32. Non assolutamente tu

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JUNGKOOK

Avevo lasciato Jimin.

Ci stavo male? Sì.
Probabilmente ero innamorato di lui e non glielo avevo nemmeno detto? Sì.
Ero convinto che, senza di lui, almeno non avrei potuto rimanere ferito in nessun modo? Esatto.
E questo era l'unico ed il principale motivo per il quale l'avevo lasciato, usando, inoltre, delle parole che nemmeno pensavo.

Sinceramente speravo solo di riuscire a dimenticarlo abbastanza in fretta, in modo da andare avanti con la mia vita come se tutte le cose e tutte le sensazioni tra di noi non ci fossero mai state.
Ma non ero stupido...e, per questo, sapevo benissimo che non sarebbe mai successo.

Avevo iniziato a provare qualcosa di...vero per Jimin. Io, che in vita mia avevo rifiutato di provare qualsiasi cosa...

Ma...credevo semplicemente di dover far finta di niente con chiunque e, prima o poi, mi sarei convinto anche io di stare bene.

Proprio mentre stavo facendo questi pensieri seduto a gambe incrociate sul divano, il campanello di casa mia suonò, così mi diressi verso l'ingresso per aprire la porta, ritrovandomi davanti Tae.

"Ciao, che fai qua?" gli chiesi con leggerezza ma, comunque, stupito dal vederlo alla mia porta visto che non l'aspettavo.
"Avrei urgente bisogno della tua camicia nera e bianca. Sai, quella che sta meglio a me che a te" mi rispose lui in tono divertito, entrando in casa e dirigendosi automaticamente in camera mia, mettendosi a rovistare nel mio armadio subito dopo.

"Tranquillo, eh..." commentai in tono sarcastico, posandomi allo stipite della porta e rimanendo lì ad osservarlo.
Lui mi rivolse un sorrisetto, prendendo la camicia che gli serviva e richiudendo l'armadio scorrevole subito dopo.

"Ma...perchè non c'è Jimin? Di solito il sabato pomeriggio siete sempre insieme" mi chiese subito dopo, facendomi sprofondare in una piccola voragine.

Già, perchè per addirittura cinque minuti il fatto che ci fossimo lasciati non è stato il pensiero fisso della mia mente...

"L'ho chiusa con Jimin. L'altro giorno. Alla fine...non era niente di serio. Insomma: mi ci vedi a me sempre con la stessa persona per più di un mese?" gli risposi nel tono finto più divertito che credevo di avere, scostandomi dalla porta e dirigendomi, di nuovo, in soggiorno in modo da dargli la schiena per non fargli vedere quale fosse la mia reale espressione.

"Ma sei un coglione?" gli sentii dire alle mie spalle subito dopo, sentendomi afferrare per una spalla con forza.
"C-cosa?" balbettai solamente, girandomi e ritrovandomi il suo sguardo quasi furioso addosso.

"Guardati, stai cercando di fare finta che tu stia bene mettendoti davanti la solita maschera del ragazzo strafottente e menefreghista, quando, in realtà, hai il cuore a pezzi per averlo lasciato.
E questo mostra quanto tu sia un deficiente" mi rispose lui, iniziando a scuotere la testa con amarezza.
"Perchè sei così arrabbiato?" gli domandai solamente, ben sapendo, però, dentro di me che aveva ragione a trattarmi così.
"Ma secondo te?" mi disse in aria delusa, togliendo lo sguardo da me per un singolo secondo e, poi, rivolgendomi un'altra occhiata di gelo.

"Non potevo fare altro".
"Complimenti, Jungkook. Sei riuscito a rovinare, da solo, l'unica cosa bella che hai mai lasciato che ti capitasse.
E per cosa? Probabilmente per qualche stronzata che la tua testa si è tirata fuori durante la notte" mi rispose lui con convinzione, sorpassandomi nel bel mezzo del corridoio dandomi una spallata.

"Non è una stronzata!" gli urlai alle spalle, afferrandolo con forza come aveva fatto lui e girandolo verso di me.
"Spiegami allora, razza di fenomeno" mi rispose lui, facendomi alterare visibilmente anche se, a pensarci adesso, non avrei avuto nessun motivo per farlo.

Dopo un po' presi un bel respiro e dissi a Tae tutto quello che era successo con mia madre, partendo dal fatto che l'avevo trovata in lacrime sulle scale di casa mia arrivando al fatto che aveva iniziato a stare da mia zia e che aveva inviato le carte del divorzio a mio padre.

"Kook, io capisco che è difficile vedere tua madre in queste condizioni per via di tuo padre e che stai soffrendo anche tu insieme a lei. Ma guarda che non è che perchè tuo padre ha fatto del male a tua madre che allora, automaticamente, anche chiunque frequenti tu ti farà solamente del male.
Ti pare che Jimin sia lontanamente simile a tuo padre dopo tutto quello che noi due gli abbiamo fatto passare?
Avrebbe dovuto essere lui quello a lasciarti, nel caso. Non assolutamente tu" mi rispose lui con calma, continuando, poi, a scuotere la testa ed a farmi sentire estremamente in colpa.

"Lo so che non è come mio padre, ma...se non ho una relazione non posso nemmeno rischiare di soffrire, no?" gli domandai in tono serio, ben sapendo, però, che effettivamente il mio ragionamento faceva acqua da tutte le parti.
"Ed a quello che avevi con lui e quello che provavi quando stavi con lui non ci pensi?".

Non lo nego, quelle parole mi hanno fatto male. Anzi, non male. Forse, più che altro, mi avevano fatto salire sia rimpianti che rimorsi.
Ed era una sensazione che non avevo mai provato in vita mia...

"Sono solo sentimenti che un giorno dimenticherò" risposi meccanicamente e stringendo i pugni per riuscire a mantenere un tono stabile e controllato.

Già, perchè ero convinto che finchè mi fingevo sicuro il teatrino che stavo mettendo insieme avrebbe retto.
Tae, in tutta risposta, fece una risata amara e si allontanò da me, dirigendosi rapidamente verso la porta di casa mia.

"Dove vai?" gli chiesi solamente, non sapendo bene, in realtà, se avessi voluto che rimanesse oppure no.

Insomma: stava praticamente criticando piuttosto aspramente tutto quello che avevo fatto, ma...era pur sempre l'unica persona che ho sempre voluto accanto fin da quando ero bambino...

"Via da te e dal fatto che vuoi aver ragione anche se sei nel torto marcio" mi rispose con rabbia prima di aprire la porta, uscire e di sbatterla alle sue spalle.

Io rimasi solamente lì, in piedi in mezzo alla stanza, incapace di fare qualcos'altro che non fosse passarmi nervosamente le mani tra i capelli e rendermi conto che, effettivamente, Jimin era la prima persona per cui io avessi mai sofferto.

Solo che...avevo fatto tutto da me e lui non c'entrava proprio niente...

SPAZIO AUTRICE:
Tae è il miglior personaggio di questa storia. Passo e chiudo.

Detto ciò, grazie per le 6mila letture✌🏻❤️.

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