Susanne si era appena risvegliata e incontrò gli occhi preoccupati dei suoi amici e colleghi del Bloody Moon. Si soffermò soprattutto sullo sguardo inquisitore di Paul: aveva le braccia incrociate al petto, ma con una postura rilassata, la quale contrastava con la fronte corrugata dell'uomo. Era stressato ma cercava di nasconderlo: era sempre stato così fin dal primo giorno in cui i ragazzi lo avevano incontrato, non mostrava le sue emozioni e teneva all'oscuro tutti delle sue preoccupazioni per ricoprire in modo adeguato il ruolo di capo del gruppo. Eppure sarebbe stato meglio che iniziasse ad appoggiarsi ad altre persone, questo lo sapeva bene, ma erano difficili da cacciare i vecchi vizi.
"Susanne! Ci hai fatti preoccupare." Mark le sorrise e la aiutò a sedersi. Era sul letto di Paul, mentre gli altri la circondavano nella stanza. Susanne cercò con lo sguardo Iris perché non aveva udito ancora la sua voce, ma si accorse presto che non era tra i presenti. Dopo aver respirato profondamente per qualche minuto, affinché calmasse la sua agitazione, prese parola e cercò di spiegare quello che era successo:
"Non ho scusanti per quello che ho fatto ma dovete credermi quando vi dico che volevo solo proteggere tutti. Loro facevano sul serio ed erano troppi, non avremmo mai potuto-" i suoi singhiozzi le impedirono di continuare il discorso, ma fu sollevata dal vedere sguardi preoccupati e non arrabbiati con lei.Proprio in quel momento arrivò nella stanza Iris seguita dalla sua ragazza. La vampira bionda non aspettò nessuna parola e si gettò tra le braccia della sua amica: la strinse a sé e lasciò andare tutta la tristezza che provava in quel momento. Voleva piangere, ma non lo avrebbe fatto davanti a tutti: doveva essere forte anche per i suoi compagni.
"Susanne perché non hai detto nulla?! Potevamo aiutarti, ti avrei aiutata in qualunque caso!"
Susanne alzò lo sguardo su Iris e scosse la testa con un sospiro:
"E come avrei fatto? Loro controllavano tutto e, se avessi fatto un passo falso, in qualche modo ci avrebbero ucciso o ferito.""Comunque-!"
"Iris." Paul utilizzò un tono autorevole e deciso, ma la sua era una voce controllata. I suoi occhi sembrarono addolcirsi quando si posarono sulla ragazza che si era appena ripresa, probabilmente anche lui non riusciva a credere che ci fosse del male in lei. Paul si ricordava ancora il giorno in cui aveva accolto quei ragazzi, raccogliendoli dalle strade e dai posti pericolosi che un tempo avrebbero chiamato "casa". Ognuno di loro aveva la propria storia da raccontare ma in qualche modo questo li rendeva più simili.
"Susanne avrebbe dovuto parlarcene, ma prova a metterti nei suoi panni... che cosa avresti fatto sotto quella pressione? Non poteva sapere se il loro fosse un bluff o la verità e di certo la paura non la aiutava a ragionare lucidamente. Cara, io credo che tu abbia fatto qualcosa di coraggioso."
Susanne sollevò gli occhi su di lui trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire ancora una volta, così scelse di mascherare quella tristezza con un sorriso rincuorato: voleva bene a tutto lo staff, ma vedeva Paul come il padre che avrebbe sempre voluto avere. Lei ed alcuni dei ragazzi erano figli di nobili famiglie dei vampiri: ognuno aveva dovuto sopportare i propri problemi durante la crescita in quell'ambiente radicale, ma la cosa che li univa tutti era un ricordo orribile, che avrebbero voluto dimenticare. In passato quelle famiglie nobili decisero di tenere un torneo per decidere quali fossero gli eredi più forti, ma si trattava di un macabro gioco che avrebbe divertito la famiglia reale e la popolazione vampira. I ragazzi avrebbero dovuto combattere tra loro e superare delle prove strazianti con oggetti di tortura per la sopportazione del dolore o macchine di morte che tentavano di prosciugarli o tagliarli a pezzi.
Paul riuscì ad entrare nel torneo come amministratore e nel momento più adatto, li portò via da lì, fuggendo da quelle ostentazioni crudeli di potere. Per anni cercarono i vampiri fuggiti ma presto ogni famiglia annunciò la diseredazione dei figli scomparsi, provando disgusto di fronte alle loro azioni. Questo sintetico resoconto dei fatti faceva comprendere quanto fosse difficile per i vampiri del Bloody Moon parlare del loro passato. Provavano vergogna per la loro società e per le persone che avrebbero dovuto chiamare familiari.
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Baby Alfa
FanfictionCamila non poteva credere alle parole di quella donna che entrava nel suo territorio, sconvolgeva tutta la sua vita e diceva di essere la Prescelta. Non poteva credere che da lì a poco tutto sarebbe cambiato: lei era il capo del suo branco e non si...