48. Dove eravamo rimasti?

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JIMIN

Scostai Jungkook da sopra il mio corpo e ripresi la mia maglietta dal pavimento, infilandomela in fretta e furia e dicendo a lui di fare lo stesso.

Solo dopo questi gesti raggiunsi la porta della mia stanza d'albergo, aprendola e notando, all'istante, Hobi, con aria nervosa e preoccupata, piazzato in mezzo al corridoio.

Fu solo in quel momento che mi ricordai, di nuovo, di cosa fosse realmente successo la sera precedente, assumendo, quasi d'istinto, la sua stessa identica espressione.

"Scusa se...vi ho disturbati. Solo che devo parlarti" mormorò dopo aver notato Jungkook che si rivestiva rapidamente dietro di me, entrando nella stanza ma abbassando la testa per non incontrare nemmeno più il mio sguardo.
"Sono d'accordo, tremendamente. Kook...puoi uscire cinque minuti?" risposi con aria sbrigativa, rivolgendo un'occhiata quasi supplicante a Jungkook al termine delle mie parole.

Lui capì tutto all'istante, uscendo dalla stanza dopo pochi secondi e richiudendo la porta dietro di sè.

Inutile dire che, dopo quel gesto, Hobi ed io rimanemmo a guardarci per svariati secondi in silenzio, entrambi incapaci di trovare il coraggio per iniziare quella conversazioni per primi.

"Jimin, mi...dispiace per tutto quello che è successo. Non saresti nemmeno dovuto venire a sapere della questione, figurarsi in un locale ed ascoltando le parole di una persona completamente ubriaca.
Ma, ora, almeno ti devo delle spiegazioni.
Ho sempre creduto che tu mi piacessi fino a qualche ora fa, quando Minjun mi ha detto delle cose che mi hanno...confuso, a dir poco.
Comunque, questo non c'entra adesso, non te l'ho mai detto perchè sapevo già da solo che non sono io la persona con cui devi stare. Ed è anche per questo che, da quando ho capito questa cosa, non ho fatto assolutamente nulla per separare te e Kook.
La cosa che mi dispiace di più, però, è che sia venuto fuori tutto questo casino e, praticamente tre secondi dopo, ho capito che i sentimenti che mi dicevo di provare per te erano solo una toppa per quello che stavo passando, ancora, per via di Minjun.
Quindi...non so che altro dire se non che mi dispiace e che non voglio perdere la tua amicizia perchè è una delle cose più belle che ho mai vissuto in vita mia" mormorò lui dopo un po', torturandosi le mani durante tutto quel discorso ed azzardandosi ad incrociare il mio sguardo solo al termine delle sue parole.

Io gli rivolsi solamente un sorriso, dicendomi che litigare per questo non aveva alcun senso.

"Nemmeno io voglio perdere la tua amicizia. Ma...che è successo con Minjun che ti ha fatto capire che per me, in realtà, non provi nulla in senso romantico?" gli chiesi allora, rendendomi conto che quello era realmente l'unico punto che mi interessava chiarire.

Fu dopo quella mia domanda che Hobi iniziò a spiegarmi che quella mattina si era svegliato in camera di Minjun e che quest'ultimo gli aveva detto che non aveva mai smesso di amarlo, promettendo di ritornare in Corea per riconquistarlo.

"Scusa se te lo chiedo, Hobi, ma...se hai capito che Minjun ti fa ancora un certo effetto e lui ti ha appena detto che vuole tornare con te, perchè sei qui invece di essere con lui?" gli domandai al termine di quella spiegazione, leggermente confuso.
"Perchè voglio capire se veramente tornerà in Corea per me abbandonando tutto quello che è riuscito a costruire qui. Perchè ti giuro, Jimin, che se lo fa tornerebbe tutto esattamente come prima" mi rispose lui con la voce un po' rotta, iniziando, poi, a lamentarsi del fatto che fosse troppo sentimentale e che piangesse troppo.

Io gli misi solamente una mano sulla spalla in segno di conforto, facendogli, poi, una delle solite espressioni buffe che gli riservavo quando era giù di tono.

"Sei veramente il migliore amico che potessi desiderare, Jimin. E sono talmente felice che le cose siano apposto anche dopo quello che è successo che salterei di gioia per un'ora" mi disse nel momento stesso in cui si diresse verso la porta, probabilmente ritenendo quella conversazione come conclusa.
"Anche io sono contento" gli risposi con sincerità, rendendomi conto che, effettivamente, fosse realmente così.

Insomma, perdere l'amicizia di Hobi, ovvero la prima persona a cui avevo parlato dei miei problemi con il cibo, mi avrebbe distrutto...

Hobi mi rivolse un sorriso colmo di affetto, aprendo, poi, la porta e dirigendosi all'esterno alla ricerca di Jungkook.
Peccato che la ricerca fu molto breve, visto che quest'ultimo era bellamente seduto su una sedia del corridoio con in mano un giornale che, sinceramente, non ho mai capito dove abbia preso.

"Già finito?" chiese in tono sorpreso nel momento stesso in cui, alzando lo sguardo, vide Hobi già fuori dalla stanza e la mia testa che spuntava dalla porta, alzandosi subito dopo e raggiungendomi con calma.
"Allora...io vado in camera mia. Cercate di non fare troppo rumore" disse Hobi dopo qualche secondo di completo imbarazzo, sparendo, qualche istante più tardi, in una delle camere accanto alla nostra.

Kook, dal canto suo, mi spinse, dapprima, dentro la camera e, poi, sul letto, richiudendo la porta con un tonfo.

"Dove eravamo rimasti?" gli chiesi con aria allusiva poggiandomi sui gomiti e rimanendo semplicemente lì a guardarlo mordendomi il labbro inferiore.
"A te che mi spogliavi" mi rispose lui nel mio stesso tono, rimanendo, però, fermo sulla porta.

"Che stai facendo? Non vieni qua così continuiamo?".
"In realtà...visto che, poco fa, ho rovinato un po' la situazione romantica che si era creata vorrei dirti una cosa prima" mi rispose lui quasi imbarazzato, avvicinandosi lentamente al letto e sedendosi su di esso con aria calma.

"Io non vado fiero di quello che ti ho fatto quando eravamo "piccoli", e questo te lo giuro, ma, d'altra parte, se io non l'avessi mai fatto probabilmente tu non te ne saresti andato per poi tornare e, sempre probabilmente, non sarebbe mai scoppiata questa scintilla passionale, che ci ha poi portato ad innamorarci, tra di noi.
Quindi, spero di dirtelo senza farti incazzare, il fatto che tu sia tornato mi ha cambiato la vita, in meglio ovviamente" disse dopo un po', stringendo la coperta tra le dita dal nervosismo.

Io, dal canto mio, ero lì che lo ascoltavo con gli occhi lucidi rendendomi conto che non avrei mai creduto di significare così tanto per una persona.

"Perchè avrei dovuto incazzarmi? Non vedi che sto per mettermi fottutamente a piangere?" gli risposi dopo qualche secondo cercando di controllare il mio tono di voce.
"Vista la tua reazione...non ti avevo ancora mai detto che sei la persona che sono stato più felice di "rincontrare" in tutta la mia vita, vero?" mi domandò dopo un po' con aria divertita, trascinandomi verso di lui tirandomi per le braccia ed avvolgendomi completamente con il suo corpo.

Scossi leggermente la testa, posando, poi, le mani sui suoi muscoli definiti dell'addome da sotto la maglietta iniziando ad accarezzarli con calma.

"Dio, sono proprio pessimo" esclamò, allora, lui ridendo, contagiando, irrimediabilmente, anche me.

E sapete cosa? Quell'individuo "pessimo" è stato l'unico che è riuscito a farmi sentire vivo per davvero...

SPAZIO AUTRICE:

Allora...mi ero dimenticata di avvisarvi dei nuovi orari di pubblicazione domenica, quindi oggi, nonostante sia a lezione in questo momento, ho deciso di mantenerlo come al solito.

Da giovedì, anche per la storia che farò uscire un paio di settimane dopo la fine di questa, gli orari saranno i seguenti:
Martedì => 17.00
Giovedì => 10.30
Domenica => 10.30

Detto questo, grazie per le 16K letture e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Anche perché ne mancano ancora due e poi la storia è finita✌🏻.

Buona giornata a tutti!❤️

•Revival {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora