L'incontro - Susanne P.O.V.
Era una notte qualunque, silenziosa e fredda come ogn'altra da quando era terminata la guerra; fredda non perché potessi realmente sentire i brividi del gelo, ma per il tormento che mi causava, incapace di colmare il vuoto che mi affliggeva.
Superare ciò che avevo vissuto non sarebbe stato semplice, chiudere gli occhi e non pensare alle grida, al sangue, alla morte, era impossibile. Non potevo nemmeno portare una mano al petto e ascoltare il mio cuore per farmi cullare dal suo suono, non riuscivo a deglutire l'agitazione e il disperato bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi per rimanere sana.
Guardai la luna alzando il capo verso il cielo notturno e sospirai per abitudine, socchiudendo gli occhi e ascoltando il vento che spostava le foglie e accarezzava le fronde degli alberi; rimasi ancora per un momento distesa sul prato godendo per altri secondi della luce lunare per quanto fioca fosse, ma la mia pelle, quella di un vampiro, pallida come un lenzuolo riusciva a brillare in quell'istante.
"Perché sei come lei? Non dovresti essere unica e incomparabile, Luna? Non dovresti punire chi ha osato elevarsi e splendere come te? I suoi capelli brillanti, la sua pelle bianca, i suoi occhi profondi e le sue labbra hanno lasciato mille cicatrici su di me che non riesco ad odiare... se solo fosse tutto diverso, se solo queste ferite avessero un significato differente, eppure tutto mi dice di continuare ed essere delirante pur di assaporare così intense emozioni. Quei giorni vuoti riuscì a colmarli solo con la lettura, con storie che parlavano di amore e di amanti avvinghiati dalla passione, capaci di lasciarsi prendere dalla morte l'uno per l'altro, di cavalieri e gesta eroiche, di principesse innamorate, di trasgressori delle regole che rinunciavano ad ogni cosa pur di ottenere attimi di intenso sentimento con gli amanti. Ma lei mi ha fatto vivere qualcosa di sconosciuto e avevo paura di cadere troppo a fondo e non potermi risollevare... che cos'è quest'eterno se nemmeno riesco a seguire il cuore? Che senso ha che io viva se dilaniata nel mio animo fragile e corrotto, se sola in mezzo all'universo, sotto una luna che ormai non è che una fiamma rispetto alla tua luce immensa, se pur fatale?"
Sussurrai ogni parola alla luna, lasciando che le lacrime mi macchiassero il volto senza fermarle: se qualcuno mi avesse visto avrebbe pensato che si trattava di una pazza, ma con chi avrei potuto parlare di quello che provavo? Nemmeno la poesia ormai riusciva a contenere quell'esplosione emotiva, quella cascata disperata di trovare una fine al mio percorso infinito.
Mi alzai e decisi che era il momento di lasciare il bosco, così camminai verso casa, osservando il buio in cui nuotavo, ma quella notte non mi aspettava la solita tristezza: giunta poco distante dal confine con la strada che conduceva al Bloody Moon, mi accorsi di udire dei passi, veloci ma felpati, oscurati dal vento, tranne per un istante in cui mi ero voltata indietro. Mi guardai attorno timorosa che non fosse un animale, bensì qualcuno che voleva ferirmi: non ero ancora il sicuro, non lo sarei mai stata veramente.
"So che sei qui, esci fuori!" urlai contro il nulla, sperando che in realtà mi sbagliassi, ma presto udì altri passi, questa volta nemmeno mascherati, quasi come se l'essere in questione non volesse più nascondersi. Decisi di non aspettare e cominciai a correre per la strada, con gli occhi che si guardavano attorno con frenesia, aspettandosi da un momento all'altro di vedere qualcosa o qualcuno. Non fu visibile inizialmente, delle mani furono la prima cosa ad afferrarmi, bloccando la mia fuga: un braccio circondò la mia vita, mentre l'altro afferrò la spalla passando sopra il petto. Era una stretta ferrea, priva di calore: un vampiro.
Iniziai ad urlare e dimenarmi per sfuggire alla presa, convinta che sarebbe stata la mia fine veramente, poi una voce calda riuscì a calmarmi in un attimo:
"Che cosa fai tutta sola nel bosco? Aspetti forse qualche creatura malvagia che venga a mangiarti? Se è così, lascia che sia io quella creatura..."
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Baby Alfa
FanfictionCamila non poteva credere alle parole di quella donna che entrava nel suo territorio, sconvolgeva tutta la sua vita e diceva di essere la Prescelta. Non poteva credere che da lì a poco tutto sarebbe cambiato: lei era il capo del suo branco e non si...