JIMIN
Il fatto che mia madre fosse ancora fuori casa per il suo viaggio di lavoro aveva reso il mio sfogo in camera molto più facile e molto più rumoroso.
Fu dal momento stesso in cui misi piede nella mia camera che iniziai a prendere a pugni qualsiasi cosa, frustrato ed incazzato con me stesso per quello che avevo lasciato succedesse.
E la cosa peggiore era che, al ricordo di quel momento, non riuscivo a far altro che pensare alla sensazione di puro piacere che era comparsa dentro di me e che si era propagata per tutto il mio corpo, sentendomi ancora più in colpa nei miei confronti.
Ed in quel momento una domanda mi sorse spontanea: perchè ero dovuto tornare a Busan a non fare altro che cercare di resistere al ragazzo che mi aveva fatto sentire spazzatura per tutta l'adolescenza?
Riuscii a calmarmi solo un'ora dopo, quando il mio respiro tornò a regolarizzarsi e la mia testa si svuotò un po' dai pensieri.
Solo che quella solitudine per cui avevo ringraziato chiunque fino a due minuti prima mi stava soffocando, tanto che ho dovuto chiamare Hobi per pregarlo di farmi compagnia.
Sapevo benissimo che avrebbe fatto domande, ma, semplicemente, credevo che non avrei risposto. Oppure che sarei riuscito a fare finta di niente, come ho fatto per tutta la vita.
Ma, forse, da quando ero tornato nella mia città natale non ero più così bravo a fingere come negli anni precedenti.*******
"Ma è possibile che questo qui non ne faccia una giusta?" mi chiese Hobi qualche ora dopo, insultando indirettamente il protagonista del film che avevamo deciso di guardare.
Io feci una piccola risata, chiaramente finta, rivolgendogli uno sguardo di sfuggita."Jimin...che hai che non va?" mi chiese lui all'improvviso dopo qualche minuto, prendendo il telecomando e bloccando il film.
Io sbarrai gli occhi, domandandogli poco dopo: "Perchè lo chiedi?"."Perchè mi hai fatto venire qui alle otto e mezza di sera, senza alcuna motivazione, ed ora te ne stai lì zitto e con un'espressione che non ti avevo mai visto addosso" mi spiegò con calma, costringendomi a guardarlo.
Io presi un po' di tempo, mordendomi il labbro inferiore in segno di nervosismo."Effettivamente non sto benissimo..." mormorai dopo un po', chiedendomi se volessi veramente dirgli tutta la verità oppure se mi fossi inventato qualche cazzata.
"Ballare non ti è servito?" mi chiese in tono malinconico, guardandomi con sincero dispiacere dipinto negli occhi.
"Sì...ma poi è successa una cosa" gli risposi io, probabilmente decidendo di raccontargli la verità per tutto quello che avevo visto nel suo sguardo."Cioè?".
"Jungkook mi ha...baciato. Ed io ho risposto al bacio" dissi ad un tono di voce bassissimo, evitando di incontrare il suo sguardo."C-cosa?" balbettò in tono confuso, probabilmente credendo che non potesse essere vero.
E, fidatevi, sarei stato più felice anche io se fosse stato così.
"Era ancora alla scuola di danza. Mi ha visto ballare, si è avvicinato, mi ha mostrato come poter fare meglio un movimento e poi..." iniziai a dire, interrotto, però, dalle sue parole seguenti."Una cosa dovevi fare, ovvero stare lontano il più possibile da lui. E tu che fai? Gli salti addosso in sala di ballo?" mi chiese con rabbia e delusione dipinta in volto, alzandosi dal divano ed iniziando a scuotere la testa con aria amara.
"Perchè stai sbottando così tanto?" gli chiesi con la sua stessa rabbia, pensando che non avrei mai creduto di poterlo vedere così alterato."Perchè tu mi...mi...mi fai quasi uscire pazzo ogni volta che c'è lui di mezzo!" mi urlò in tono quasi disperato, esitando più volte nel dire le parole dopo il "mi".
Io rimasi in silenzio, cercando di non sentirmi ferito nel profondo da quelle parole."Perchè me l'hai detto? Eh?" mi chiese dopo un po' con lo stesso tono delle parole precedenti, facendo giungere al limite il mio livello di sopportazione.
"Perchè non posso ricascarsi di nuovo! Ed ho bisogno che tu mi aiuti a farlo!" urlai con una forza che non credevo di avere, rendendomi conto solo qualche secondo più tardi cosa avessi realmente detto.
"Di nuovo?" mormorò Hobi, all'improvviso, confuso, aggrottando le sopracciglia e guardandomi con un'aria completamente diversa rispetto a quella di qualche secondo prima.
Io sbarrai gli occhi, maledicendomi in sette lingue per aver lasciato che la rabbia prendesse il sopravvento su di me, facendomi dire quelle parole."Tu lo conoscevi già...non è vero?" mi disse lui dopo un po', facendomi praticamente sprofondare.
Osai alzare lo sguardo su di lui solo dopo qualche secondo, annuendo lentamente."Come?".
Fu in quel momento che decisi di raccontare tutto quello che ero ad una persona per la prima volta, mettendomi completamente a nudo.
Tanto, ormai, peggio di così non poteva andare."Io...non sono sempre stato così. Quando ero ancora in fasce i miei divorziarono, facendomi passare un'infanzia sballottato da uno all'altro come se fossi una pallina da ping pong.
E, nonostante questo, nessuno dei due mi dava le attenzioni di cui avrei avuto bisogno. Mi sentivo solo, sempre. Stando sempre da solo, poi, imparai a diventare un tipo solitario. Non riuscii a farmi nemmeno un amico a scuola, fin dalle elementari.
E, circa a dieci anni, iniziai a trovare un vero e proprio rifugio nel cibo.
Era come se nel cibo trovassi la forma di affetto che mi mancava dai miei genitori. Quasi come se potesse colmare tutti i vuoti affettivi della mia vita.
E, andando avanti a mangiare, mi ritrovai velocemente sovrappeso. Mia madre non ci fece neanche caso, pensando che tutto andasse bene...
Fu in quel periodo che iniziai le medie, iniziando, inoltre, anche a venire preso in giro a causa di questo ed a causa della mia timidezza da Jungkook e Taehyung, chiaramente i più popolari della classe.
Non importava quanto li ignorassi o quanto facessi finta che i loro commenti non mi toccassero minimamente...loro hanno sempre continuato, facendomi sentire un po' come l'essere più schifoso sulla faccia della terra.
Non chiedermi come, perchè non lo so nemmeno io, ma, poi, in prima liceo mi sono preso una cotta per Jungkook, non riuscendo a fare altro che pensare al fatto che avrei tanto voluto baciare le sue labbra ogni volta che lui, invece, mi derideva apertamente davanti a tutti.
L'anno dopo decisi che ne avevo abbastanza di tutta quella situazione, così mi trasferii a Taegu da mio padre, dove rimasi fino ad un mese fa, praticamente.
Lì sono cambiato, sia fisicamente che mentalmente. Lì ho scoperto cosa volesse dire poter esprimersi ballando...
Ed ora che sono tornato qui ed è successo tutto questo casino io non posso ricascarci di nuovo, con Jungkook, perchè sono sicuro che lui mi farebbe risentire quel ragazzo inutile, invisibile e che non piaceva a nessuno che ero fino a quattro anni fa.
Quello che doveva cercare conforto nel cibo perchè i suoi genitori non glielo davano.
Quello che vedeva nell'ingozzarsi quasi fino a vomitare l'unico modo per non sentirsi vuoto.
Ed io non voglio essere tutto questo" spiegai con voce rotta, rendendomi conto solo alla fine delle mie parole che stessi piangendo."Vieni qui" mi disse solamente Hobi, tirando il mio corpo verso di se e stringendomi in un abbraccio quasi stritolante.
E, ve lo giuro, non mi sentii mai così capito in tutta la mia vita...
SPAZIO AUTRICE:
Allora...so benissimo che questo è un capitolo "delicato", se così possiamo dire, rispetto al resto della storia.
Ma...mi sembrava giusto parlare della questione "cibo e disturbi alimentari"...e, sinceramente, vi sto dicendo queste parole perché il discorso ritornerà fuori anche nel prossimo capitolo ed in modo ancora più evidente.
Non voglio che per questo mi prendiate come la filosofa di turno che vi vuole dare perle di vita.
Semplicemente, io ci sono finita in mezzo ad un disturbo alimentare qualche anno fa, riuscendo ad uscirne solo dopo molti mesi e dopo molte fatiche.E, visto che quello dei disturbi alimentari è un argomento per me molto importante, volevo parlarne con serietà in questa storia, dove, appunto, Jimin ha avuto problemi da questo punto di vista.
Ho già parlato troppo, quindi mi dileguo✌🏻❤️.
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•Revival {Jikook}•
FanfictionCOMPLETATA "Non te ne sei ancora reso conto?". "Ma di cosa?". "Che sono io il ragazzino un po' sovrappeso che hai preso in giro e di cui hai reso la vita un inferno per quattro anni. Ed il fatto che tu ti sei interessato a me ora che sono "diverso"...