42. Rivederlo dopo così tanto tempo mi ha spiazzato

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HOSEOK

"Hobi, dobbiamo scendere dal palco. Siamo fuori orario di due minuti ed il gruppo dopo di noi ci sta già guardando malissimo" mi sussurrò Jimin all'orecchio nel bel mezzo delle nostre prove sul palco dove si sarebbe svolta la competizione di danza che aspettavo da più di un mese.

Io rivolsi un'occhiata fugace alla mia destra, notando un ragazzo castano, molto alto, che mi stava fissando a braccia incrociate con aria quasi scocciata.
Dopodichè spostai lo sguardo sull'orologio al mio polso, dicendomi che non poteva già essere finita l'ora che avevamo a disposizione per provare.
Ma, a quanto pare, il tempo viaggia parecchio veloce quando puoi fare quello per cui credi di essere nato...

"Ragazzi, via dal palco" dissi a tutti in tono autoritario dopo un po', dirigendomi, automaticamente, verso lo spogliatoio dove eravamo stati posizionati.

Non guardai che gli altri mi seguissero. Ormai avevamo passato così tanto tempo insieme che sentivo il rumore dei loro passi lontano chilometri e riuscivo anche ad affermare con sicurezza a chi appartenessero.

"Com'era, Hobi?" mi chiese San nell'arco di tempo che impiegammo per giungere fino allo spogliatoio, dando inizio a tutta una mia spiegazione lunghissima, su cosa fosse andato bene e cosa no, che venne interrotta dalla voce squillante di Jungkook davanti a noi.

"Direi che siete andati molto bene! Nessuna delle crew che ha provato prima di voi, di quelle che ho visto ovviamente, era al vostro livello".

Io mi girai verso di lui e lo fulminai con lo sguardo, cercando di fargli capire che aveva scelto, veramente, il momento meno adatto per parlare.

"Che ho detto di male che mi guardi così?" mi chiese lui in risposta, alzando gli occhi al cielo e posando un rapido sguardo su Jimin.
"Mi ripeti, per l'ennesima volta, perchè te lo sei portato dietro?" chiesi, poi, a quest'ultimo, usando appositamente un tono divertito per far capire a tutti che stavo scherzando.

Effettivamente la presenza di Jungkook in Giappone stava un attimo tranquillizzando tutti dalla gara, sopratutto Jimin. E non sto a spiegarvi il perchè...

Per quanto riguarda i miei sentimenti nei confronti di quest'ultimo...erano ancora lì, incapaci di sparire. E, fidatevi, ci ho provato con tutto me stesso.
Non funzionava niente.

La cosa che un po' mi risollevava il morale era che, sebbene sapessi che Jimin non mi avrebbe mai voluto, lo vedevo felice. E, sinceramente, per un po' questo mi sarebbe bastato.

"Finisci il discorso ora che non parla più nessuno?" mi domandò Hongjoong poco dopo, risvegliandomi dai miei pensieri e facendomi iniziare a parlare a raffica.
Dovetti fermarmi solamente quando, girando l'angolo del corridoio, mi ritrovai davanti una persona che stava anch'essa parlando, andandoci quasi a sbattere contro.

"Scusi" mormorai distrattamente, spostandomi un po' verso sinistra con l'intenzione di procedere verso il nostro spogliatoio.
"Hobi?" sentii, però, dire da quella voce fin troppo familiare, praticamente paralizzandomi sul posto.

Mi girai verso quella voce e quella persona con estrema calma, quasi sperando che fosse tutto un incubo o di starmi sbagliando.
Ma, invece, era tutto fottutamente reale.

"Ju...Minjun" dissi solamente nel tono più controllato che credevo di avere in quel momento, correggendomi subito non appena iniziai a chiamarlo con il soprannome che avevo usato per anni.

Fu nel momento in cui, alzando gli occhi verso il suo viso, incrociai il suo sguardo che una miriade di ricordi si fecero largo nella mia mente.
Dei ricordi che, in quel momento, facevano molto più male di quanto avessero mai fatto.

"Come stai?" mi chiese lui in tono quasi felice, facendo aprire le sue labbra in uno dei tanti sorrisi che avevo imparato ad amare.
"Bene" risposi in tono freddo, prima di salutarlo con una mano e di dirigermi a grandi falcate verso lo spogliatoio, dove mi cambiai in gran fretta sotto l'occhio estremamente preoccupato di tutti gli altri.

"Perchè mi guardate così? Datevi una mossa, così possiamo tornare in albergo" ordinai a tutti loro in tono quasi scocciato, prendendo il mio borsone ed accennando ad uscire il prima possibile da quel teatro.
"Ma Hobi, hai appena..." iniziò a dire Wooyoung, interrotto, però, dalle mie parole seguenti.
"Sto bene. Non serve che vi preoccupiate" dissi solamente, facendo loro un altro cenno con la mano che stava ad indicare che dovevano sbrigarsi e, poi, uscendo dalla stanza.

Peccato che non stavo bene per niente...

*******

Quattro ore più tardi ero seduto a gambe incrociate nel letto dell'albergo, cercando di trovare il sonno in qualsiasi modo esistente.
Ma, a quanto pare, dormire diventa piuttosto difficile dopo che hai visto quello che credevi sarebbe stato l'amore della tua vita dopo un anno nel quale era sparito nel nulla.

Fu verso mezzanotte che sentii bussare alla porta, andando ad aprirla, subito dopo, con aria confusa.
Mi ritrovai davanti un Jimin con i capelli completamente sparati in tutte le direzioni ed un sorriso di circostanza sul volto.

"Come facevi a sapere che non stavo dormendo?" gli chiesi solamente, scostandomi leggermente per farlo entrare.
"Hai l'ultimo accesso su Whatsapp tre minuti fa" mormorò lui solamente, sedendosi sul mio letto a gambe incrociate ed invitandomi a fare lo stesso.

"Non stai bene, vero?" mi chiese non appena compii quel gesto, ottenendo come reazione il fatto che iniziassi a scuotere la testa ripetutamente.
"Ti ha fatto male rivederlo?".
Annuii in modo compulsivo, alzando, poi, lo sguardo verso di lui.

"Non ti piaceva un'altra persona, scusa?" mi domandò in tono confuso, probabilmente non riuscendo a capire.
"Sì...ma rivederlo dopo così tanto tempo mi ha spiazzato" risposi con sincerità, cercando di alzare le spalle con leggerezza, quasi che non me ne importasse. Ma, invece, me ne importava eccome...

"Avevi detto che ti era passata".
"Jimin, ho dovuto farmela passare. Insomma, che avresti fatto tu se il tuo unico ragazzo, con cui stavi insieme da anni, ti avesse detto che avreste provato una relazione a distanza e, poi, dal momento stesso in cui fosse atterrato in Giappone non ti avesse scritto più nemmeno un messaggio?
Ed il fatto che quello dall'aria felice, come se non fosse mai successo niente, è stato lui, oggi, mi fa imbestialire ancora di più.
Perchè quello a cui non dovrebbe fregare più un cazzo dell'altro sono io.
E non è assolutamente così..." gli risposi praticamente urlandogli addosso, quasi scaricando tutta la tensione che avevo accumulato nell'ultimo mese per via della pressione della gara.

"Sai che c'è Hobi? Che tu non ti sei allenato e non hai distrutto fisicamente e psicologicamente noi altri per venire qui in Giappone e non dare il massimo a causa di uno che, a quanto pare, non sapeva cosa voleva da te.
Quindi, per il tuo bene e quello della crew, fregatene di lui fino a sabato sera, ovvero quando finisce la gara, e poi, se vuoi, ti accompagno io a dargli una padellata in testa" mi rispose lui con aria divertita, strappandomi, anche, una risata.

"Perchè una padellata?" gli chiesi in tono, allo stesso tempo, ironico e confuso subito dopo.
"Perchè è la prima cosa che mi è venuta in mente. Facciamo tipo Rapunzel nel cartone" mi spiegò lui in tono estremamente serio, dandomi, poi, una pacca sul braccio scoppiando a ridere.

Nulla da dire, se non che quel ragazzo riuscisse a farmi ridere in meno di due secondi.
Ma, nonostante questo, non era con me che doveva stare...

SPAZIO AUTRICE:

Allora, due cose:
1. Grazie per le 12K letture❤️.
2. Giovedì ho un esame, quindi non so benissimo a che ora pubblicherò il capitolo. Spero comunque di riuscire a non far saltare la pubblicazione✌🏻.

•Revival {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora