La Guerra - II

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"Quindi come va?"

"Non mi posso lamentare."

"Okay..."

"Perché è così imbarazzante?"

"Non lo so. È passato molto tempo" Tobias rise e distolse lo sguardo dalla vegetazione per farlo cadere sulla ragazza che camminava con lui. Susanne era una tipa apposto, gli piaceva come persona ed era interessato a sapere come avesse passato in quei mesi a stretto contatto con la donna stravagante che l'aveva ferita. Più volte avrebbe voluto andare personalmente a controllare che Paul e Susanne stessero bene, ma Lauren e Camila avevano ordinato al gruppo di non agire impulsivamente.

"Si sono comportati bene gli ostaggi?" Susanne incrociò le braccia al petto e alzò lo sguardo dal basso per osservare timidamente Tobias. La verità era che quel ragazzo la intimoriva un po': forse era la sua bellezza mascolina e decisa o forse la sua serietà quasi militaresca.

"Sì stranamente. I tuoi colleghi non hanno avuto troppo problemi con loro. A proposito, dove si trova Paul?" Tobias si appoggiò ad un tronco con la mano e si guardò attorno con attenzione, temendo quel silenzio che aleggiava nella folta vegetazione.

Susanne sospirò pensando a Paul e rispose a Tobias dopo essersi guardata attorno: "La regina gli ha proibito di seguirci."

Erano successe molte cose a corte a tal proposito, ma forse non era il momento adatto per discuterne. Susanne scosse la testa quasi come se quel piccolo gesto riuscisse a scrollarle di dosso anche le preoccupazioni, poi riportò gli occhi sul sentiero e si accorse che la regina era vicina a loro: vide la sua chioma lucente poi lo sguardo deciso di un predatore nascosto prima dell'agguato. Quando il gruppo la raggiunse, rimasero tutti in silenzio a cercare la minaccia che la regina aveva già avvertito: inizialmente nessuno lo notò, ma c'erano degli individui sconosciuti nascosti nella vegetazione folta e rigogliosa. Eppure quel verde brillante presentava già i primi segni del sua futura decadenza, causata dal male che circolava nell'ambiente, indegno e orrido, e che avrebbe disgustato chiunque avesse potuto percepire anche solo una delle gocce velenose che si portava dietro.

E i più sensibili, i maghi, le streghe, coloro che fossero in contatto col mondo spirituale, potevano facilmente vedere ciò che li circondava: nella loro forma reale gli alberi soffrivano, piangevano sangue, mentre le piante invocavano aiuto o altre agguantavano prede con punte affilate per poter sopravvivere. Perché il male ci trasforma, cambia le priorità di tutti, mondo organico e inorganico, e come si può criticare un essere che cerca solo di mantenersi in vita?

"Che facciamo?" Un uomo del gruppo accovacciato vicino a Tobias e Susanne fece per alzarsi e muoversi avanti ma la mano della vampira lo costrinse a fermarsi per evitare che qualcuno lo vedesse. La regina era rimasta molto silenziosa, persino troppo, ma quando osservò l'interazione tra il lupo e Susanne mosse le labbra come per dire qualcosa; la ragazza dai capelli scuri e gli occhi azzurri cristallini fissò quelle labbra che all'improvviso furono sfigurate da un urlo silenzioso.         Susanne spalancò gli occhi e le venne il voltastomaco: accadde tutto in un attimo e nessuno riuscì a fare niente per impedirlo, l'uomo che si era sollevato per osservare che cosa stesse succedendo, con il braccio ancora stretto dalla mano della vampira, non aveva più la testa. Il sangue era schizzato da tutte le parti, macchiando il volto di Susanne e i suoi vestiti e lasciando il segno di un orrore permanente sul suo volto.

Cleofe la prese velocemente e la spostò giusto in tempo per evitare che venisse anche lei colpita. Urlò qualcosa al gruppo riguardo una ritirata e si occupò di proteggere la ragazza ancora traumatizzata.  Susanne vedeva solo quell'uomo, sentiva solo il rumore della caduta del suo corpo ormai cadavere contro il terriccio: rimbombava nella sua testa e l'odore del suo sangue le impregnava i vestiti di un fetore soffocante. Come se all'improvviso avesse digerito il trauma, cacciò un urlo stringendo le mani attorno al braccio della regina che la reggeva per la vita.

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