericolosamente alle sue labbra solo per provocarlo un po'.

"Mi piace quando sei tu quello che provoca l'altro" mi rispose lui in un sussurro prima di avventarsi sulle mie labbra, facendo subito intrecciare le nostre lingue ed iniziando a tirarmi i capelli con le mani.

Io iniziai a camminare all'indietro quasi alla cieca, consapevole del fatto che, per arrivare in camera mia, bastava attraversare il corridoio ed entrare nella prima porta a destra.
Fu nel momento in cui arrivammo davanti a quella porta che Jungkook mi bloccò su di essa, iniziando a darmi dei baci praticamente roventi sul collo, mordicchiandolo e succhiandolo con più forza in alcuni punti.

"Kook, voglio sentirti dentro di me. Adesso" gli dissi in tono deciso, prendendogli il viso con le mani e riportandolo davanti al mio.
"Non sono venuto qui solo per questo. Voglio che sia chiaro" mi rispose lui con aria seria, facendo incrociare i nostri sguardi per più di qualche secondo.
"Lo so" gli dissi solamente, allungando il braccio per aprire la porta e trascinandoci dentro la stanza quasi con furia.

"Sul serio: non sei solo uno con cui scopare" insistette lui, prendendomi per un braccio e facendoci fermare nel bel mezzo della mia stanza.
"Ti ho detto che lo so. Davvero, non preoccuparti. Ora...perchè non stai zitto e, invece, non inizi a fare qualcos'altro?".

Lui mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisetti, che, a pensarci bene, quel giorno non avevo ancora visto, gettandomi, poi, sul letto con una spinta.

"Bene. Però oggi sarà diverso dalle altre volte" mi disse subito dopo, salendo anche lui sul letto e portando subito le mani sulla patta dei miei pantaloni.
"Come ti pare" gli risposi con aria divertita, prendendolo per la nuca e facendo, di nuovo, scontrare le nostre labbra, abbassando, poi, le mani per slacciargli tutti i bottoni dei pantaloni.

Inutile dire come andarono avanti le cose, perchè penso che possiate intuirlo facilmente da soli.
L'unica cosa che vi dico è che, veramente, quella volta fu la più bella di tutte...

*******

"Jimin?" mi chiese Jungkook dopo qualche minuto da quando ci eravamo distesi sotto le coperte con l'intenzione di dormire.
"Che c'è?".
"Posso chiederti una cosa?".
"Certo...ma muoviti perchè mi stai mettendo ansia" gli risposi in tono divertito, iniziando ad attorcigliarmi una ciocca dei suoi capelli intorno al dito.

"Hobi mi ha detto che non hai mangiato in questi giorni...è vero?" mi domandò con aria preoccupata, osservandomi quasi con circospezione.
Io sospirai leggermente, mettendomi, poi, seduto e coprendomi un po' di più con la coperta in modo che l'attenzione di Jungkook fosse focalizzata su quello che stavo per dire e non su qualcos'altro...

"Ho ancora un po' di problemi con il cibo. Non te l'ho mai detto perchè non volevo che ti preoccupassi del fatto che io dovessi mangiare quando eravamo insieme, ma probabilmente, visto il quantitativo di tempo che trascorrevamo l'uno con l'altro, te ne sarai accorto già da solo.
L'unico che sa di tutta questa storia è Hobi per questioni che non ti sto a spiegare adesso, ma l'importante è che tu sappia che sto cercando di uscirne da un po'.
E, prima che tu mi lasciassi, avevo fatto dei miglioramenti.
Solo che poi..." dissi con calma, bloccandomi per non dover dire le parole seguenti.

Perchè sapevo che avrebbero fatto male ad entrambi...

"Ne usciremo insieme, Jimin. Ti aiuterò in ogni modo possibile. Solo...raccontami. Perchè? Da quando? Come?
Voglio capire. Voglio aiutarti" mi rispose lui all'istante, mettendosi anche lui seduto, facendomi girare la testa verso di lui e facendo aderire le nostri fronti.

Ve lo giuro, non ho mai raccontato qualcosa a qualcuno con la facilità con il quale ho parlato di tutto il mio rapporto con il cibo a Jungkook nella mezz'ora seguente.

E sapete che c'è? Che non mi importava più del fatto che fosse stato lui quello a farmi passare da un problema all'altro, perchè ero sicuro che, da quel giorno in avanti, sarebbe stato solo grazie a lui se fossi riuscito ad uscirne.

SPAZIO AUTRICE:

Mi dispiace se non ho inserito la smut in questo capitolo, ma...con quella il capitolo sarebbe diventato estremamente lungo e ho preferito evitare.
Tranquilli, però, ce ne sarà una prossimamente👀.

Comunque, a proposito di smut, volevo chiedervi, e dovete rispondermi in tutta sincerità, cosa ne pensate di quelle che sto scrivendo in questa storia. Nel senso: sono troppo lunghe? Troppo corte? Poco dettagliate? Troppo dettagliate?
Insomma, qualsiasi cosa vi venga in mente per aiutarmi a capire...visto che sono le scene che mi mettono più "in difficoltà" e vorrei che anche quelle riuscissero al meglio✌🏻.
Grazie in anticipo per il feedback😂❤️.

Ne approfitto ancora un attimo di questo piccolo spazio autrice, che non è più così piccolo, per fare ancora una volta gli auguri al mio adorato bias con il sorriso da coniglietto. Quindi...auguri a Jk🐰❤️.

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