MEWGULF Special
Aprii gli occhi con difficoltà quando percepii il peso di Mew sul materasso. Il suo respiro pesante mi fece comprendere che era stata l'ennesima serata pesante, dove probabilmente qualcosa non era andato a buon fine.
Cercai di alzai leggermente, ma la sua mano sul mio petto mi intimò di stare sdraiato. La luce di fianco al mio comodino mise in risalto il suo volto poco distante dal mio, come i suoi occhi profondi, maestosamente allungati, per non parlare di quella mascella scolpita, un po' in ombra e un po' illuminata della luce calda.
Sospirai, appoggiando di nuovo la testa sul cuscino, cercando di inghiottire piano, visto che la gola mi faceva un male tremendo. Ero malato da almeno tre giorni e P Mew aveva preso in mano la situazione del locale. Gli avevo detto di lasciare Earth dietro al bancone, visto che Talay era perfettamente in grado di fare il receptionist per qualche giorno al posto suo, ma P Mew non aveva voluto saperne. Dopo tanti anni come uomo d'affari, si era rimesso dietro il bancone di un bar, creando cocktail con la solita maestria che lo aveva sempre contraddistinto in tutto.
Dovevo dire grazie alle telecamere di tutto il locale, visto che ero riuscito a tenerlo d'occhio per tutto il tempo. P Mew era distrutto, visto che oltre a quello doveva anche tener conto della gestione stessa del locale, degli ordini, delle fatture, dei controlli periodici, dei vari sponsor e persone importanti che partecipavano attivamente alla vita del Midnight.
Insomma, P Mew era distrutto e io non ero per niente contento di questo, oltre al fatto che la mia influenza non accennava a passare. La febbre saliva e scendeva ormai come una montagna russa, mentre il mal di gola mi aveva reso praticamente afono. Viaggiavo con una lavagnetta il più delle volte, dopo aver constatato che la mia voce ormai pareva quella di uno dei topi di cenerentola.
Patetico.
"Hai mangiato?" domandò accarezzandomi una guancia, mostrandomi un sorriso leggero per cercare di mascherare la sua stanchezza.
Io annuii, visto che Earth mi aveva cucinato lui stesso la cena. Indicai il suo petto, stringendo le labbra, notandolo negare leggermente. Lo spinsi un po', indicandogli la cucina, ma P Mew negò di nuovo, abbracciandomi e appoggiando la testa sul mio petto.
"Non voglio mangiare... ho bisogno di stare qua adesso." e strofinò il volto contro di me, facendomi sorridere.
Gli lasciai un bacio sulla nuca, percependo le sua mani accarezzarmi i fianchi, mentre disegnava cerchi con le dita per farmi rilassare. Mi lasciai cullare dalle sue attenzioni, sentendo il suo profumo avvolgermi e scaldarmi. Era troppo tempo che non finivamo a letto in quel modo, a farci le coccole come una coppia normale. Di solito finivamo così tardi di lavorare che ci buttavamo a letto a dormire senza nemmeno cambiarci, oppure lanciavamo i vestiti in giro per del sesso veloce, presi solo dall'eccitazione del momento.
Mi mancavano quei momenti di assoluta normalità, dove potevo seriamente bearmi della presenza di P Mew, senza dover costantemente vederlo come il direttore del locale o l'uomo d'affari più ricercato da qualche anno a questa parte. In quei momenti però, era solo P Mew, il mio P Mew, quel ragazzo dolce che mi aveva fatto innamorare di lui a prima vista, nonostante la differenza di età, nonostante io fossi un ragazzo decisamente sbandato, che faceva l'host per pagarsi la scuola e le sigarette. P Mew mi aveva amato dal primo giorno che ci eravamo conosciuti, continuando ad amarmi sempre di più senza mai pretendere niente di più di ciò che ero, senza mai provare a cambiare il mio modo di essere.
Era così perfetto che a volte mi domandavo se davvero me lo meritassi.
"Mi sei mancato..." disse con voce stanca, spostandosi un po' e appoggiando il mento sulla mia pancia, guardandomi così da quella posizione.
Io gli feci un sorriso, toccandogli una guancia, passando le dita sulla sua pelle del volto, come a disegnargli i contorni. Gli accarezzai successivamente i capelli, sentendolo di nuovo abbracciarmi e posare la testa su di me, respirando a pieni polmoni.
"Sei ancora così caldo... la febbre non ti è scena nemmeno un po'..." disse di nuovo, tirandomi su la maglietta del pigiama, appoggiando direttamente la guancia contro la mia pelle.
Sussultai leggermente, sentendo il freddo degli anelli che portava alle dita, oltre alla sua collana che mi solleticava la pelle. Ridacchiai, anche se praticamente sottovoce, cercando di mettermi un po' seduto, ma sentendo la presa di P Mew sui miei fianchi, impedendomi di muovermi.
"Non ti agitare così tanto Gulf... lo sai che poi mi eccito." sussurrò, posando le labbra contro la mia pancia, lasciandoci sopra un bacio leggero.
Tirai la testa indietro, sentendomi scorrere un brivido per tutta la spina dorsale. Come avevo già detto, di solito ci tiravamo via i vestiti di dosso per fare del sesso veloce e appagante, senza mai prenderci del tempo per colpa del lavoro o della stanchezza, per questo un simile gesto mi creò un certo disagio a sud dell'ombelico in meno di un secondo.
P Mew ridacchiò, dandomi un altro paio di baci, salendo leggermente verso il petto, tirando con se anche la mia maglietta, mettendo in mostra i miei capezzoli come se fossero d'oro, visto lo sguardo estasiato che gli rifilò il mio ragazzo.
"P..." cercai di tirare fuori la mia voce con il tono più grave possibile, ma finii per risultare solo un ragazzino eccitato.
P Mew fece un ghignò, per poi baciarmi le labbra con lentezza, dandomi solo dei leggeri tocchi senza approfondire il tutto con la lingua, scendendo sulla mia mascella, lasciandomi un paio di morsi sul collo, un paio più forti e dolorosi poco sopra la clavicola, mentre le sue mani stringevano i miei fianchi con più intensità.
Mi ritrovai a respirare con forza quando la sua lingua catturò il mio capezzolo, costringendomi a piagnucolare senza freni, nonostante il dolore che stavo percependo alla gola. P Mew non si fermò a dare fastidio a uno, ma torturò anche l'altro, fino a che non provai a spostarmi lateralmente e nascondere il mio petto dalle sue grinfie.
Mi sentivo come se potessi andare a fuoco da un momento al l'altro. Probabilmente la febbre mi stava dando dei problemi, mentre i tocchi di P Mew avevano alzato ancora di più la temperatura del mio corpo.
"È la prima volta che scappi da me... mi devo preoccupare?" dissi toccandomi la fronte.
Notai i suoi occhi tornare seri, come tutto il suo volto, per poi sentire le sue mani abbassarmi la maglietta, mentre si spostò dal mio corpo per tirare di nuovo le coperte sopra di me. Provai a fermarlo ma scese dal letto con troppa velocità, andando verso il bagno alla ricerca di qualcosa. Quando tornò nella nostra stanza, si sedette proprio di fianco a me, facendomi vedere una pastiglia che mi posò sulle labbra. La feci cadere sulla mia lingua, mentre P Mew mi avvicinò una cannuccia, così da poter bere dell'acqua fresca e inghiottire quello che doveva essere un antibiotico.
"Vado di la a leggere un po'... ok?" disse lasciando il bicchiere sul comodino di fianco a me. Io lo guardai senza capire, tirando il suo polso prima che potesse alzarsi. Avrei voluto chiedergli che diavolo stesse succedendo, ma P Mew mi sorrise, lasciandomi un bacio sulla fronte, per poi alzarsi e uscire dalla nostra stanza chiudendo la porta.
Sbuffai guardando il soffitto, sentendo la mia eccitazione non attenuarsi nemmeno dopo una decina di minuti che P Mew era andato via. Che fosse una reazione allergica all'antibiotico? Fandonie. Era colpa di quel deficiente del mio ragazzo, che prima mi faceva eccitare e poi scappava.
Provai a stendermi su un fianco, cercando di dormire un pochino, ma il profumo di P Mew era ancora lì che mi stava avvolgendo, mantenendo così la mia eccitazione sempre più attiva. Mi rotolai a destra e sinistra, stringendo gli occhi e obbligandomi a pensare a tutt'altro quando decisi che ne avevo abbastanza e lanciai semplicemente le coperte lontano da me.
Scesi dal letto senza nemmeno cercare le ciabatte, percependo il freddo del pavimento sotto i piedi. Mi avviai così verso la porta con un po' di difficoltà, aprendola e notando solo una luce provenire dalla televisione. P Mew era mezzo sdraiato sul divano, mentre fissava con poca attenzione la pubblicità che passava in quel momento.
Mi avvicinai a lui, camminando lentamente, fino a che non si accorse della mia presenza. Fu sul punto di alzarsi, ma ormai gli arrivato troppo vicino e semplicemente mi misi a cavalcioni sopra di lui, obbligandolo così a non muoversi.
"Prima mi fai impazzire... e poi scappi? Da quando hai paura?" praticamente sussurrai, abbassandomi un po' contro il suo volto, catturando le sue labbra in un bacio decisamente meno casto di quello che mi aveva dato lui poco prima.
P Mew mi spostò da quel bacio appena le nostre lingue iniziarono a toccarsi con un po' troppo foga. Il suo volto accaldato mi fece comprendere che era ciò che voleva anche lui, quindi non riuscii a capire per quale motivo ci avesse interrotto di nuovo.
"P... che diavolo." quasi ringhiai, stringendo le dita contro il suo petto.
P Mew sospirò, alzando una mano contro il mio volto, facendomi un paio di carezze e tirandomi indietro i capelli leggermente bagnati dal sudore.
"P perché mi fai questo. È passato... troppo tempo dall'ultima volta che abbiamo... che abbiamo fatto l'amore." parlare mi fece percepire ancora più dolore alla gola, nonostante stessi praticamente sussurrando quelle parole, ma avevo bisogno di sfogarmi perché quella situazione stava diventando insostenibile.
"Non... non ti piaccio..." continuai il mio discorso, convinto più che mai a trovare una spiegazione al suo comportamento, ma P Mew sembrò impallidire e subito mi tappò la bocca con la mano, impedendomi di andare avanti.
"Non dirlo nemmeno per scherzo, Gulf! Sei meraviglioso... ma..." si fermò, mordendosi le labbra, facendomi sussultare. "Hai la febbre alta e ho avuto paura. Non avrei dovuto comportarmi in quella maniera, visto che sei malato. Non farebbe bene al tuo corpo."
Morsi le mani di P Mew con poca forza, ma abbastanza per fargli allontanare le dita dal mio volto e darmi così modo di parlare.
"Sei un deficiente!" provai ad alzare la voce ma risultò solo alzarsi di tono, facendomi assomigliare a un fischietto. "Non ho sedici anni P. Che diavolo... è solo un po' di febbre! Seriamente... stai invecchiando?"
P Mew strabuzzò gli occhi, facendomi successivamente dei pizzicotti sui fianchi. Istintivamente portai le braccia davanti per cercare di bloccare la sua ira, ma finii semplicemente per perdere il controllo che avevo su di lui, tanto che riuscii a farmi cadere con la schiena sul materasso e sovrastarmi con il suo corpo.
Mi guardò con quello sguardo carico di passione, che il mio cuore perse probabilmente qualche battito. Era da un po' che non vedevo quelle emozioni trasparire dai suoi occhi e finalmente riuscii a calmare me stesso dai pensieri strani che si erano creati nella mia testa.
"Hai idea di quello che hai detto? Vecchio io? Vuoi morire giovane, Gulf?" disse stringendomi i polsi, portandoli sopra la mia testa.
Inutile dire che rabbrividii senza nemmeno tentare di nasconderlo, sorridendo come uno scemo e mostrando i miei occhi languidi, solo per lui.
"Ohi, P... sei vecchio... lo sappiamo tutti e due no? Ormai hai superato i trenta e devi semplicemente accettarlo." continuai, consapevole che la sua ira si sarebbe riversata su di me in un attimo.
Non attendevo altro.
P Mew strinse nuovamente i miei polsi, mordendosi il labbro inferiore con lentezza, mentre il suo bacino spinse leggermente contro il mio. Compresi a quel punto che il ragazzo che stavo prendendo per il culo me l'avrebbe fatta pagare da lì a breve, e che stavolta non mi avrebbe trattato con i guanti solo perché ero ammalato.
"Ti farò pentire di ciò che hai detto! Finirai per chiedere pietà... e a quel punto vedremo chi sarà il giovane tra noi."
Mi morse il collo, succhiando la mia pelle poco sotto il tatuaggio. Provai a gridare ma non uscii nessun suono dalla mia bocca, mentre le nostre eccitazioni si scontravano l'una contro l'altra, divise solo dai vestiti che indossavamo.
"Sei così dannatamente sexy che vorrei semplicemente farti mio, adesso... ma ho intenzione di fartela pagare cara per la tua sfacciataggine."
P Mew spinse di nuovo il suo bacino, costringendomi a mordermi le labbra per evitare di gemere in maniera oscena.
Mi baciò le labbra aggiungendo la lingua per giocare con la mia. Una delle mani mi lasciò il polso, scendendo verso il lembo della mia maglietta e tirandolo su, fino al collo, mettendo di nuovo in mostra il mio petto.
Mi toccò un capezzolo, stuzzicandolo fino a che non iniziai a piagnucolare e implorargli di smetterla. Lui fece un ghigno e semplicemente negò, scendendo con la lingua a darmi ancora più fastidio.
Ero in crisi, completamente avvolto dal suo profumo e il suo volere, incapace di fare qualsiasi cosa se non assecondare le sue spinte. Non riuscii a evitare di alzare il bacino e tirare indietro il collo, beandomi di tutte quelle scariche di piacere, fino a che non sentii l'orgasmo avvolgermi del tutto e farmi respirare con fatica.
P Mew ghignò di nuovo, smettendo di torturarmi il petto, lasciandomi andare anche l'altro polso e stendendosi completamente contro di me. Il suo sorriso strafottente mi fece venire voglia di prenderlo a sberle, ma ero io quello che era venuto per nulla, quindi semplicemente sospirai pesantemente.
"Allora... chi è il vecchietto?" disse ridacchiando.
Io sbuffai. "P! Ho la febbre... sono molto più sensibile. Non dovresti prendermi in giro! Che ragazzo cattivo che sei."
"Ohi, ohi... non fare la vittima ora, anche perché non ho ancora finito con te..."
"P...? che intendi dire?" domandai preoccupato, cercando di tirarmi un po' indietro, cosa del tutto inutile visto che P Mew era sopra di me con il suo dolce peso.
"Ah, non lo sai? Ho intenzione di attaccarti al letto con le manette e non lasciarti andare per tutta la notte..." rispose alzandosi in piedi, mettendomi un braccio dietro la schiena e uno dietro le ginocchia, tirandomi su di peso come se fossi semplicemente fatto di pezza.
"P Mew... ma io voglio fare l'amore!" risposi sbuffando, dimenticandomi del fatto che la mia voce fosse ancora più simile a un fischietto.
P Mew ghignò, camminando verso la nostra camera da letto e lasciandomi cadere successivamente sul materasso. "Avresti dovuto pensarci prima di prendermi per i fondelli, Gulf..." e mi attaccò un polso alla manetta che tenevano costantemente agganciata alla testiera in ferro del letto.
Impallidii subito, sentendo le guance andarmi a fuoco. Provai a nascondere il mio volto da quello di P Mew, ma lui, mi spostò la faccia, dandomi un bacio casto sulle labbra. "Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto tutto questo... buona notte Gulf."
P Mew si alzò sistemandomi le coperte addosso, lasciandomi però il braccio sinistro agganciato ancora alla manetta. La spostò un po' laterale così da poter stendere il braccio anche lateralmente, sorridendomi con dolcezza.
"P Mew... che diavolo stai facendo." domandai senza capire.
Lui mi diede un bacio sulla fronte e poi si spostò, allontanandosi verso la porta. "Ti faccio riposare. Hai la febbre alta e devi rimetterti in forze... buona notte di nuovo tesoro mio."
"P Mew... P Mew non puoi davvero lasciarmi così. P Mew! P Mew non farmi urlare! Ho la voce di un cartone animato. P Mew! P Mew non uscire da quella porta! P Mew! P Mew giuro che se non torni qua, appena avrò le forze mi metterò a fare di nuovo l'host. P Mew! P Mew non sto scherzando! P MEW!"
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Midnight ~ Se tu vorrai... io ti aspetterò ~
FanfictionQuando al Midnight arrivò un nuovo host, Earth pensò semplicemente che ci fosse qualcosa di strano sotto. Per quale motivo P Mew non lo aveva avvisato di una notizia del genere? Non era di certo qualcosa che avrebbe potuto tenergli nascosto! "Earth...