Capitolo 42

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"Scusate tanto, ma la casa sta diventando troppo stretta!" urlò sopra il baccano Alejandro, sentendosi impazzire in mezzo a quel caos. Era nella sala principale e i principali artefici del suo nervosismo furono i bisticci di Ruby e Louis, i pianti di Selena, le lamentele di Camila nei confronti della situazione e la lunga discussione che stava avvenendo tra Normani, Cole e Toni.

"Che ne dite di andare da un'altra parte a fare le vostre cose? Sto cercando di leggere. Non c'è l'allenamento oggi?"

Tutti si fermarono per ascoltarlo, tranne ovviamente Selena che continuava a piangere istericamente: non passava giorno in cui non si lamentasse o svegliasse le Alfa con i suoi pianti. Lauren aveva le occhiaie per aver passato delle notti insonni e Camila era parecchio nervosa, nonostante facessero a turni per tenere la bambina.

"Immagino che potremmo discutere anche all'esterno..." Toni guardò con dispiacere il padre della cubana e mugugnò qualcosa prima di invitare ad uscire i suoi compagni di conversazione fuori dall'abitazione.

"Andrò da Iris, mi manca!"

"Ma l'hai vista ieri!" replicò Louis esterrefatto: come era possibile che quasi tutti avessero trovato qualcuno di cui parlare o con cui fare cose da innamorati, smielate e noiose?

"Mi dispiace che sei single, se vuoi ti presento qualcuno: preferisci un maschio o una femmina?"

"Vado dove mi porta il cuore e il corpo e di certo non ho bisogno di te per avere qualcuno con cui passare il tempo!" Louis si sentì offeso dalla proposta di Ruby e sbuffando abbandonò la casa. Non era veramente arrabbiato ma si chiese come mai nessuno gli avesse ancora chiesto di uscire, eppure lui era davvero un bel ragazzo! Simpatico, affascinante, forte, bello e bravo pure a cantare...

"Ehi!"

Louis sorrise fra sé quando sentì qualcuno chiamarlo alle sue spalle: era evidente che qualcuno lo stesse per abbordare. Così si fermò dopo la corta camminata che l'aveva portato fuori dal vicinato, in compagnia di pensieri e domande senza risposta:

"Che cosa possa fare per te?"

"Ti è caduto questo!" Louis corrugò la fronte quando vide un uomo barbuto, di mezz'età, avvicinarsi a lui con un biglietto in mano: lo prese cautamente e spiegandolo tra le mani vide che c'era un numero scritto sopra.

"No, non è mio. Grazie!" lo ringraziò ridando indietro il foglietto e cercando una scusa per scappare da quella situazione imbarazzante: un uomo barbuto e parecchio vecchio per lui lo voleva abbordare?!

"Ah! Non è mio, te lo posso giurare ragazzo. Ho visto qualcuno in realtà con te e pensavo che fosse quella persona ad avertelo dato, poi l'ho visto cadere e ho pensato di riprenderlo per te. Poteva essere importante."

Louis si sentì in colpa per avere pensato male di quel gentil signore e riprese il biglietto ringraziandolo ancora. Dopo quel breve incontro, passò il resto del viaggio a pensare chi fosse stato l'artefice di quel biglietto, per non parlare del fatto che non aveva percepito nessuna presenza attorno a lui prima del signore. Lo riprese in mano più volte, leggendo il numero sottovoce: non lo conosceva.

"Tanto vale provare a chiamarlo." così prese il suo telefono e digitò il numero. Dopo un po', qualcuno rispose alla chiamata: "Segua le indicazioni e giungerà alla meta."

"Mi prendi in giro? Chi sei?"

"Vuoi un premio?"

"Certo, ma non mi fido di te." chi non vorrebbe un premio?

"Bene, allora segui la strada per giungere alla casa gialla in fondo alla via."

"Primo non mi dici che cosa fare, secondo non hai considerato la mia mancanza di fiducia nei tuoi confronti, terzo dove sei?! Salta fuori." Louis si guardò attorno furtivamente, continuando a camminare: la situazione poteva diventare pericolosa.

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