18. Blue Lagoon

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APPUNTI INIZIALI

Il Blue Lagoon è un cocktail a base di blue Curaçao mischiato alla vodka e alla limonata. 

Questo cocktail ha una storia che va al di là del famoso film del 1980. Tutto ebbe inizio nei primi anni '80, nel noto "Harry's New York Bar" di Parigi, quando uno specialista in liquori e barman statunitense scrisse un articolo – intitolato appunto "Blue Lagoon" – nel quale attribuiva la paternità di questo cocktail proprio al bar francese appena menzionato. Ma la storia non finisce qui visto che, nel 1982, due bar americani ne rivendicarono la paternità; uno dei due sosteneva addirittura che questo variopinto cocktail risalisse ai primi anni '70 e che il nome non avesse quindi nulla a che vedere con il film..

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P Kao rimase a casa mia fino all'ora di cena e riuscii a convincerlo a fermarsi a mangiare, per poi accettare il fatto che tornasse a casa a sistemarsi prima del lavoro. Concordammo sul fatto che al Midnight ci saremmo comportati normalmente, anche se iniziai a domandarmi quale fosse la normalità tra noi.

Pensai molto a come sarebbe andata la serata, ma quando entrai nel locale tutto sembrò semplicemente scivolare via. I clienti del lunedì arrivarono tutti puntuali e non ebbi il tempo di stare dietro ai miei dubbi, rimanendo alla mia postazione e controllando tutti con estrema cura, dando magari qualche sguardo in più a P Kao nel frattempo.

Tra noi andò tutto liscio e adorai il modo in cui ogni tanto passava nella hall per salutarmi, chiedermi se era tutto a posto o lasciarmi una bottiglietta d'acqua fresca.

Senza rendermene conto passò una settimana, in cui il nostro rapportò diventò ancora più saldo e visibile. Dopo il lavoro ci fermavamo a bere qualcosa insieme nel locale, anche in compagnia degli altri, ovviamente. Prima di andare via c'era poi il nostro rito, una sigaretta delle mie o delle sue, senza pensarci più di tanto a chi aveva offerto la volta precedente. Le nostre chat di Line erano invase di discorsi, battute, prese in giro, e durante il turno il sorriso di P Kao si fece sempre più vivido ogni giorno che passava, soprattutto nella mia direzione, tanto che ovviamente, iniziarono tutti a porsi qualche domanda.

Bright tentò tutta la settimana di scoprire cosa fosse successo tra noi, ma io rimandai più volte la nostra discussione, arrivando a sabato sera con il minore ormai scocciato all'ennesima potenza e pronto a chiudermi in stanza buia per scoprire il mistero che circondava me e P Kao.

Riuscii a farlo ragionare, chiedendogli di aspettare almeno fino alle due, momento in cui i suoi appuntamenti sarebbero terminati. Lo seguii quindi nella sua, ormai stanza, chiedendo a Gulf un po' di tempo per parlare con l'host.

"Per quanto starai ancora qua?" domandai sedendomi sul suo letto.

Bright si avvicinò sedendosi dopo di me, alzando le spalle con noia. "P Mew mi ha detto di rimanere fino a che non mi sentirò tranquillo da solo... vuole che io e Win ci vediamo qua. Sembra seriamente mio padre..." rispose ridendo, notando però un velo di tristezza nel suo sguardo.

"Ci tiene molto a te... lo sai che ha sempre visto in te un figlio, nonostante il tuo caratteraccio." affermai arruffandogli i capelli, notandolo guardarmi con un certo odio.

"Non trattarmi come un bambino Earth... e ora parla." disse risoluto, mettendo le braccia conserte.

Io sospirai, iniziando il racconto dal principio, ossia quando P Kao si era presentato a casa mia domenica sera, e tutto ciò che ci eravamo detti e le cose che avevo scoperto. Bright mi ascoltò in silenzio, guardandomi con attenzione, annuendo a tutte le mie affermazioni e a tutti i miei dubbi, senza mai bloccare le mie parole una sola volta, assorbendo ogni frase fino alla fine. "Mi sono accorto che qualcosa fosse cambiato dopo la rissa... e ora che lo guardo, vedo solo felicità nel suo volto. Sono sicuro che è stato sincero con te, ma vedo che hai ancora qualche dubbio che non mi hai voluto dire."

Annuii distrattamente, sentendo il bisogno di fumare una sigaretta, ma dentro le stanze buie era vietato. Mi tirai indietro i capelli, sbuffando con nervoso, cercando le parole giuste per iniziare quel discorso.

"Mi sento un po' stupido..." mormorai, sentendo subito dopo una mano di Bright sulla mia schiena.

Il suo volto perplesso mi fece sorridere. "Con me? Per favore... lo sai che non devi." rispose con tono dolce, mostrando un sorriso sincero.

Di solito non mi facevo problemi a parlare con lui, ma P Kao mi aveva incasinato così tanto il cervello da rendermi incerto su tutto. Mi resi conto però che le mie paure erano sciocche e che con Bright avrei potuto parlare di qualsiasi cosa.

"Non vuole... ecco... stare da solo con me." dissi a tratti, vergognandomi come non mai.Bright smise di sorridere, fissando poi un punto indefinito della stanza, pensando probabilmente alle mie parole. Il silenzio ci invase per qualche attimo, e io mi guardai intorno con attenzione, notando le cose di Bright in giro senza una vera collocazione, oltre a libri di scuola, probabilmente di Win, e un pallone da calcio lasciato a terra.

"La tensione tra voi è palpabile Earth... e tu sei come una pantera. Quando vuoi una cosa cerchi di prendertela in tutti i modi, soprattutto se si tratta del sesso. Credo che P Kao voglia attendere il momento giusto, perché tu sei la persona giusta. Può sembrare strano ma secondo me è così..."

"Lo so e lo stesso vale per me. Se non fosse stato importante, me ne sarei fregato e avrei continuato a dargli fastidio a casa mia. Prima o poi avrebbe ceduto..." risposi facendo un ghigno. Bright ridacchiò. "Sei indecente Earth!" sentenziò mettendomi una mano sulle spalle, tirandomi contro di lui e arruffandomi i capelli, mentre le mie lamentele si propagarono all'interno della stanza.

Qualcosa attirò la mia attenzione e anche quella di Bright, ossia la luce rossa che di solito usavo per bloccare gli host quando esageravano o per dire loro che qualcosa non andava. Io e Bright ci fissammo senza capire, ma alla fine mi spostai da lui con velocità, guardando la telecamera con preoccupazione.

"P Kao è geloso... devo tenerlo a mente." disse Bright, facendo il wai contro la telecamera in segno di scuse.

Gli tirai un pugno sul braccio, sistemandomi successivamente i capelli. Gulf sarebbe dovuto essere alla mia postazione, e di solito lui non si preoccupava minimamente di azionare le luci rosse durante gli incontri, nemmeno quando c'era bisogno effettivamente di farlo.

"Voglio proprio vedere quanto resisterai in sua presenza... mi accorgo di quanto sei teso. Da quanto tempo non fai sesso? Due mesi e mezzo? Se ricordo male l'ultima volta hai giocato con-" gli bloccai la bocca con entrambe le mani, cadendo così sul letto.

"STAI ZITTO!" gridai spingendolo di più sul materasso, senza rendermi minimamente conto che gli ero salito sulla vita con le gambe.

Quando la porta della stanza si aprì, mi girai di scatto con occhi spalancati per lo stupore, sperando che P Mew avesse deciso di farci visita. Purtroppo, lo sguardo incazzato di Win mi colpì come un laser, e così mi spostai velocemente dal corpo dell'host, che si tirò su ridacchiando."Anche il mio ragazzo è geloso Earth... e per colpa tua passerò la serata a chiedere perdono." affermò Bright alzandosi in piedi, sistemandosi la camicia. 

Win gli andò vicino, baciandolo subito sulle labbra senza nemmeno preoccuparsi del fatto che fossi ancora lì. Gli passò una mano sui capelli, tirandoglieli all'altezza della nuca. "Smettila di giocare con Earth..." mormorò Win con tono grave.

Io impallidì alzandomi in piedi, facendo il wai alto fino alla fronte. "Non stavamo facendo niente Win! Parlavamo e basta..." cercai di scusarmi.

Lui annuì, tenendo ancora la presa salda sui capelli di Bright, che tranquillamente si lasciò torturare senza opporre resistenza. "Lo so... non ho problemi con te P Earth..." rispose con tono dolce, come se anche lui avesse qualche problema di doppia personalità come Saint. Ma probabilmente era per colpa di Bright se Win si comportava in quel modo.

Quando quei due iniziarono a guardarsi con troppa malizia, decisi di uscire dalla stanza e chiudermi la porta alle spalle, lasciando andare un sospiro di sollievo. Probabilmente Gulf aveva acceso la luce rossa per attirare la nostra attenzione appena Win era entrato nel locale.

"Credi che io non voglia stare da solo con te?" la voce di P Kao mi fece tremare a vista d'occhio e quando spostai lo sguardo verso destra, mi resi conto che lui era proprio lì, appoggiato con la schiena al muro e le braccia conserte, mentre il suo sguardo di ghiaccio era tornato a farmi visita dopo tanto tempo.

Sussultai senza spostarmi di un millimetro, chiedendomi cosa avrei potuto rispondere senza risultare un cretino.

"Hai... hai sentito...?" riuscii a dire con difficoltà, sentendomi un ragazzino impacciato.P Kao fece solo un cenno, lasciando andare un sospiro pensante. "Ho sentito e ho visto... la postazione sei era libera e disponibile per parlare, mi sembra... c'era bisogno di finire in stanza buia con lui?"

Negai leggermente, abbassando lo sguardo e sentendomi colpevole. P Kao aveva perfettamente ragione, la postazione sei era distante dalle altre, e libera da qualsiasi appuntamento. Avrei potuto dire a Bright di parlare lì, invece di farmi trascinare da lui nella sua stanza.

La mano del maggiore sulla mia testa mi fece alzare lo sguardo, così notai un sorriso gentile sul suo volto. "Lo sai che voglio stare da solo con te... ma voglio andare per gradi. Sono un ragazzo semplice e voglio corteggiarti come si deve. Che ne pensi?" domandò con dolcezza, mentre la sua mano scese ad accarezzarmi una guancia.

Io annuii sentendomi più tranquillo, beandomi di quel lieve tocco che mi aveva concesso. Avrei voluto abbracciarlo ma non volevo esagerare, anche se iniziavo a sentirne il bisogno più che mai. Da quel giorno passato a casa mia, non avevo avuto più la possibilità di stargli così vicino, nemmeno quando, dopo il lavoro, fumavamo una sigaretta insieme. Mi sentivo a disagio, con il chiodo fisso di volerlo avere tra le mie braccia, quindi cercavo di stargli lontano per evitare di dargli fastidio.

"Domani allora... usciamo insieme?" chiese speranzoso, mentre il polpastrello del suo pollice sfregò contro le mie labbra.

Gli lasciai un bacio distratto, sorridendo con gioia, notandolo tirare via la mano e arrossire. "Sei indecente. Ha ragione Bright." disse spostandosi dal muro e camminando fuori dal corridoio delle stanze buie.

"Scusa P Kao!" dissi ridacchiando, notandolo fermarsi e sorridermi prima di tornare nella sala degli incontri.

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P Kao mi passò a prendere domenica a pranzo, senza dirmi assolutamente nulla su dove saremmo andati a mangiare quel giorno. Salii sulla sua macchina con felicità, guardandomi intorno e controllando da vicino ogni parte del cruscotto, sbalordito per quanto fosse tecnologica e moderna. Il maggiore rise più volte nel vedermi così affascinato, accarezzandomi la testa prima di partire. "Se farai il bravo, te la farò guidare..." disse mettendo la freccia, uscendo dal parcheggio e inserendosi nella corsia principale.

Il traffico di Bangkok a quell'ora era mostruoso, ma il climatizzatore rese l'abitacolo piacevole, oltre al fatto che P Kao era di fianco a me. Avrei potuto passare anche tre ore in coda che non mi sarebbe di certo pesato, soprattutto quando misi la mano sul cambio, proprio sopra alla sua. P Kao mi guardò sorridendo, intrecciando le nostre dita, toccandole leggermente.

Non avevo un appuntamento da così tanti anni che mi sentivo come un ragazzino alle prime armi di fianco alla sua crush, con il cuore che batteva all'impazzata e le mani sudaticce. Mi guardai distrattamente nello specchietto dell'aletta parasole, quando notai il sorrisino ironico di P Kao mentre mi sbirciava di nascosto.

"Non ridere... sono in crisi..." dissi togliendo la mano dalla sua, mettendo le braccia conserte.P Kao lasciò andare una risatina, prima che la sua mano venisse a cercare il mio polso, incastrandosi tra le mie braccia. "Scusami... sei carino quando ti preoccupi. Comunque stai benissimo e non devi preoccuparti."

Presi un respiro e annuii, anche se non riuscii a sentirmi perfettamente tranquillo. P Kao era meraviglioso come sempre, anche se stavolta aveva scelto degli abiti più semplici. Jeans scuri, una T-shirt bianca e la solita collana al collo. Anche io non avevo esagerato con il mio abbigliamento, optando per una maglietta rosa a maniche lunghe e dei jeans bianchi.

Nell'abitacolo si percepiva il nostro profumo, mentre una musica in sottofondo arrivava dalle casse. Non conoscevo quel gruppo, ma la melodia era dolce, semplice e avvolgente, perfetta per quel momento.

P Kao parcheggiò vicino al Siam e proseguimmo a piedi verso l'entrata del centro commerciale, passando per vari negozi e raggiungendo subito dopo la zona dedicata ai ristoranti. L'host scelse un ristorante di cucina Thai, anche se notai che molti tavoli erano tutti occupati e che quindi sarebbe stato difficile trovare un posto.

Un cameriere però ci accompagnò verso una zona privata, dove c'erano solo tre tavolini distanti dagli altri e tutti vuoti.

"Ho prenotato qui... spero non ti dispiaccia." disse spostandomi la sedia, così da farmi sedere per primo. 

Arrossii a vista d'occhio, per niente abituato a tutte queste gentilezze. Quando si mise davanti a me, guardammo il menù con attenzione, domandandoci subito cosa avessimo intenzione di ordinare. Fui sorpreso di scoprire che avevamo molti piatti in comune, finendo per ordinare più cose da dividere.

Il pranzo passò con lentezza, in cui parlammo un po' delle nostre abitudini, come il fatto che fossi uno scansafatiche cronico, e fissato con la preparazione dei drink. Gli raccontai dei miei primi lavori, di come Gulf e P Mew mi avesse praticamente obbligato a lavorare per loro, togliendomi da quel bar poco raccomandato in cui ero finito.

P Kao ascoltò ogni mia parola con attenzione, bevendo ogni tanto dal suo bicchiere, facendomi domande. Quando però toccò il tasto dolente, ossia la mia famiglia, finii per ammutolirmi. "Scusami... non avrei dovuto." mi toccò una mano con gentilezza, accarezzando la mia pelle. Io negai stringendogliela, cercando di sorridere.

"I miei genitori non hanno accettato il mio essere... diverso. Ho finito l'università e semplicemente me ne sono andato di casa e da quel giorno non li ho più contattati."

P Kao strinse di più la mia mano, e notai sul suo volto uno sguardo malinconico, probabilmente in colpa per avermi chiesto qualcosa di così privato. Era la prima volta che parlavo della mia famiglia con qualcuno che non fosse Bright, P Mew o Gulf, ma non mi ero minimamente preoccupato della cosa, rispondendogli senza pensarci.

"Stai tranquillo. Sono passati anni e sto bene P. Davvero. Invece tua madre e tua sorella? Stanno bene?" chiesi curioso, accarezzandogli le dita.

Lui annuii sorridendomi come un bambino, prendendo poi la bottiglia d'acqua e versandone un po' nel mio bicchiere vuoto.

"Vivono entrambe fuori Bangkok, ma riesco a vederle ogni due settimane..." rispose richiudendo la bottiglia.

Io presi il bicchiere e presi un sorso d'acqua, guardandolo sorridermi. Mi aveva già detto più volte che ne bevevo poca e che avrei dovuto prendermi più cura di me.

"Gli hai detto..." iniziai la frase pentendomene subito, mordendomi le labbra e guardando il pavimento.

P Kao sorrise, chiamando il cameriere e ordinando qualcosa sottovoce, il quale annuii contento, andando poi verso le cucine. P Kao mi guardò di nuovo, prendendo qualcosa dalla sua tasca, avvicinandolo poi al mio polso destro. Mi allacciò un braccialetto in plastica, e mi resi conto che si trattava del bracciale del Favela, quello che avevo rotto durante la serata.

P Kao se ne agganciò uno da solo, mostrandomi poi il suo sinistro e riprendendomi così la mano. "Sapevano che stava andando male. Non si sono stupite di quello che è successo. Mia sorella però mi ha chiesto chi sei, visto che ha sbirciato la mia chat di Line. Devi scusarla, è un'impicciona di natura." affermò come se nulla fosse.

Io guardai i nostri bracciali, sentendo nel petto una sensazione mai provata. Per quanto potesse sembrare un oggetto sciocco, per me valeva più di mille parole.

"P Kao... era rotto..." dissi toccando il braccialetto, dove spuntava la scritta "Favela" in bianco sul cinturino.

Lui annuì con sguardo serio, fissando i nostri polsi con attenzione. La mano che stava tenendo la mia si spostò di poco, toccando l'oggetto in questione. "Ho dovuto pregare Cooper affinché me ne portasse un altro rosso. Non li usano mai colorati e ha dovuto chiedere al suo capo... se qualcuno non lo avesse spaccato..."

Feci un risatina soffocata, arricciando le labbra nel sentirmi preso in causa. "Scusami." dissi stringendogli di nuovo la mano. "Sono contento comunque che non sia lo stesso braccialetto... per lo meno questo è solo mio..." continuai abbassando lo sguardo.

"Lo sai vero... che anche l'altro era tuo? Non importa se gli altri davano per scontato che lo avrebbe indossato il mio ragazzo. Io l'ho messo al tuo polso... e se non avessi avuto intenzioni serie con te, avrei chiesto un altro colore." affermò con tono dolce, mentre le sue dita giocherellavano con le mie.

Quando il cameriere arrivò con due coppe martini con dentro un liquido azzurro, rimasi un attimo spiazzato, visto che P Kao aveva scelto di bere acqua invece del vino, per evitare di bere alcolici almeno a pranzo.

Lo guardai con curiosità, fissando il bicchiere davanti a me e annusando il contenuto con curiosità. Non avevo mai sentito quel profumo prima d'ora, e per me era decisamente strano. L'unica cosa di cui ero certo era la presenza del blue curaçao, visto il colore inconfondibile del cocktail.

"Dovrebbe essere il "Blue Lagoon"... ma ho fatto cambiare la vodka con il rum bianco, visto che la preferisci. Spero sia buono. Ho visto che in questa settimana non ti sei mai preparato il Daiquiri..."

Sospirai guardando il bicchiere, prendendolo per il gambo e portandolo verso quello di P Kao, che lo avvicinò al mio facendoli tintinnare. Quando lo assaggiai, rimasi stupito da come il succo di lime e il rum, unito al blue curaçao, stessero bene insieme.

"Volevo stare lontano dal Daiquiri per un po'..." mormorai abbassando lo sguardo, sentendomi un'idiota.

"Ti ho trovato un'alternativa... fino a che non tornerai a berlo. Che ne pensi?" chiese curioso, bevendo anche lui il suo cocktail.

Annuii con dolcezza, sentendo la voglia di alzarmi e abbracciarlo farsi spazio dentro di me. Si era preso la briga di trovarmi un cocktail da bere, per evitare di pensare al fatto che il Daiquiri fosse il drink preferito del suo ormai ex ragazzo.

Sto sognando per caso?

"Facciamo un giro qua in torno?" chiese P Kao appena finimmo di bere i nostri drink, decisamente leggeri, ma probabilmente era stato fatti di proposito per evitare di renderci alticci a quell'ora del pomeriggio.

Io annuii alzandomi dopo di lui, vedendolo avvicinarsi al bancone per pagare. Gli fui subito alle spalle, pronto a prendere la mia carta dal portafoglio, quando le mani di P Kao mi bloccarono. "Non ci pensare nemmeno... quando mi inviterai pagherai." disse risoluto, guardandomi con serietà e obbligandomi a mettere via il portafoglio.

Rilasciai uno sbuffò, ma la sua mano stretta nella mia mi fece sussultare, quando mi tirò fuori dal ristorante per avviarci verso i corridoi del Siam pieni di negozi. Camminammo così mano nella mano senza preoccupazione, o meglio, P Kao era senza preoccupazione, tirandomi da una parte all'altra per mostrarmi qualsiasi cosa, mentre io dentro di me esultavo in stile carnevale di Rio per il fatto che mi stesse tenendo la mano.

"P Kao... aspetta." dissi quando passammo davanti a un negozio di musica, spostandomi verso l'ingresso e tirando il maggiore con me.

Girammo per le corsie, commentando tutti i generi musicali, scoprendo di avere qualche cantante in comune, ma per il resto completamente in disaccordo su ciò che preferivamo ascoltare. Io amavo la musica pop, avendo lavorato in bar e discoteche prima di arrivare al Midnight, e non mi dispiaceva tenere il volume alto di ogni cosa, per immergermi completamente nella canzone. P Kao invece amava di più la musica calma, rilassante, che non distruggesse i timpani.

Ridacchiai dandogli del vecchietto, cercando poi di scappare dai suoi pizzicotti sui fianchi, quando mi scontrai con una persona.

"Mi scusi..." dissi voltandomi, notando davanti a me il volto allibito di Gun, mentre teneva tra le mani due CD. Di fianco a lui, Off mi guardò perplesso, mentre teneva le braccia intorno alla vita del minore.

Tutti e quattro ci fissammo senza capire, anche se gli sguardi dei nostri colleghi sembrarono molto più preoccupati dei nostri. P Kao mi prese la mano senza preoccuparsi, anche se io cercai di nasconderla dietro alla mia schiena. "Che ci fate qua?" domandai a quel punto, vedendo i due darsi un'occhiata veloce.

"Volevo comprare un CD... Off mi ha accompagnato." rispose Gun velocemente, spostandosi leggermente da Off, il quale però non lo lasciò allontanarsi più di tanto. "E voi?" chiese curioso, fissando con interesse la mano mia e di P Kao unite insieme.

Io spinsi ancora le nostre mani dietro alla schiena, ma P Kao la spostò nuovamente, dando così a Gun e Off la possibilità di vederle perfettamente. "Abbiamo un appuntamento..." disse P Kao, mentre il mio cuore iniziò a battere violentemente, percependo una sensazione di ansia bloccarsi sul petto.

Gun e Off si diedero una rapida occhiata, sicuramente sbalorditi per la scoperta fatta, ma P Kao fece uno sbuffo, attirando così l'attenzione di nuovo su di sé. "Rimane tra noi? Giusto?" chiese guardando i due host, che annuirono subito senza nemmeno esitare.

"Anche da parte vostra... rimane tra noi..." quasi mormorò Off, abbracciando di più Gun per la vita, il quale arrossii a vista d'occhio.

P Kao annuì di rimando, per poi salutare i due ragazzi e tirarmi verso l'uscita. Quando fummo un po' lontani dal negozio, tirai P Kao obbligandolo a fermarsi. Rimasi un secondo in silenzio, percependo ancora quello stato di ansia farsi largo nella mia gola. P Kao mi accarezzò il polso, facendo una lieve pressione. "Tutto bene?" domandò con tono leggero.

Io negai. "Lo sai che P Mew... ecco." cercai le parole per iniziare quella discussione, ma P Kao sorrise, arruffandomi i capelli. "Gun e Off manterranno il segreto, come noi manterremo il loro... ci penserò io a P Mew quando arriverà il momento di farlo."

Guardai P Kao perplesso. "In che senso manterremo il loro? Vuoi dire che..."

L'host ridacchiò, tirandomi ancora per i corridoio del Siam. "Erano a un appuntamento anche loro... li avevo visti in un altro negozio e ho tirato dritto. Non pensavo di beccarli di nuovo!"

"P Kao! Perché non me lo hai detto?" domandai stizzito, arrossendo vistosamente appena delle ragazzine ci guardarono e cominciarono a indicarci, sorridendo tra loro e facendo strane facce esaltate.

"Smettila di fare il carino... attiri troppa attenzione." affermò P Kao a quel punto, tirandomi di più verso di lui.

Siamo sicuri che sono io ad attirare l'attenzione?!


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Midnight ~ Se tu vorrai... io ti aspetterò ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora