Capitolo 36

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"Quante urla... che starà succedendo in quella casa?" Eve osservò i vicini dalla finestra, nascondendosi dietro alla tenda color pesca. Aveva sentito dei rumori simili a grida, ma erano distanti e non capiva se si fosse sognata tutto. Era pur sempre notte fonda e lei non aveva dormito un granché, ma era sicura di aver visto una strana luce apparire nel retro della casa di fronte.

"Sono sicura che questa storia piena di cose paranormali frutterebbe molto in televisione o meglio nei social..."

Eve spalancò gli occhi illuminata da un'idea e si affrettò a mettersi qualcosa di caldo addosso per uscire, portando con sé il telefono. Uscì di casa e si guardò attorno: era ancora buio e una brezza fredda la colpiva in pieno viso facendola rabbrividire. Si sistemò la chioma rossa e puntò gli occhi decisa sulla casa dei vicini in questione.

Attraversò la strada asfaltata guardandosi attorno, come se qualcuno potesse attaccarla da un momento all'altro, e raggiunse il lato della casa più buio per evitare di essere vista da qualche vicino. Si era dimenticata che fossero le quattro di mattina.
Mentre camminava lentamente, per evitare di fare rumore, si preparò ad osservare il retro ma si scontrò con un corpo che non riuscì a vedere: spalancò gli occhi colta dal panico di essere stata scoperta ma la persona in questione la prese per le spalle e la allontanò da sé in modo brusco: "Ehi ma chi diavolo-!"

Eve accese il telefono per vedere chi fosse la persona in questione e rimase senza parole vedendo una donna bella ed affascinante: aveva i capelli rossi, più chiari dei suoi e degli occhi magnetici e così intesi da farle girare la testa. La vicina fece una smorfia e iniziò a credere che in quella casa si stesse creando un'agenzia di modelli perché le sembrava impossibile avere così tanta gente bella e giovane nello stesso posto. Forse stava delirando e niente di quello che vedeva era vero... sta di fatto che la sconosciuta era fin troppo vera e attraente per non provarci subito: "Non ti ho mai vista da queste parti e credimi che ricorderei una come te." Eve fece sbattere le sue ciglia in modo seducente e aspettò una risposta dalla sconosciuta. Di solito quando faceva così, cadevano tutti ai suoi piedi, le sorridevano e ricambiavano il complimento, poi iniziava il gioco malizioso e con un po' di fortuna, se li portava pure a letto.

"Non voglio nessun servizio grazie." E se ne andò senza voltarsi, con un passo frettoloso che la faceva sembrare in fuga da qualcosa. Eve spalancò la bocca indignata e trattenne un'imprecazione: come era possibile che l'avesse scambiata per una prostituta?

"Ma stiamo scherzando?!" Fu così furiosa che decise di tornare in casa, sbattendosi la porta alle spalle. Si ricacciò nel letto col broncio e portò le coperte sopra la testa come se volesse affondare nel letto e scomparire per sempre dal mondo. Era stato così imbarazzante e la cosa peggiore era pensare che quella donna fosse seria. Non aveva avuto intenzione di insultarla, bensì si era semplicemente sbagliata... una prostituta, andiamo! Non sembrava affatto una donna del genere.

Eve passò la notte così, pensando a che cosa non andasse in lei. Doveva iniziare a dare ascolto ai consigli degli amici e smettere di comportarsi in quel modo solo per poter piacere a tutti: tanto più ci provava, più soffriva e non piaceva proprio.
Nella sua vita era stata ferita più volte e temeva la possibilità di essere giudicata e disprezzata per quello che era veramente: "Nel mondo c'è gente crudele Eve... non fidarti mai di nessuno." , era la frase che le aveva ripetuto sua madre fin da quando era bambina, ma forse era giunto il momento di ascoltare il suo cuore più che la sua testa e lasciare una porta aperta alla speranza che un giorno qualcuno di buono sarebbe entrato.

Quanta gente ha lasciato entrare persone crudeli senza saperlo? Altre invece hanno semplicemente dato troppo a chi restituiva poco, ma non è forse amore questo? Dare senza voler nulla in cambio? Eve pensava che la cosa giusta fosse amare senza limiti chi se lo meritasse davvero, ovvero se stessi. Lei era la sua vera anima gemella e non aveva bisogno di nessuno per essere completata. Certo, voler bene agli altri e aiutarli è importante, ma non lo è forse anche apprezzarsi e amarsi per quello che si è?

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