44. Tu lo sapevi...

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JIMIN

Dopo che Hobi si staccò dal mio petto, radunando tutte le sue cose e dirigendosi da solo verso l'hotel, ci vollero tre ore prima che riuscissi a far capire agli altri cosa fosse successo e prima che mi dicessero: "Stasera quelli che hanno organizzato la competizione hanno anche organizzato una serata nella discoteca qui vicino per tutti i partecipanti. Noi andiamo per festeggiare il secondo posto. Cerca di capire se Hobi vuole venire".

Insomma: lui stava malissimo, roba che tra poco si metteva a piangere sul letto aggrappato ad un cuscino, e loro mi dicevano di chiedergli se voleva andare a ballare.
Tutto normale, no?

Ma la cosa ancora più strana è un'altra, ovvero il fatto che Hobi, non appena ho solo anche accennato alla questione della festa, si fosse alzato immediatamente dal letto, avesse preso la valigia e l'avesse posata sul letto, iniziando a cercare al suo interno qualcosa, a quanto pare, di introvabile.

"C-che stai facendo?" mi azzardai a chiedergli dopo qualche secondo, guardandolo con un'aria prettamente confusa.
"Cerco la camicia che ho portato nel caso ci fosse stata una festa di questo genere" mi rispose lui semplicemente, alzando le spalle e richiudendo la valigia non appena ebbe trovato quella dannata camicia.

"Ma sei sicuro che vuoi venire?" gli domandai in tono scettico, non riuscendo minimamente a capire la sua scelta.
"Certo, almeno così mi ubriaco per bene e dimentico tutta la merda di oggi per un paio d'ore" mi disse lui in tono amaro, facendomi praticamente sbarrare gli occhi.

"Tu ti muovi a cambiarti? Che gli altri, probabilmente, saranno già pronti" mi avvertì subito dopo, causando come reazione il fatto che io andassi nella mia camera ed iniziassi a cambiarmi quasi meccanicamente, uscendo, di nuovo, dopo qualche minuto ed incontrandomi con tutti gli altri giù nella hall dell'albergo.

Vi dico solo che Hobi aveva già un bicchiere di qualcosa che non avevo nemmeno idea cosa fosse in mano, da cui stava bevendo quasi con tranquillità.
Fu quando mi vide arrivare che trangugiò il restante liquido tutto d'un sorso, posando, poi, il bicchiere sul tavolo della reception e facendo cenno a tutti noi di andare.

Chissà perchè, ma avevo il leggero presentimento che non sarebbe andato tutto bene...

*******

"Sei attaccato a quel telefono da quando siamo entrati in questo posto" sentii dire, improvvisamente, in tono biascicato da Hobi alla mia destra.
"Sto solo dando la buonanotte a Kook" gli risposi quasi sulla difensiva, rimanendo a fissare per più di qualche secondo l'ennesimo bicchiere di quella sera che aveva tra le mani.

"Fidati, già lo sapevo. Tu non fai altro che parlare con Jungkook o di Jungkook ultimamente" mi disse in tono quasi scocciato, finendo il contenuto del suo bicchiere e chiamando il barista per chiederne un altro esattamente uguale.
"Magari dovresti smettere di bere. Sai, ti vedo un po'...nervoso" gli risposi nel suo stesso tono, alzando gli occhi al cielo e riposandoli, subito dopo, sul mio telefono.

"Bere è l'unico modo che ho per non piangermi addosso in questo momento. Quindi non giudicare".
"E se, invece di ubriacarti fino a non reggerti più in piedi, pensassi al tipo che ti piace al posto del tuo ex? Non sarebbe più facile?" gli domandai subito dopo, cercando qualsiasi metodo possibile per farlo smettere di ordinare drink uno dopo l'altro.

Hobi, all'improvviso, iniziò a ridere quasi di gusto, facendomi fare una faccia più che confusa.

"Perchè stai ridendo?".
"Perchè la cosa che mi hai detto è parecchio ironica, Jimin".
"E questo perchè?" gli chiesi subito dopo, non riuscendo a capire.

"Perchè "il tipo che mi piace" sei tu, ovvero quello che ho rispedito a braccia aperte da uno dei ragazzi che ho odiato di più in tutta la mia vita solo per saperlo felice.
Pensa che deficiente..." mi rispose lui con amarezza ed in tono completamente biascicato, posando gli occhi su di me al termine di queste parole.

"Sei ubriaco. Sono solo cazzate" mormorai meccanicamente, non riuscendo a credere che una cosa del genere potesse essere vera.
Insomma...era Hobi. Non...poteva provare qualcosa per me.

"No che non sono cazzate, Jimin. E sei sempre stato così cieco da non accorgertene.
Mi hai iniziato a piacere praticamente da subito. E che è successo? Ho dovuto sorbirmi tutti i tuoi racconti su Jungkook e su come non potesse piacerti di nuovo quando era evidente che ci fossi già invischiato con tutto te stesso.
Avrei dovuto tenerti per me quando ti ha mollato. Sarebbe stato meglio.
Ed ora mi ritrovo a pensare al fatto che sono ancora "legato" in qualche modo al mio ex ragazzo sebbene sono convinto del fatto che tu mi piaccia.
Sembra quasi uno scherzo, no?" mi disse in tono divertito, riprendendo, poi, in mano il suo bicchiere e continuando a farsi solamente del male.

Ma, per quanto volessi che lui smettesse, quello che mi aveva appena detto mi aveva sconvolto così tanto che non potevo rimanere lì.
Così mi alzai di scatto dalla sedia, dicendo a San e Wooyoung di tenere d'occhio Hobi, e uscii da quel locale, quasi correndo verso il nostro hotel e verso la mia camera.

Fu solo quando mi sedetti sul mio letto che cercai di calmare un po' il mio respiro quasi affannoso, componendo, senza nemmeno pensarci troppo, il numero di Jungkook.

"Kook, so che è tardi e dovresti dormire, ma...non hai idea di cosa mi ha appena detto Hobi" gli dissi con aria sbrigativa non appena lui mi rispose con voce stralunata al telefono.
"Dimmi tutto. Sono sveglio" mormorò dopo qualche secondo, facendomi spuntare un piccolo sorrisetto al pensiero di lui mezzo addormentato avvolto solamente dalle coperte.

Dopodichè gli spiegai tutto, trovandomi davanti a svariati secondi di un silenzio quasi sinistro.

"Allora? Non hai niente da dire?" gli domandai dopo un po', non riuscendo a capire cosa gli stesse succedendo.
"Jimin, i-io lo..." balbettò in risposta, non riuscendo a continuare la frase.

Ma, ormai, avevo ben capito cosa ci fosse dietro.

"Tu lo sapevi..." mormorai solamente in tono quasi tradito, chiedendomi come avesse potuto nascondermelo per così tanto tempo.
"Hobi me l'ha detto quando è venuto da me per dirmi di venirti a chiedere almeno scusa" mi rivelò con aria quasi colpevole.

"Perchè non me l'hai mai detto?".
"N-non lo so" balbettò con aria insicura, facendomi infuriare ancora di più.
"Ci deve essere un motivo per cui l'hai fatto".
"No, non c'è".

"Bene, allora, visto che non vuoi darmi una risposta decente, ne parleremo quando io tornerò in Corea e tu tornerai a casa dalla tua audizione. Fino ad allora puoi anche evitare di farti sentire".

Gli chiusi il telefono in faccia, lanciandolo dall'altra parte del letto e rimanendo lì a fissare il vuoto con delle lacrime che, all'improvviso, iniziarono a scendere dai miei occhi.
L'avevo detto, io, che avevo il presentimento che non sarebbe andato tutto bene...

SPAZIO AUTRICE:

Preferisco non dire niente su questo capitolo. Così, giusto per non ricevere insulti...

•Revival {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora