9. Disorder

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Rimasi al bancone per altre due ore prima che P Mew uscisse dalla stanza buia da solo, venendo subito assaltato da Gulf, decisamente incazzato per il comportamento del maggiore, anche se cercò di non fare scenate in mezzo al locale.

Gli incontri erano finiti un'ora prima, ma alla fine avevamo deciso di aspettare che P Mew ci dicesse qualcosa, piuttosto che andare a casa.

"Earth chiudi il locale, così possiamo parlare un attimo..." disse P Mew indicando la postazione tre, quella destinata a Gun, decisamente più grande della altre.

Andai dunque a mettere fuori il cartello e chiusi le due porte dell'entrata, spegnendo poi tutte le luci della hall. Quando tornai verso la sala, notai Gun, Off e Mild seduti su un divanetto, Zee e Ohm in quello a di fianco e infine P Kao nell'ultimo, più stretto degli altri due.

Mi sedetti senza dire niente, accavallando le gambe per mettermi comodo e attendendo P Mew, che arrivò insieme a Gulf qualche attimo dopo, rimanendo in piedi fuori dalla postazione come succedeva di solito quando dovevamo fare qualche riunione veloce.

"Devo ammetterlo... non so bene cosa fare in questo momento. Pensavo di chiamare il suo psicologo ma, ovviamente, me lo ha vietato." iniziò guardandoci uno per uno.

Deglutii a fatica. Tutti intorno a me sembravano preoccupati, anche P Kao nonostante conoscesse Bright da poco. Avrei tanto voluto poter fare qualcosa per il mio amico, ma nonostante tutto non ero in grado di trovare una soluzione a quel problema.

"Cosa sapete di questo Win?" domandò a quel punto P Mew, guardando soprattutto me.

Io alzai le spalle sospirando. "P... non so assolutamente niente di lui. So che è uno studente e che è entrato qua per una scommessa, come ti ho detto tempo fa, e che non avrei mai pensato che tornasse. Bright gli ha raccontato del suo "problema" al primo appuntamento e questa cosa mi è sembrata un po' strana, ma alla fine non ho avuto modo di parlarne con lui... forse avrei dovuto. Però tra loro andava tutto bene... durante gli appuntamenti parlavano di scuola, amici, insegnati... nulla di che insomma!"

P Mew negò semplicemente, posando un braccio intorno alla vita di Gulf. "Non avresti ottenuto nessuna risposta comunque. So solo che questo ragazzo gli ha incasinato il cervello e ora non vuole fare sesso. Il punto è che potrebbe diventare un problema quindi, vorrei che cancellassi tutti gli appuntamenti che reputi "problematici" per lui e che li distribuisci agli altri."

"P Mew ma... tutti i suoi appuntamenti sono problematici! Se scelgono Bright è per quello." rispose Mild a quel punto, smettendo di mordicchiarsi le unghie per il nervoso.

La guardai sconfortato, sapendo quanto stesse male in quel momento, visto il legame che univa lei e Bright. Quando era arrivata un anno prima, Bright l'aveva subito accolta a braccia aperte, mostrandosi gentile e disponibile, aiutandola in tutto. Bright aveva sempre avuto un modo gentile di accostarsi alle ragazze, come un perfetto gentiluomo, nonostante non provasse assolutamente nessuna attrazione per loro. Inoltre Mild non lo aveva mai giudicato per il suo problema anzi, aveva sempre tentato di aiutarlo in tutti i modi. Erano, per farla breve, come fratello e sorella.

"Cosa farai con Win?" domandò P Kao a quel punto, attirando l'attenzione su di sé.

Guardammo tutti P Mew, il quale si grattò la nuca pensieroso. "Non ne ho idea. Pensavo di chiamarlo, infatti ho copiato il suo numero sul cellulare... ma non credo sia il caso. Insomma..."

"Forse dovresti aspettare e dare a Bright qualche giorno libero..." s'intromise Gun, guardandoci tutti per cercare approvazione.

Io non dissi nulla mentre Off e Zee annuirono con facce tristi, anche se secondo me quella non mi pareva la soluzione più adatta.

"Sono perfettamente in grado di lavorare P!" disse Bright attirando l'attenzione su di sé, arrivando nella sala con passo lento e lo sguardo di chi non aveva dormito il tempo necessario per riprendersi.

"Ti ho detto di rimanere di là." rispose severo P Mew, spostandosi davanti a Gulf.

"Non sono un maniaco P! Posso lavorare anzi, DEVO lavorare. Più lavoro più non penso e più non penso e meglio è. Se mi lasci da solo è la fine... chiamerò sicuramente qualcuno e non voglio. Non sto chiedendo chissà che cosa."

P Mew sospirò pesantemente, mentre Gulf gli posò una mano sulla spalla. "Ha ragione Mew..." sussurrò leggermente. "Anche perché... se è davvero un mese che si sta trattenendo, io non mi sono accorto di niente." continuò guardandoci tutti, come per cercare approvazione nelle sue parole.

Ohm annuì. "Effettivamente nemmeno io mi sono reso conto che ci fosse qualcosa di strano... a parte oggi..."

"Solo perché non ho dormito..." cercò di giustificarsi Bright. "A casa non riesco a dormire..."

"Allora rimani qua..." rispose P Mew incrociando le braccia al petto. "Starai qua per il tempo che ti serve, se proprio non puoi fare a meno di continuare in questo modo. In stanza buia riuscirai a dormire e se necessario ti ci chiuderò dentro a chiave. Sappi solo che, se questa cosa inizierà seriamente a farti male... prenderai Earth e farai ciò che devi!"

Mi alzai in piedi indignato, stringendo i pugni e guardando con odio P Mew. "LA VOGLIAMO FINIRE CON QUESTA STORIA?!" gridai, sentendo il cuore battermi con forza nel petto.

Sapevo che P Mew stava scherzando, visto che ero io il primo a buttarla sul ridere in quel modo a volte. Non ero di certo il solo che faceva del sesso con Bright, ma tutti sapevano che io, in un modo o nell'altro, ero il suo preferito.

P Mew mi guardò perplesso, come tutti gli altri host sui divanetti. "Scusami... non volevo offenderti..." rispose velocemente, facendo il wai davanti a me.

Io sbuffai, andandomene verso il bancone del bar senza rispondere. Presi la bottiglia di Jack e mi riempii un bicchiere, sedendomi poi a terra e nascondendomi così da tutti.

L'unico motivo per cui me l'ero effettivamente presa era perché avevo fatto una figura di merda con P Kao. Nemmeno riuscivo a capire per quale motivo mi importasse tanto, visto che lui era felicemente fidanzato da ben sei anni e a stento mi aveva parlato in quel mese di lavoro. Non ero di certo il primo a fare sesso con gli host e di certo a P Kao non gliene sarebbe importato un gran ché.

Un senso di fastidio si insidiò nel mio petto, come una sorta di vergogna dalla quale volevo assolutamente nascondermi. P Kao aveva finalmente avuto un contatto con me e probabilmente, dopo quelle parole, mi avrebbe evitato nuovamente.

Che meraviglia.

Sbuffai portandomi successivamente il bicchiere alle labbra, bevendo un sorso di whisky. Ultimamente lo stavo bevendo troppo spesso e questo perché ero costantemente stressato o agitato.

"Ehi.." disse una voce poco distante.

Alzai lo sguardo notando dei pantaloni aderenti blu scuro, una camicia bianca un po' sbottonata, la collana oro rosa che conoscevo molto bene, e infine lo sguardo magnetico di P Kao, in piedi davanti a me.

Io non risposi, tirando le ginocchia contro il petto, continuando a bere piccoli sorsi. P Kao si accovacciò a terra, sedendosi con un po' di difficoltà visto che lo spazio era ridotto.

Pensai a quel povero abito che indossava e al fatto che si sarebbe sicuramente sporcato a stare lì a terra, ma non dissi nulla e cercai di non guardarlo.

"Sono rimasti tutti sconcertati dalla tua uscita. Persino io che non ti conosco bene... pensavo che fossi una persona che accettasse gli scherzi. P Mew lo ha detto solo per sdrammatizzare."

Annuii. Ero una persona che sapeva accettare gli scherzi, ma ultimamente non ero più in grado di comportarmi in maniera normale. Che ci fosse qualcosa nell'aria che stesse incasinando un po' i cervelli di tutti? Se Bright era arrivato persino a dire "no" al sesso, probabilmente era quello il motivo.

"Perché bevi quella roba? Lo sappiamo tutti e due che non sei assolutamente da Jack Daniel's." continuò P Kao, prendendo il mio bicchiere e togliendomelo di mano.

Lo portò alle labbra e bevve un sorso senza fare nessuna smorfia, a differenza mia, assaporando il Jack in tutti i suoi aromi.

"Cosa ne sai che non sono da Jack..." risposi arricciando le labbra, guardandolo con occhi di sfida.

Lui sorrise semplicemente, facendomi perdere qualche anno di vita in un solo istante. Il suo volto sembrò addolcirsi completamente, eliminando quell'immagine di gelo che mostrava sempre e solo a me.

"Non lo sei. Cosa ti piace bere veramente, Earth? Non ti ho mai visto scegliere un drink, hai sempre accettato quello che ti veniva offerto... me ne sono accorto in questo periodo..."

Non sapevo se mettermi a gridare per il fatto che mi avesse osservato in quel mese di lavoro o per il fatto che gli interessasse il mio drink preferito.

Optai per rimanere in silenzio, abbracciando di più le gambe con le braccia e posando il mento sulle ginocchia. P Kao mi guardò incuriosito e subito dopo notai la sua mano spostarsi fino ad appoggiarsi sulla mia testa, arruffandomi con delicatezza i capelli.

Credo di aver perso tutte le mie vite a disposizione.

Lo guardai sorpreso, notando che mi stava sorridendo ancora. Il percepire la sua mano addosso non era qualcosa a cui avevo pensato, anche se mi stava semplicemente trattando come un cagnolino bisognoso di coccole e non come un ragazzo in preda a problemi ormonali.

"Allora? Il tuo drink?" domandò di nuovo.

Io sospirai, beandomi del suo tocco leggero, cercando di imprimermi nel cervello quella sensazione.

"Daiquiri..." sussurrai, sapendo di risultare scontato.

Amavo troppo il gusto leggero e rinfrescante di quel drink, inoltre, era stato il primo cocktail che avevo imparato a preparare molti anni prima e difficilmente me lo facevo fare da qualcuno.

La mano di P Kao smise di accarezzarmi i capelli e così alzai gli occhi verso di lui, trovando il suo sguardo gelido fissarmi con visibile fastidio. Spostò la mano, alzandosi successivamente da terra senza più rivolgermi il suo sguardo e se ne andò lasciandomi da solo.

Che diavolo ho detto?

*****
*
*

Passarono quattro giorni dall'incidente con Bright e il mio "litigio" con P Kao, anche se ancora non avevo compreso cosa avessi fatto di sbagliato. Eppure il maggiore aveva nuovamente smesso di parlarmi e sorridermi, tornando a guardarmi con il solito sguardo di ghiaccio.

Avevo perso giorni di sonno nel tentativo di capire cosa avessi detto di sbagliato. Stava andando tutto così bene, che non riuscivo a trovare una spiegazione valida al suo repentino cambiamento d'umore, ovviamente solo nei miei confronti.

Bright si era trasferito nella prima stanza buia e aveva accettato a lavorare meno ore e nelle postazioni più visibili. Non avrei mai pensato che potesse comportarsi come un perfetto host, nonostante il crollo che aveva avuto pochi giorni prima. Se lo si guardava con attenzione, si poteva notare che il suo sguardo era più stanco del solito e meno allegro, probabilmente anche per il fatto che Win stava studiando per gli esami e non era riuscito a passare nemmeno una volta in quella settimana.

Bright aveva pregato P Mew così tanto, che alla fine il maggiore aveva acconsentito a non dire niente al nong del suo crollo, visto che doveva pensare a studiare. In quella settimana Bright sembrava stare meglio, anche se passava il tempo libero chiuso nella stanza buia ed evitava di rimanere da solo in mia compagnia, cosa che ovviamente cercavo di evitare anche io.

Quel sabato gli appuntamenti prenotati erano tutti in corso e il mio orologio segnava già le tre e mezza del mattino.

In postazione uno c'erano Off e Tay, che sembravano ormai amici da una vita, con i loro Tequila Sunrise tra le mani e i sorrisi sempre presenti sui volti; nella due Zee era in compagnia di un nuovo cliente, un ennesimo modello che l'host conosceva molto bene; in terza postazione Gun era seduto vicino a un cliente con cui si vedeva già da molti mesi, anche se stranamente l'host non sembrava così contento di vederlo; Ohm aveva appena iniziato un appuntamento in postazione quattro con un musicista, interessato più alle mani dell'host che alla sua faccia; Mild aveva deciso di entrare nella seconda stanza buia con la sua amica Yihwa, mentre guardavano insieme un drama e sorseggiavano i loro Mojito; Nine e Frame stavano condividendo un doppio incontro in postazione sei con due fratelli gemelli tanto carini quanto simili e sperai in cuor mio che la cosa non finisse nella terza stanza buia tutti insieme; infine P Kao era seduto nella solita postazione cinque, impegnato in un appuntamento con un ragazzino di 23 anni e lo sguardo da minorenne.

Guardai l'agenda distrattamente, leggendo il nome di quel ragazzetto. Si chiamava Bas e doveva essere ricco da fare schifo, visto che mi aveva passato una carta di credito dorata che in pochi potevano permettersi.

Sbuffai chiudendo la telecamera di P Kao, cercando di pensare ad altro. Mi soffermai su quella di Gun, cercando di capire quale fosse il suo problema quella sera. Aveva lo sguardo stanco, come se fosse tra le nuvole, mentre il suo cliente parlava ininterrottamente della vacanza fatta chissà dove insieme alla moglie.

Che schifo.

Gun sembrò guardare da una parte, senza prestare attenzione al cliente che aveva di fianco e capii subito dove il suo sguardo stesse puntando. Sulla sinistra infatti c'era la postazione di Off, impegnato ancora a ridere con Tay per qualche battuta di un film straniero, mentre brindavano felici con il loro secondo cocktail.

Guardai Gun con attenzione, notandolo abbassare gli occhi. Se si fosse sentito male avrebbe potuto schiacciare il pulsante d'emergenza sotto il tavolino quindi cercai di non preoccuparmi."Gun... stai bene?" domandò a quel punto l'uomo, forse resosi conto che l'altro non era del tutto in sé.

Gun annuii gentilmente, mostrandogli il solito sorrisino leggero. "Certo, scusami. Ho sentito un fischio all'orecchio... cosa mi stavi dicendo di quella spiaggia?" rispose prendendo il bicchiere di Margarita Frozen davanti a sé, mentre l'uomo riprese a parlare del più e del meno di quella spiaggia, a detta sua, meravigliosa.

Notai Gulf guardare Gun dalla sua postazione dietro il bancone e mi rassicurai. Se anche lui lo stava tenendo d'occhio allora potevo stare tranquillo.

Tornai alla schermata principale delle telecamere, controllando che Mild e Yihwa stessero bene. Chiusi immediatamente tutto appena le notai sdraiate sul divanetto della stanza buia, intente a passarsi cubetti di ghiaccio tra le labbra.

"P Earth." alzai il volto percependo la voce di Saint poco lontano da me, pensando di essermi sbagliato perché erano quasi le quattro del mattino e quel ragazzo non poteva essere ancora lì, visto che era andato via due ore prima.

Invece era proprio lui, con lo sguardo preoccupato, mentre teneva una mano sul bancone che tremava leggermente. Sembrava aver corso, visto il respiro affannoso, mentre alcune gocce di sudore gli scendevano sul collo.

"Che ci fai qui, Saint?!" dissi allarmato, alzandomi in piedi.

Lui negò guardando verso la sala. "Devo parlare con P Zee..." gli tremò la voce mentre disse quelle parole, abbassando successivamente lo sguardo.

"Non puoi andare adesso Saint. Vieni ti accompagno alla macchina... dove hai parcheggiato?" domandai uscendo fuori dalla mia postazione, notando che anche Gulf ci stava guardando senza capire.

"No P... non ho la macchina. Sono venuto a piedi... ti prego devo vedere P Zee." ci provò nuovamente, avanzando verso la sala degli incontri.

Provai a bloccarlo, ma fu inutile ed arrivò fino al centro della sala dove vide Zee ridacchiare con quel modello, che intanto gli stava toccando una coscia. Gli occhi di Saint si riempirono di lacrime, che iniziarono a scendere lungo le sue guance piene. Voltò lo sguardo verso di me, facendomi sentire terribilmente in colpa per quello che stava provando. Cercai di avvicinarmi a lui, ma non mi diede il tempo, perché corse subito fuori dalla sala, uscendo dal locale.

"Saint!" gridò Zee alzandosi in piedi.

Decisi di andargli dietro senza pensarci, sentendo solo la voce di Gulf chiamarmi dal locale. Quando mi ritrovai all'esterno, guardai verso destra scorgendo a quel punto Saint in lontananza. Iniziai a correre chiamandolo ad alta voce, mentre questo continuava imperterrito ad avanzare senza cedere minimamente.

Percepii un familiare dolore al petto, segno che non ero minimamente allenato per fare quel tipo di corsa, contando pure che non solo ero un fumatore ma anche uno scansafatiche. Nonostante questo non mollai e continuai a correre il più velocemente possibile, vedendo Saint girare in una via sulla destra, mentre le macchine sfrecciavano veloci sulla strada principale. Quando arrivai però, lo trovai bloccato poco lontano, mentre due tizi gli stavano addosso e uno di loro lo teneva per un polso.

Non ci pensai due volte e corsi verso di loro mettendomi in mezzo, spingendo con forza il ragazzo che stava tenendo Saint, facendogli lasciare andare la presa dal suo polso. "Che diavolo fate, eh?" quasi gridai, spostando il minore dietro di me.

Ero più basso e più minuto di Saint, ma non ci pensai troppo e guardai i due sconosciuti che ridacchiavano davanti a noi. Erano, probabilmente due ragazzetti dell'università, a giudicare dall'aspetto giovane. Sembravano anche ben curati e per nulla delle persone losche, ma i loro sguardi non mi piacquero per niente.

Mi fissarono dall'altro al basso, facendosi un sorriso l'un l'altro. "Stavamo solo aiutando il nong... lo vedi che sta piangendo?" disse quello alla mia destra, alzando le mani in segno di scuse.

"Non volevamo fare nulla di male... ma tu sei davvero carino." continuò l'altro sulla sinistra, avanzando verso di me.

Indietreggiai insieme a Saint, sentendo le sue dita strette contro la mia maglietta. "Avvicinati ancora e ti prendo a calci." dissi con tono secco, ricevendo solo una risata sguaiata da parte di entrambi.

"Tu? Davvero? Mi piacciono i ragazzini che hanno fegato... potremmo divertirci tutti e quattro. Dai..." continuò il tizio sulla sinistra, facendo qualche passo verso di noi.

Non mi resi conto che, nello stesso instante, anche l'altro si era avvicinato, tirando così Saint verso di sé e bloccandolo con le braccia dietro la schiena.

"P EARTH!" mi chiamò, mentre quel tizio lo trascinava poco distante verso una porta che non avevo minimamente notato.

Feci uno scatto verso di lui, ma l'altro mi bloccò stringendomi con le braccia, imprigionandomi contro il suo petto. "Stai calmo... non gli farà male..." sussurrò contro il mio orecchio, baciandomi il collo con forza.

Gli tirai un calcio su uno stinco, ma questo non mollò la presa anzi, mi fece voltare tirandomi uno schiaffo fortissimo, tanto da farmi cadere a terra. Percepii il dolore sui palmi delle mani per la caduta, guardando con odio il tizio in piedi davanti a me.

"P EARTH!" gridò di nuovo Saint in lacrime, riuscendo a liberarsi dalla presa dell'altro, cercando quindi di raggiungermi senza successo visto che venne riagguantato subito dopo.

"Mi hai stancato cazzo." ringhiò quello che mi aveva aggredito, avvicinandosi a me e tirandomi per un braccio, facendomi strisciare a terra, mentre notai Saint venire trascinato dalla parte opposta.

Gridai cercando di liberarmi dalla presa, preoccupato più per la sorte del minore che per la mia, poi vidi P Kao mettersi in mezzo e tirare un pugno al mio assalitore, facendolo cadere a terra. Gli andò di nuovo addosso, picchiandolo ancora un paio di volte prima di lasciarlo scappare via.Mi voltai velocemente verso Saint, vedendo Zee tenere per i capelli l'altro ragazzo, il quale sanguinava dalla bocca e dal naso, segno che aveva già ricevuto qualche colpo.

"Vai via di qui o ti ammazzo... e dì al tuo amico che sono del Midnight hai capito?! Se volete vivere non fatevi trovare mai più da queste parti." sentenziò Zee spingendolo a terra, tirandogli successivamente un calcio nel ventre.

Il ragazzo scappò con difficoltà, mentre Zee si voltò alla ricerca di Saint, il quale gli andò incontro abbracciandolo, iniziando a singhiozzare e piangere con forza.

Provai ad alzarmi, sentendo un dolore infernale al fianco. Portai una mano sulla parte che mi stava bruciando, notando del sangue sulla mia mano. Probabilmente la maglietta si era alzata quando quel bastardo mi aveva trascinato sull'asfalto.

"Earth." mi chiamò P Kao, abbassandosi davanti a me e guardando la mia mano. "Andiamo, ti porto in ospedale." disse aiutandomi ad alzarmi, mentre io negai più volte. "No. Non ci voglio andare aahh!" mi lamentai, sentendo dolore da tutte le parti.

Sentii P Kao sospirare, prima di percepire una sua mano dietro la schiena e una dietro le ginocchia. Mi tirò su senza darmi spiegazioni, come se fossi stato un peso piuma. Lo guardai senza capire, notandolo sorridermi.

"Tieniti Earth..." disse gentilmente.

"No... P Kao... posso camminare... la tua camicia bianca..." balbettai per la vergogna di trovarmi tra le sue braccia, ma lui mi tenne stretto addosso a sé e io non potei fare altro che portare le mani dietro al suo collo, tenendomi così a lui.

"Zee... tutto bene?" chiese P Kao, guardando in direzione del nostro amico, poco distante da noi e ancora abbracciato a Saint.

"Si P... arriviamo." rispose l'altro, spostando leggermente Saint dall'abbraccio, controllando che stesse bene. "Andiamo Saint..." disse mettendogli un braccio intorno alla vita, mentre l'altro gli si avvicinò con la testa contro il collo.

Tornammo lentamente verso il Midnight, mentre intorno a noi le macchine continuavano la loro corsa per la strada principale. La vergogna di quel momento iniziò a sfumare, quando il dolore delle botte che avevo preso cominciò ad aumentare a vista d'occhio. Nonostante P Kao stesse cercando di non toccarmi in quel punto, sentivo il tessuto della mia maglia sfregare contro la parte lesa.

Zee decise di entrare dal retro invece che dalla porta principale, ritrovandoci così a passare solo davanti alla postazione sei.

Quando Gulf ci vide, schiacciò subito un tasto sotto il bancone del bar, correndo poi verso di noi.  "Che è successo? Andiamo di là, forza!" gridò indicando il corridoio laterale che portava alle stanze.

P Kao seguii Gulf fino a che non si fermò davanti all'ultima porta alla fine del corridoio. L'aprì con una carta magnetica e la spalancò, accendendo subito dopo le luci. La stanza buia numero tre era la più grande, con ben due letti matrimoniali disponibili. P Kao camminò verso quello più vicino, appoggiandomi sopra con delicatezza, mentre Zee portò Saint verso l'altro letto, sedendosi sul bordo insieme a lui ancora tremante e in lacrime.

"Che diavolo è successo?!" quasi gridò P Mew, entrando nella stanza un minuto dopo di noi.Ci voltammo tutti verso di lui, notando il suo sguardo preoccupato, mentre posò i suoi occhi su di me.

"Niente P... un piccolo incidente..." dissi io cercando di mettermi in posizione seduta, piagnucolando subito dopo per il dolore al fianco.

"Dobbiamo medicarlo Gulf. Hai qualcosa?" chiese P Kao a quel punto, sedendosi di fianco a me. Gulf annuì correndo fuori dalla stanza e sparendo sulla destra, probabilmente verso le scale che portavano al secondo piano, dove abitava insieme a P Mew.

"Earth!" mi chiamò di nuovo P Mew avvicinandosi a me. "Dimmi cosa è successo..." ci provò di nuovo.

"È colpa mia P..." s'intromise Saint a quel punto, mentre Zee gli intimò di stare zitto.

P Mew ci guardò tutti, fissando per ultimo P Kao. I due si fecero uno sguardo d'intesa e successivamente Gulf entrò di nuovo in stanza con una valigetta per il primo soccorso. "Ecco. Qui c'è il necessario..." disse posandola sul comodino a lato del letto.

P Kao mi toccò una mano sorridendomi gentilmente. "Non vuoi proprio andare all'ospedale?" chiese con una dolcezza alla quale non ero abituato. Negai di nuovo senza dire nulla, mentre lui semplicemente sospirò, aprendo successivamente la valigetta contenente il necessario per le medicazioni.

"Riesci a toglierti la maglia Earth?" domandò senza guardarmi.

Sentii una sensazione strana sul petto e per qualche istante non provai più nessun dolore, ma solo un sentimento strano, avvolgente, tanto da rendermi il cervello completamente vuoto.

"Lasciamoli soli..." disse P Mew a quel punto, tirando Gulf per il braccio. "Zee... la stanza due è libera ora, porta lì Saint così starà più tranquillo da solo con te." continuò il padrone del locale, uscendo subito dopo dalla stanza insieme a Gulf.

Zee si alzò dal letto, tirando con sé Saint lentamente. Il minore però si fermò guardando verso la mia direzione, con gli occhi rossi per le continue lacrime. Si mise in ginocchio, portando il wai davanti al volto abbassato. "Ti credo scusa, P Earth." disse singhiozzando, mentre Zee tentò di farlo rialzare.

"Saint non piangere. Non è stata colpa tua... non ti devi preoccupare." cercai di consolarlo, senza riuscire però ad alzarmi per andare ad abbracciarlo.

Zee riuscì a farlo rimettere in piedi, portandolo fino alla porta e successivamente fuori, chiudendosela alle spalle, lasciando così che il silenzio della stanza buia avvolgesse me e P Kao.

Lo guardai distrattamente, mentre controllava con attenzione i vari prodotti all'interno della valigetta. Estrasse il disinfettante, delle garze, una crema e altre cose che non notai perché il dolore al fianco si fece sentire nuovamente, tanto da farmi stendere sul letto e stringere con forza le coperte.

"Earth... andiamo in ospedale..." disse per l'ennesima volta P Kao, posando una mano sulla mia gamba.

Negai di nuovo. "Ce la faccio... aiutami un secondo" risposi cercando la sua mano, sentendola poi stringere la mia.

Mi tirai su con difficoltà, mentre alcune lacrime iniziarono a scendermi per le guance. Portai le mani sulla mia maglietta quando P Kao la prese al posto mio e me la fece scorrere lentamente dalle braccia e dalla testa.

"Girati..." disse con tono gentile e io feci come richiesto, spostandomi con il corpo e stendendomi di pancia sul materasso, stringendo con forza le lenzuola.

"Cazzo Earth..." sentenziò P Kao, toccandomi ai lati della ferita. Alzai lo sguardo sopra di me, notando lo specchio enorme che sostava sul soffitto, guardando con orrore l'escoriazione che avevo sul fianco sinistro.

P Kao mise un po' di disinfettante su una garza, spostandosi poi nuovamente verso di me. "Farà male... inutile che ti dica il contrario."

Sospirai. "Va bene P. Non ti preoccupare."

Quando passò la garza sulla ferita semplicemente gridai, ma il tutto fu attutito dal cuscino su cui schiacciai il mio volto. Non riuscii a capire quanto tempo fosse passato fino a che il P non mi accarezzò la testa, dicendomi sottovoce che aveva finito. Io mi spostai lentamente e lui piano, piano cercò di tirare le coperte da sotto il mio corpo, posandole poi sopra la mia schiena nuda.

"Ho dovuto usare due cerotti, quindi non ti muovere troppo, ok?" disse sorridendo, sedendosi nuovamente di fianco a me.

Annuii distrattamente, cercando di asciugarmi le lacrime con il dorso della mano. "P... grazie." sussurrai.

Avrebbe potuto aiutarmi Gulf in quel momento, invece P Kao era rimasto come me fino alla fine, prendendosi cura delle mie ferite nonostante non fosse suo dovere farlo.

Lui negò con il volto. "Non ho fatto nulla Earth... se solo fossi arrivato prima..."

Gli strinsi una mano senza rendermene conto. "No P. Hai fatto anche troppo. Non saresti nemmeno dovuto uscire! Hai perso il tuo cliente..."

Lui ridacchio, accarezzandomi con la mano libera i capelli. "Invece avrei potuto muovermi prima ed evitare tutto questo. Mi dispiace..."

Io arricciai le labbra. "A me dispiace... qualsiasi cosa io abbia fatto. Mi dispiace P Kao. Scusami".

Mi guardò perplesso, come se le mie parole non avessero un senso. "Per cosa ti stai scusando. Non hai fatto niente..."

Io mi spostai cercando di mettermi sul fianco buono, anche se questo mi creò comunque delle fitte tremende. "Quando stavamo parlando dietro al bancone martedì sera... ti ho detto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare e mi dispiace. Eravamo riusciti a trovare un punto d'incontro, finalmente pensavo di non starti più antipatico... e poi ho rovinato tutto."

P Kao sembrò capire a cosa alludessi, abbassando lo sguardo con sconforto. Mi accarezzò la guancia che aveva ricevuto lo schiaffo, probabilmente ancora rossa per il colpo.

"Scusami tu Earth... sono stato davvero uno stronzo in questo periodo con te. Posso rimediare?" domandò con sicurezza, mostrandomi ancora uno dei suoi migliori sorrisi.

Io annuii senza nemmeno pensarci troppo, toccandogli la mano che ancora mi stava accarezzando la guancia.

"Certamente... grazie P Kao..." 


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Midnight ~ Se tu vorrai... io ti aspetterò ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora