11. Regret

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Decisi di andarmene a casa nonostante le lamentele di Gulf, ma non gli diedi retta e tornai al mio appartamento, rimanendo steso a letto per giorni, alzandomi giusto per mangiare o fumare una sigaretta.

Ripensai al passato, a quanto avrei voluto provarci con Ohm, al fatto che lo reputassi uno dei ragazzi migliori che avessi mai conosciuto. Purtroppo all'epoca ero ancora una testa calda, convinto che l'amore facesse schifo. Ero probabilmente ancora troppo scottato dalle mie delusioni precedenti per capire che Ohm sarebbe stato lì per me se l'avessi voluto, se avessi avuto il coraggio di provarci davvero.

Invece no, avevo evitato di fare anche solo un passo verso di lui, sapendo quanto ci tenesse alla sua integrità morale. Eravamo diventanti amici, confidenti, ma mai avrei pensato di poter far parte dei suoi pensieri, di essere qualcuno a cui teneva così tanto, qualcuno che gli piacesse.

Assurdo.

La vita a volte è strana, sembra quasi che ti prenda in giro con ironia, rivelandoti poi la verità come una doccia fredda. Se solo avessi fatto scelte diverse, forse io e Ohm avremmo avuto un finale differente.

Sospirai, girandomi di schiena sul materasso, guardando il soffitto bianco. Non mi stavo pentendo di come avevo vissuto la mia vita in quei due anni, anzi. Se avessi effettivamente avuto il coraggio di provarci con Ohm, lo avrei fatto nonostante tutto. Invece le cose erano andate diversamente, ma pensandoci bene era meglio così. Se la nostra storia non fosse andata bene, probabilmente avrei perso anche la sua amicizia e quello non me lo sarei di certo perdonato.

Guardai l'orologio notando che erano già le 18. L'indomani sarebbe stata domenica, ma avrei comunque dovuto dare mie notizie a P Mew, che nonostante tutto mi aveva lasciato tranquillo senza pormi troppe domande su quando sarei tornato.

Mi ero sfogato con lui e Gulf, ma senza entrare troppo nei dettagli, piangendo semplicemente tra loro come un ragazzino, sentendomi oltretutto colpevole per tutti i disastri che avevo combinato in meno di ventiquattro ore.

Presi il cellulare guardando le chat di Line con tutti i messaggi non letti ancora in vista. Ohm mi aveva scritto più di tutti, seguito da Bright, Zee e Mild, ma non avevo dato risposta a nessuno di loro. Mi ero preso il mio tempo per schiarirmi le idee e resettare tutto ciò che era accaduto, dimenticandomi per qualche giorno di P Kao, Bright e ovviamente, Ohm.

Sentii bussare alla porta e pensai che fosse la mia vicina, probabilmente ancora senza riso in casa. Mi alzai con difficoltà, più per la stanchezza che per il dolore al fianco, ormai quasi sparito. Camminai verso l'ingresso, dove ancora la persona al di fuori bussava senza sosta, facendomi innervosire.

Aprii di scatto, pensando di trovare il viso mezzo sdentato della mia vicina, quando il volto sorridente di Zee mi si parò davanti, insieme a Saint, Mild, Bright, Off, Gun e persino P Kao.

"P Earth!" Saint mi abbracciò di scatto, stringendomi forte addosso a sé, sovrastandomi con la sua altezza, ovviamente superiore alla mia.

"Così lo uccidi Saint..." disse Zee, dandomi un paio di pacche sulle spalle.

"Mi dispiace così tanto P Earth. Scusami." disse spostandomi da sé, guardandomi con occhi sognanti.

Gli feci un sorriso, arruffandogli i capelli. "Non ti preoccupare Saint. Te l'ho detto, non è stata colpa tua." continuai.

Zee mise un braccio sulle spalle del minore, tirandolo indietro così da lasciarmi andare. "Cosa ti ho detto sul fatto che non devi abbracciare nessuno a parte me?" disse avvicinandosi pericolosamente all'orecchio di Saint, il quale prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi per mantenere probabilmente la calma.

Devono fare i piccioncini proprio davanti a me?

Dopo Saint però, anche Mild si agganciò a me, dandomi troppi baci sulla guancia, seguita poi da Bright, Off e Gun, che mi strinsero in una morsa strettissima. Quando mi lasciarono andare li inondai di parolacce, ma loro se ne andarono verso la sala, facendo come se fossero a casa loro.

Ingrati bastardi.

P Kao si fermò davanti a me, sorridendomi come qualche giorno prima, lasciandomi uno strano calore nel petto che cercai di ignorare. Era bello come sempre, con un abito elegante blu oltremare, la solita camicia bianca al di sotto che lasciava intravedere anche troppa pelle, e quell'intrigante collana oro rosa che si perdeva tra i suoi pettorali.

"C'è un'altra persona con noi... ma non vuole entrare per paura." disse voltandosi verso la porta rimasta aperta.

Io seguii il suo sguardo, notando così il volto di Ohm sbucare dalla soglia, per poi mostrarsi del tutto davanti a me, mentre teneva lo sguardo fisso verso il pavimento.

Sospirai andandogli incontro, abbracciandolo con forza, sentendolo irrigidirsi. Poco dopo le sua mani mi avvolsero la schiena, percependo il suo volto incastrarsi contro il mio collo e respirare a pieni polmoni il mio profumo.

"Mi dispiace..." mormorò subito dopo, sul punto probabilmente di piangere.

Io mi spostai negando, accarezzandogli una guancia. "Non importa... direi di non pensarci più, ok?" domandai.

Lui annuii, arruffandomi i capelli senza aggiungere altro. Sapevo che un giorno avremmo dovuto affrontare il discorso, ma non avevo voglia di iniziarlo, non in quel momento.

Chiusi definitivamente la porta e ci avviammo verso la mia piccola sala, dove i miei amici si erano stravaccati sul divano o a terra, mangiando cibo d'asporto direttamente dalle confezioni che non avevo notato quando erano entrati.

"Posso sapere che ci fate qua?" domandai, sedendomi su una delle quattro sedie intorno al piccolo tavolo, posto poco distante dal divano.

Mild inghiottì un boccone a fatica, bevendo successivamente da una bottiglietta d'acqua. "P Mew ha chiuso il locale per farci venire tutti qua!" rispose con gioia, facendo un brindisi con le bottiglie degli altri.

Rimasi stupito dalle sue parole, guardando Bright come per avere conferma. Lui annuì sorridendo, puntando poi lo sguardo verso Ohm, seduto sulla sedia di fianco alla mia. Sembrarono farsi un cenno e capii che tra quei due le cose si erano chiarite.

"Quindi... avete pensato bene di venire qui e invadermi casa..." dissi incrociando le braccia al petto, sentendoli ridacchiare uno per uno.

Gun era seduto sul divano, mentre Off si era messo per terra proprio tra le sue gambe. Mild era seduta di fianco a Gun con le gambe incrociate, affiancata da P Kao e Bright, mentre Saint e Zee si erano seduti a terra poco distanti da loro, imboccandosi a vicenda e facendosi strani sorrisini indecenti.

Mangiammo fino a scoppiare, finendo successivamente per bere alcolici come ogni sera. Pensavo di essermi depurato in quei giorni di pausa che mi ero preso, ma alla fine Mild preparò bicchieri di Mojito per tutti e fu praticamente impossibile dirle di no.

Accesero la musica, facendo un chiasso infernale e ringraziai che la mia vicina sdentata fosse anche mezza sorda e che sotto di me non vivesse nessuno. Quando Off e Gun iniziarono a ballare in mezzo alla sala come se fossero l'uno il palo dell'altro, mentre Saint e Zee si baciavano senza freni sul mio divano, decisi che era giunto il momento di andare a fumare.

Erano quasi le 22:30 e la temperatura all'esterno era ancora calda. Presi dalla tasca della felpa il mio pacchetto di sigarette al mentolo, estraendone una e portandomela alle labbra. L'accesi aspirando subito dal filtro, sentendo l'aroma della menta invadermi la gola. Il cielo era già scuro, privo di stelle, mentre al di sotto le strade erano ancora particolarmente trafficate, nonostante non fossimo in centro città.

Mi persi a guardare le luci delle macchine, quando qualcuno si affiancò a me, prendendomi il pacchetto di sigarette dalle mani.

P Kao rubò una sigaretta, accendendola successivamente con un accendino che tirò fuori dalla tasca della sua giacca.

Lo guardai con attenzione, fissando un po' troppo il modo in cui le sue labbra si chiudevano intorno al filtro della sigaretta, mentre aspirava il fumo e lo faceva uscire subito dopo.

I suoi occhi puntarono i miei e io tornai di nuovo a guardare l'orizzonte buio, percependo una sensazione di vergogna fastidiosa.

"Come stai?" domandò con voce bassa, lasciando cadere la cenere nel vuoto.

Aspirai dalla sigaretta, sentendo la nicotina fare il suo effetto. "Sto meglio... più o meno." risposi, cercando di non far trasparire il nervoso che mi stava avvolgendo in quel momento.

P Kao era semplicemente meraviglioso, anche se ebbi come l'impressione che fosse stato all'oscuro del piano malefico dei nostri colleghi, visto che sembrava vestito come se dovesse effettivamente lavorare, mentre gli altri erano in abiti normali tipo tute e scarpe da ginnastica, a parte Off, che non aveva rinunciato alla sua camicia hawaiana.

"Ohm non voleva farti soffrire Earth... probabilmente sono l'ultima persona che dovrebbe parlare con te di queste cose ma, ho avuto modo di discuterne con lui e posso dirti che non lo ha fatto con cattive intenzioni. A volte i sentimenti possono tradirci."

Rimasi incantato dal suo sguardo, stranamente più malinconico del solito. Mi persi per qualche attimo ad ammirarlo, cercando di trovare qualcosa che non mi piacesse, un difetto in quel volto perfetto. Eppure non riuscii a trovarne, rimanendo semplicemente incantato da come le sue labbra si incurvarono in un piccolo sorriso.

Sospirai prendendo poi una boccata dalla mia sigaretta, ormai mezza fumata dal vento. "A volte penso che debba vivere nei rimpianti..." sussurrai, come a voler parlare con me stesso invece che con lui.

P Kao si morse le labbra, aspirando poi un paio di volte dalla sua sigaretta, spegnendola successivamente in un posacenere poco distante da noi. Io la fumai ancora per un po', spegnendola poco dopo e tornando ad affacciarmi alla ringhiera.

"Per quanto i rimpianti possano fare male... il rimorso di aver commesso degli errori è ancora peggio. Puoi però andare avanti e cercare di migliorare le cose..." disse P Kao, rimasto in piedi di fianco a me.

Mi voltai verso di lui, mentre il suo sguardo era fisso verso il panorama. "È questo che stai facendo, quindi? Mi tratti come un amico per migliorare le cose?" domandai io curioso.

Il suo comportamento non mi era ancora chiaro e, anche se ci eravamo chiariti qualche giorno prima, mi sentivo ancora troppo confuso. Aveva passato un mese senza nemmeno rivolgermi la parola, per poi tentare di creare qualche dialogo con me e successivamente non parlami più una seconda volta, fino a che non era venuto a salvarmi durante la rissa.

"Te l'ho detto... mi sono comportato come uno stronzo..." rispose guardandomi finalmente negli occhi, rendendomi però le cose un po' più difficili.

"La domanda è... perché? Capisco che sono strano... ma non sto così antipatico di solito." chiesi un po' offeso.

Lui ridacchiò, facendomi così percepire un calore strano sulle guance, anche se non abbassai lo sguardo stavolta. Ero deciso a scoprire cosa mi stesse nascondendo.

"Mi ricordi qualcuno, Earth, e ho avuto paura. Per questo ho cercato di starti lontano... ma alla fine ho capito che non aveva senso farlo e ho provato a parlarti, a far finta di niente..."

"Poi ho fatto qualcos'altro che ti ha dato fastidio e non mi hai parlato di nuovo..." finii io la frase, alzando gli occhi al cielo.

"Tutto quello che fai o dici per me è un problema..." mormorò leggermente, forse pensando che non riuscissi a sentirlo per via della musica alle nostre spalle, ma non fu così.

"In che senso...?" chiesi curioso, avvicinandomi di un passo a lui, percependo un profumo intenso provenire proprio dal suo corpo. Era forte, avvolgente, anche se non aveva l'aria di essere un profumo da uomo.

Questo profumo lo conosco bene, perché lo uso anche io.

"Mi ricordi qualcuno... te l'ho detto." rispose di nuovo, guardandomi per un secondo con quei maestosi occhi di ghiaccio, lasciandosi sfuggire un sorriso ironico, come se avesse capito che non ero immune al suo fascino.

Bastardo.

Rimasi un attimo fermo, beandomi un vento caldo che mi spostò i capelli. Fissai l'orizzonte per un po', cercando di capire le sue parole, ma non ci riuscii.

"Sei troppo vago, P Kao... chi sarebbe questa persona?" domandai cercando di rifilargli uno sguardo di sfida.

Lui mi arruffò i capelli prendendo una nuova sigaretta dal mio pacchetto, che non mi aveva restituito visto che lo tirò fuori dalla sua tasca. "Sei troppo curioso... smettila." rispose portandosi la sigaretta tra le labbra, accendendosela subito dopo.

Gli lasciai il tempo di aspirare un paio di volte, prima di portare le dita sul filtro e toglierlo dalle sue labbra, portandolo tra le mie.

Lui mi guardò intensamente e mi resi conto che i suoi occhi erano indecisi se guardare i miei o la mia bocca.

Aspirai assaporai il mentolo della sigaretta, pensando al fatto che poco prima era stata tra le labbra di P Kao.

"Quindi se sarò meno curioso... me lo dirai?" domandai mordendomi il labbro inferiore.

Quella fu la prima volta che vidi P Kao arrossire. 



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Midnight ~ Se tu vorrai... io ti aspetterò ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora