Hello^^
Benvenuti in questo secondo capitolo. Vi ricordo che la storia tratterà temi più seri rispetto alla fic "I Don't Care". Se non amate questo genere di trame, non leggete. Alcuni capitoli avranno l'avviso in alto per i contenuti destinati a un pubblico maturo.
I personaggi non mi appartengono e la storia è puramente inventata. Non voglio offendere nessun attore di drama, quindi, se non amate questo genere, potete evitare di leggere o pensare ai vari nomi che ho scelto senza immaginarvi gli attori.
Grazie per la collaborazione^^
Masayume Herondale
APPUNTI INIZIALI
Il Long Island Iced Tea è un cocktail a base di vodka, gin, rum bianco, triple sec e tequila.La bevanda deve il suo nome non alla presenza effettiva di tè freddo, ma all'aspetto finale della preparazione e all'odore, che assomigliano a quelli del tè al limone.
È stato inventato negli anni '30 durante il periodo del proibizionismo e realizzato con più basi alcoliche possibili con l'aggiunta di Coca-Cola per farlo sembrare un innocentissimo tè freddo.
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"Earth." disse Gulf, sventolandomi una mano davanti agli occhi. Alzai il volto verso di lui sorridendo, notando un nuovo tatuaggio sul suo collo. Era piccolo, forse tre o massimo quattro centimetri, più o meno come tutti quelli che erano "visibili" dai vestiti. Una semplice foglia in bianco e nero, nemmeno troppo sfumata, ma ben disegnata e dai contorni morbidi.
"Quello è nuovo..." dissi indicando con lo sguardo il disegno dal nero brillante, leggermente lucido sotto la luce dei neon dell'entrata, probabilmente a causa della crema per curarlo.Lui annuì stringendo le labbra in un sorriso, appoggiandosi al bancone della reception con i gomiti, scrutando i fogli che avevo sotto mano. Erano le 20:30 e dovevo controllare gli appuntamenti della serata, oltre che essere sicuro che gli host arrivassero in orario.
"Tu invece hai una faccia... non hai dormito?" domandò a quel punto, appoggiando il mento sul palmo.
Era bello come pochi, con quella camicia nera aderente che gli fasciava il torso. Le maniche sapientemente arrotolate solo di qualche centimetro sopra i polsi, mentre i primi tre o quattro bottoni erano volutamente lasciati aperti per mostrare la sua pelle ambrata.
Per chi non lo conosceva bene però era saggio non guardarlo troppo, soprattutto in volto, perché nonostante il suo carattere amabile, era in grado di spaccarti la mascella con un solo pugno.
"Ho dormito. Non so perché mi vedi stanco." puntualizzai.
Lui alzò le spalle guardandomi successivamente con interesse. C'era qualcosa di strano in lui e subito dopo capii quale fosse il problema.
"Ti devo dare una notizia... Anche se te lo dirà più tardi anche P Mew..." disse con tono allegro, portando una mano verso il mio volto e sistemandomi probabilmente un ciuffo ribelle.Non mi spostai perché lo conoscevo troppo bene e sapevo quanto ci tenesse affinché io fossi sempre al meglio durante il turno. Notai che su una ricevuta mancava la firma di P Mew, quindi la passai a Gulf sul bancone, insieme a una penna.
"P Mew sa che mi stai dando questa informazione prima di lui?" domandai con tono ironico. Gulf arricciò le labbra, firmando la ricevuta senza nemmeno leggere cosa fosse, ripassandomela subito dopo. "Lo sai che amo il rischio..." sussurrò accarezzandomi una guancia.
"Sì. Lo so. Allora?" risposi poggiando i gomiti sulla scrivania nera davanti a me, perfettamente incastrata dietro al bancone.
Lui smise di toccarmi, tirandosi poi indietro i capelli, facendomi dimenticare per qualche istante come si respirava.
Ricorda Earth... guardare ma non toccare.
"Domani arriverà un nuovo host. Si chiama Kao, ha 28 anni, ed è talmente bello che tutti i ragazzi di Bangkok faranno la fila per conoscerlo." disse tutto d'un fiato, guardandosi intorno per paura che qualcuno potesse aver ascoltato le sue parole.
Io rimasi spiazzato dalla notizia che mi diede Gulf, anche perché di solito ero uno dei primi ad essere informato delle nuove assunzioni, così da poter inserire in agenda il nome e gli appuntamenti. Inoltre, non era solo una questione di lavoro, ma anche di principio. Perché non ero stato avvisato prima come al solito?
"Non fare quella faccia... Anche io l'ho saputo solo ieri da P Mew. Si tratta di un favore che sta facendo a un amico..." disse a quel punto Gulf, lisciandosi la camicia e controllando che tutto fosse in ordine.
Annuii senza dire altro, accettando la risposta di Gulf senza pormi altre domande. Pensai dunque che doveva essere davvero bello questo ragazzo, se P Mew era arrivato ad assumerlo come host. Ero davvero curioso di vedere questo nuovo accompagnatore all'opera, viste le lodi che gli aveva tessuto Gulf con una sola frase.
"Earth... mi raccomando. Anche per lui vale la regola del guardare, ma non toccare." disse di nuovo Gulf con tono ironico, per poi andarsene all'interno del locale, prendendo il posto del barman che si dileguò in un secondo.
Mi morsi distrattamente le labbra guardando un punto indefinito davanti a me. "Kao? Non vedo l'ora..."
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Erano le 22:30 quando i primi clienti iniziarono ad entrare all'interno della sala, dopo aver recuperato da me i loro braccialetti colorati che indicavano l'host di appartenenza.
Gli appuntamenti non erano molti, ma il profitto sarebbe stato comunque alto, visto che il prezzo per ogni ora non era mai al di sotto dei seimila baht. Guardai con attenzione i due schermi che avevo davanti, mentre me ne stavo seduto alla scrivania, la mia solita postazione in attesa di clienti.
Gun sorseggiava il suo bicchiere di vino rosso, flirtando con gli occhi come solo lui era in grado di fare. Le labbra carnose erano semplicemente un invito malizioso, soprattutto ogni volta che se le leccava di sfuggita, facendo intravedere la lingua solo per pochi istanti. Era minuto, dal volto dolce, ma allo stesso tempo intrigante. Non era alla portata di tutti, visto che il suo prezzo partiva dai diecimila baht in su, ma nonostante questo era sempre molto richiesto.
In quel momento era al suo tavolo in postazione tre, quello più grande in fondo alla sala nell'angolo a destra, insieme a un tizio con cui si vedeva da più di tre mesi. L'uomo, visto che era trascorso il periodo di "prova" nel quale era vietato fare regali agli host, gli aveva appena regalato un orologio, sicuramente molto costoso.
Diedi giusto uno sguardo alla zona bar, dove Gulf sorseggiava probabilmente un Martini. Lui era la mia telecamera vivente e avrei potuto contare sempre sul suo sguardo da falco.
La porta d'entrata si aprì e Saint si fece avanti con il suo solito sguardo timido e le guance piene. La prima volta che lo avevo visto, avevo pensato si trattasse di un ragazzo delle superiori, quando in realtà aveva già 22 anni. Non era passato molto tempo da allora, forse sei o sette mesi, ed era ormai diventato uno dei clienti "d'oro" di Zee.
"Ciao P Earth... sono puntuale, giusto?" disse abbassando lo sguardo, passandomi sul bancone una carta di credito.
Io annuii mostrando il mio solito sorriso, prendendo la carta e facendogli pagare in anticipo le due ore che avrebbe passato insieme a Zee quella sera. Quando gliela restituii, notai che indossava una strana collana al collo. Pareva quasi un collare in pelle nera con un diamantino posto proprio al centro. Si preoccupò all'istante appena si rese conto che avevo notato quell'affare, cercando in qualche modo di nasconderlo con il colletto del giubbotto di jeans. Inutile.
"Zee ti sta aspettando... solita postazione con i soliti Long Island." dissi passandogli la ricevuta e un braccialetto giallo, il colore di Zee.
"Ti ringrazio, P Earth." rispose lui con gentilezza, mettendosi subito il braccialetto al polso ed entrando all'interno della sala, camminando sulla sinistra fino in fondo al locale, proprio in una delle postazioni a me invisibile per colpa del muro d'entrata.
Dalle telecamere notai Zee, seduto nella postazione due a sinistra rispetto a quella di Gun, salutare Saint con un cenno, lasciandolo sedersi sul divanetto opposto al suo. Saint sembrò preoccupato, seduto in maniera rigida e con le mani sulle gambe, mentre Zee era seduto perfettamente comodo, con una caviglia appoggiata all'altro ginocchio ed entrambe le braccia sulla spalliera del divanetto.
Guardai Saint togliersi con lentezza il giubbotto di jeans, rimanendo con addosso una maglia nera abbastanza scollata da mostrare alla perfezione le sue clavicole. Zee riportò la gamba in posizione normale, sporgendosi in avanti per appoggiare le braccia sulle cosce, fissando Saint con troppo interesse.
Fu Saint a quel punto a sedersi con le gambe leggermente divaricare, appoggiando la schiena al divanetto con molta più tranquillità.
Lo spettacolo è partito.
Accesi i microfoni e attesi le parole di Saint che non tardarono. "L'ho messo come mi hai chiesto P... Quando mi porterai nella stanza buia?"
Sentii un brivido per tutto il corpo nel sentire quelle parole dette con tono grave, sensuale, così diverso da quello che aveva avuto Saint poco prima davanti a me. Notai Zee sorridere e mordersi le labbra, probabilmente incantato da ciò che aveva davanti.
Le poche cose che sapevo, e che sapeva anche Zee, era che Saint aveva un grande, gigantesco problema. Un disturbo di doppia personalità di cui il ragazzo non gli aveva mai parlato per bene, ma che Zee aveva imparato a conoscere in tutti quei mesi di incontri. La madre di Saint sembrava non voler rendersi conto di quanto il figlio stesse soffrendo, dandogli solo dei soldi per parlare con "qualcuno".
Zee era diventato quel qualcuno per caso, visto che mesi prima aveva trovato Saint in mezzo al parco di sera, mentre piangeva disperato e si guardava le mani invase da tagli e graffi. Lo aveva portato al locale, visto che il minore non ne aveva voluto sapere di andare in ospedale o chiamare la madre, finendo per passare la serata nella stanza buia insieme a Zee, il quale perse semplicemente tutti i clienti della giornata.
Saint era poi tornato il giorno successivo a chiedere di Zee, pretendendo di avere un appuntamento con lui. Fu in quel momento che l'altra personalità di Saint uscì fuori per la prima volta, sbattendo i pugni sul bancone e distorcendo il volto gentile in una smorfia carica di odio. Nel momento in cui Zee aveva posato la sua mano sulla spalla del minore però, tutto era tornato alla normalità, lasciando solo un Saint in lacrime abbracciato al petto di Zee. Da quel giorno il ragazzo passava le serate in compagnia dell'host, convinto che fosse l'unico in grado di tenere a bada la "bestia" che si nascondeva dentro di lui.
P Mew non aveva avuto nulla in contrario e visto che Saint poteva pagare ed era maggiorenne, lasciò al ragazzo la possibilità di prenotare Zee anche per periodi più lunghi.
Nonostante Zee fosse l'unico che riuscisse a controllare il disturbo del minore, questo non voleva dire che il problema fosse arginato, anzi tutt'altro, visto che ogni sera spuntava quel suo lato sadico e intimidatorio.
"Ti porterò nella stanza buia quando la smetterai di chiederlo..." disse Zee prendendo in mano il suo long drink, succhiando dalla cannuccia gialla il liquido ambrato.
Saint alzò le spalle, lanciando uno sguardo di sfida all'host, accavallando successivamente le gambe. Faceva sempre la stessa domanda e riceveva sempre la stessa risposta, ogni santa volta che avevano un appuntamento. Possibile che ancora non avesse compreso?
"Smettila di guardarmi in quel modo." continuò Zee con tono piatto, tanto da farmi capire che non era più così tanto tranquillo come pochi attimi prima.
Non me ne preoccupai perché sapevo bene come andavano le cose tra loro. Quando Saint perdeva il controllo di sé, Zee utilizzava le maniere forti per tenerlo a bada, visto che pareva l'unica cosa che funzionasse in quei momenti.
"Come P? Così?" disse Saint succhiandosi e mordendosi il labbro inferiore. Notai Zee sussultare dal suo divanetto, spostare un po' le gambe e sistemarsi i pantaloni con lentezza.
"Vedi P Zee. Vuoi andarci anche tu in stanza buia." continuò Saint di nuovo, ridacchiando e nascondendo le labbra dietro una mano.
Zee sospirò profondamente e sperai con tutto il cuore che Saint non fosse riuscito a distruggere le mura dell'host. Il sesso non era un divieto, ma farlo con uno psicopatico non mi sembrava la soluzione più adatta per quel tipo di problema!
Zee si alzò dal suo divanetto, facendo qualche passo e sedendosi di fianco a Saint, che lo guardò per tutto il tragitto con occhi sognanti. La camicia scura di Zee era lasciata volutamente aperta sul petto e Saint portò una mano sulla pelle del maggiore, accarezzandola con i polpastrelli delle dita, mentre Zee chiuse gli occhi, accarezzando i capelli di Saint con lentezza.
"Ti ho detto..." disse Zee con tono grave, avvicinandosi al collo di Saint. "Che ci andremo quando smetterai di chiederlo."
Non riuscii a vedere la faccia di Zee, nascosta dietro al collo dell'altro, ma capii che il bastardo gli aveva probabilmente morso la pelle, visto che Saint aveva fatto una smorfia.
Smisi di guardare, togliendomi le cuffie dalle orecchie, riportando la schermata con tutte le telecamere in primo piano. Ogni postazione era circondata da un muretto basso, che rendeva quindi impossibile vedere cosa accadeva all'interno, se si era seduti sui divanetti. Ecco perché Zee si era spinto fino a quel punto, consapevole che in quel caso solo io e P Mew avremmo potuto notarlo dalle telecamere.
Il sesso era vietato nella sala principale per questo esistevano le stanze buie, anche se P Mew chiudeva molte volte gli occhi quando qualcuno si lasciava un po' andare.
Qualcuno posò sul bancone un bicchiere basso con dentro un liquido scuro e io alzai lo sguardo capendo subito che si trattava di P Mew. I capelli erano perfettamente acconciati e indossava un completo scuro aderente, con la camicia bianca leggermente aperta sul petto. Nonostante avesse solo trentadue anni, P Mew emanava un'aura di potere e intelligenza da far abbassare la testa anche alle persone più grandi di lui.
"Non guardarmi in quel modo Earth... Gulf ci sta guardando..." disse sorridendo, rendendo così il suo volto ancora più giovane di quanto già non fosse.
Io alzai le spalle, prendendo il bicchiere pieno di Jack Daniel, sorseggiando il liquido amaro con lentezza. Non era una delle bevande che preferivo, ma avevo imparato ad apprezzarlo grazie a P Mew, anche perché era uno dei suoi alcolici preferiti e lo proponeva a chiunque avesse avuto una discussione con lui.
"So che Gulf non è stato in grado di mantenere il segreto..." continuò facendo ondeggiare il liquido nel bicchiere.
Io annuii ammiccando. "Ho provato a farlo stare in silenzio... ma lo sai che preferisce le tue mani addosso piuttosto che seguire le regole. Hai creato un mostro P."
P Mew ridacchiò guardando verso sinistra e io seguii il suo sguardo, notando Gulf intento ad asciugare un bicchiere, anche se il suo sguardo era puntato fisso su di noi. P Mew gli fece un cenno e Gulf annuì, tornando a guardare la sala.
La loro relazione poteva sembrare strana, come se fossero "padrone" e "sottomesso", ma in realtà quei due si amavano come nessun altro sul pianeta. Stavano insieme da anni, probabilmente dieci, nonostante un tempo Gulf fosse stato un host a sua volta.
Ora ovviamente non lo è più, o sarebbe già morto.
P Mew aveva solo capito quanto Gulf amasse sentirsi la proprietà di qualcuno e lo aveva sempre accontentato in questo gioco di ruolo, forse un po' pericoloso ad occhi esterni, ma totalmente apprezzato da loro due.
"Questo è il fascicolo di Kao" disse passandomi una cartelletta sul bancone. "Domani sera sarà qui solo come host jolly, nel caso si presenti qualche cliente nuovo o i soliti che cercano compagnia all'ultimo minuto." continuò sorseggiando subito dopo il suo Jack.
"Domani è sabato... ci sono sempre clienti causali. Lo hai fatto di proposito P?" chiesi curioso, aprendo la cartelletta e guardando la prima pagina, rimanendo completamente affascinato dalla foto in formato A4 di Kao.
Non era bello. Non era stupendo. Era meraviglioso. Il suo sguardo gelido mi stava mettendo in soggezione, nonostante fosse solo una cavolo di foto. La pelle chiara, gli occhi brillanti, la mascella perfetta. Come poteva un ragazzo del genere decidere di fare l'host e non il modello? "Earth..." mi chiamò P Mew, appoggiandosi successivamente sul bancone con i gomiti.
Io alzai lo sguardo, anche se il mio cervello aveva ancora la faccia di Kao stampata dappertutto. Mi resi conto di avere uno sguardo un po' troppo sognante e cercai di ricompormi, girando la pagina per nascondere il volto indagatore di Kao.
"So che Gulf te l'ha detto... ma voglio che sia chiaro sia a te e che ai ragazzi. Kao è fidanzato e voglio che tutti i suoi clienti lo sappiano. Nessun regalo nemmeno dopo i tre mesi..."
Rimasi per un secondo sconvolto da quelle parole, visto che nessun altro host aveva questa regola nel contratto. Ognuno di loro era, ovviamente, libero di poter avere una relazione seria con chiunque, bastava che non fosse con un altro host del locale stesso, anche se il sesso tra colleghi era più che accettato. Questo però non impediva ai clienti di fare loro dei regali, ma soprattutto non ero tenuto a dire a nessuno che gli host erano felicemente fidanzati. In realtà non avevo bisogno di dirlo perché raramente gli host avevano relazioni serie!
"Posso domandarti il perché?" chiesi curioso, bevendo tutto d'un sorso il Jack che mi era rimasto nel bicchiere, sentendo un bruciore intenso per la gola.
P Mew sospirò, guardando successivamente il suo orologio di Bulgari al polso destro. "Kao è un mio grande amico... gli sto solo facendo un favore. Ama il suo ragazzo e mi ha messo queste condizioni."
Doveva essere una persona davvero importante per P Mew, se era arrivato a prenderlo a lavorare senza nessuna esperienza, nemmeno un mese di prova o altro. Ero curioso di sapere cosa ci fosse sotto le parole di P Mew. Di solito non ero così, ma quella foto, quello sguardo, tutto il volto di Kao mi avevano fatto impazzire il cervello.
"Earth..." mi chiamò un'altra volta P Mew.
Mi ripresi dal mio ennesimo coma momentaneo e lo guardai attendendo che continuasse. Lui ridacchiò prendendo il mio bicchiere vuoto. "Vai nella stanza buia... Bright è libero." disse andandosene verso Gulf dietro il bancone del bar.
Sbuffai sonoramente, passandomi una mano tra i capelli. "Non si risolve tutto con il sesso P!"
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Midnight ~ Se tu vorrai... io ti aspetterò ~
FanfictionQuando al Midnight arrivò un nuovo host, Earth pensò semplicemente che ci fosse qualcosa di strano sotto. Per quale motivo P Mew non lo aveva avvisato di una notizia del genere? Non era di certo qualcosa che avrebbe potuto tenergli nascosto! "Earth...