La festa in maschera.

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Susanne P.O.V.

Okay, forse avevo un po' sottovalutato la situazione che si sarebbe scatenata davanti ai miei occhi: c'erano fin troppe persone!

Avevo persino perso di vista Paul e non ci tenevo particolarmente a stare da sola in mezzo a nobili e ufficiali: erano tutti vestiti eleganti e sorridenti, pronti a parlare con chiunque e divertirsi a spese della regina; qualcuno era così estravagante da aver portato con sé degli animali come lupi o tigri. Già avevo avvistato una tigre che giungeva con qualcuno.

Mi chiedevo da dove venissero e come alcuni avessero fatto a trasportare animali con sé ma era certo che erano persone con contatti e potenza necessaria per farlo. Io mi ritenni offesa nel vedere dei lupi come animali da compagnia: se i miei amici dei branchi avessero visto questa scena, avrebbero dato di matto e non li avrei biasimati.

Era vergognoso, un'offesa non solo alla loro specie ma anche a quella dei lupi stessi. Nemmeno la tigre meritava di essere rinchiusa da qualche parte o comportarsi come un animale da passaggio.

"Buonasera." Un uomo in maschera mi approcciò con un sorriso malizioso e sapevo che avrebbe iniziato a flirtare così la guardai velocemente e risposi: "Buonasera, che sete vero? Andrò proprio a prendere qualcosa."

Cercai di allontanarmi ma il tipo mi prese il polso insistendo che ci avrebbe pensato lui: io acconsentii e me la svignai appena lui si allontanò da me. Erano proprio insistenti alcuni di loro: non fu il primo a provarci con me quella sera, una donna quasi mi costrinse a ballare, mentre un uomo cercò di toccarmi ma fu allontanato da un galantuomo.

A proposito del galantuomo, avevo sperato che fosse una persona migliore di tutti quelli che avevo incontrato quella sera, ma si rivelò anche lui un incubo.

Vidi i capelli biondi e un po' mossi, il sorriso carismatico che celava una parte oscura e profonda di lui, poi cercai di osservare bene gli occhi ma erano nascosti da una maschera con dettagli d'oro. Quando sentii la sua voce capii subito chi fosse:

"State bene?" mi domandò con la voce fredda e distante che apparteneva a colui che avrebbe voluto uccidermi al torneo. Il gelo che mi raggiunse fu molto diverso da quello di Cleofe: lei era distaccata, quasi apatica quando si rivolgeva agli altri, nascondeva sempre le sue vere emozioni ed era controllata, mentre William Rosarius... beh lui non si preoccupava nemmeno delle intenzioni che lasciava intravedere prepotentemente dai suoi occhi e dai suoi sorrisi crudeli.

In quel momento avrei voluto fuggire come l'ultima volta e nonostante fossi in mezzo ad altre persone, temevo che William mi avrebbe fatto del male senza preoccuparsene. Perché non riuscivo a rimuoverlo dai miei incubi? Perché mi faceva così paura anche se ero sopravvissuta alla sua violenza e al suo tentativo di uccidermi?

Per la prima volta, avrei desiderato avere accanto Cleofe.
Tra un male maggiore e un altro, si sceglie sempre quello più tollerabile, questo era certo.

"Vedo che indossate gli stessi colori della regina! Quale fortuna le ha permesso di combinare il vostro abito in sintonia al suo?" alla domanda dell'uomo sorpreso mi voltai verso la direzione in cui stava volgendo gli occhi e vidi l'entrata della regina, stupenda e magnificente, come lei.

Scese lungo le scale che conducevano alla sala in festa, torreggiando su tutti come una dea in mezzo ai suoi fedeli e servitori, con un sorriso che splendeva abbastanza da poter illuminare una stanza intera avvolta dal buio... lei stessa brillava.

 lei stessa brillava

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