22. Released

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(Questo capitolo presenta un contenuto destinato a un pubblico adulto)

Rimasi dentro la vasca bloccato, avvolto solo dal silenzio del bagno, incapace di fare il minimo movimento. La temperatura dell'acqua stava iniziando a scendere e la mancanza di P Kao dietro la mia schiena mi fece tremare.

Era la prima volta che si arrabbiava con me e sinceramente avrei preferito non averlo mai visto in quel modo. I suoi occhi erano tornati glaciali come un tempo, quando a malapena mi degnava di uno sguardo e cercava di non stare in mia compagnia per più di qualche minuto.

Avevo detto quelle parole senza pensarci, credendo probabilmente di averne il diritto, finendo per colpire P Kao nel profondo. Anche se fosse stato vero, anche se in fondo al cuore P Kao avesse provato ancora qualcosa per Fluke, sarebbe stato alla fin fine legittimo perché ero consapevole che una rottura, soprattutto dopo ben sei anni di relazione, non era per niente facile da superare di punto in bianco.

P Kao aveva deciso comunque di provare a creare qualcosa con me, andando con calma e senza fare passi troppo lunghi. Sapevo che era un bravo ragazzo, visto che era stato in grado di avere una relazione tanto lunga, provando per sino a salvare l'insalvabile.

Singhiozzai stringendo le braccia intorno alle gambe, poggiando poi la testa sulle ginocchia, tremando per il freddo della stanza. Avrei tanto voluto alzarmi e andare a cercarlo, ma sentivo dentro di me troppa vergogna per riuscire anche semplicemente a guardarlo negli occhi. 

P Kao aveva ragione in fondo, perché avevo seriamente voglia di fare sesso. La differenza era che non mi sarebbe andato bene chiunque stavolta, perché il mio cuore batteva forte solo se per lui e a stento riuscivo a controllarmi.

Avevo paura di perderlo in qualche modo, sapendo perfettamente quanto una relazione lunga e duratura potesse portare a dei fraintendimenti. Se avesse rivisto Fluke? Se fosse stato ancora innamorato di lui nonostante tutto? Se dopo tutto quello che era successo, Fluke fosse tornato da P Kao?

Pensavo che il sesso avrebbe reso le cose più serie tra noi, che ci avrebbe legato ancora di più, ma probabilmente avevo ragionato poco e agito troppo in fretta. P Kao era stato serio sin dall'inizio, quando ancora era fidanzato e aveva tentato in tutti i modi di non avvicinarsi a me per evitare qualsiasi tipo di situazione strana. Perché avrebbe dovuto prendermi in giro ora? Inoltre, se fosse stata solo attrazione sessuale, di occasioni ne aveva avute anche troppe e lui non si era mai esposto, se non per colpa mia.

Ero stato un idiota cronico e mi meritavo la solitudine, lì in quella vasca con l'acqua ormai gelata e i miei singhiozzi che riempivano la stanza. Meritavo di rimanere in quello stato, completamente avvolto dalla tristezza, incapace di pensare ad altro se non alla schiena di P Kao che se ne andava.

Sapevo che la cosa giusta da fare era chiedergli scusa senza piangere, perché P Kao aveva bisogno di una persona forte al suo fianco, non di un bambino piagnucoloso, ma ultimamente mi sentivo così fragile che a stento mi riconoscevo. Possibile che l'amore potesse fare così male? Non ero sicuro che quello fosse seriamente amore, ma se non lo fosse stato, allora per cosa stavo soffrendo?

Guardai il braccialetto rosso che portavo al polso destro, toccando con difficoltà la scritta bianca, cercando di pensare al giorno in cui P Kao me lo aveva regalato. Non dovevo farmi prendere dallo sconforto, ma fu tutto inutile. 

Mi strofinai gli occhi sentendoli bruciare, singhiozzavo con forza e il respiro iniziò a mancarmi. Cercai di fare dei respiri profondi, sentendo però sempre più difficile riuscire a far arrivare l'aria nei polmoni.

Strinsi le mani sulle ginocchia, cercando di pensare alle parole di Gulf, quando da giovane mi prendevano gli attacchi di panico. Contai mentalmente, cercando di respirare con calma, ma l'ansia nel petto iniziò a crescere e la testa iniziò a girare.

Misi una mano sul bordo della vasca, tentando di alzarmi, ma non riuscii a muovermi, mentre il mio respiro era sempre più affannato.

Nemmeno mi resi conto che qualcuno era entrato nel bagno fino a che le mani di P Kao non mi toccarono il volto e la sua voce arrivò alle mie orecchie ovattata. Mi tirò su di peso, o almeno così riuscii a percepire, visto che mi ritrovai addosso al suo corpo, percependo subito un asciugamano che mi premeva sulla pelle, per poi ritrovarmi steso sul materasso.

"Respira... forza Earth. Respira... piano... bravo..." la sua voce ora era forte e chiara, calda come sempre, mentre la sua mano stringeva la mia e l'altra mi accarezzava la guancia.

Piano, piano riuscii a trovare il ritmo giusto, sentendo di nuovo l'ossigeno fluire nei miei polmoni, riuscendo a guardare P Kao negli occhi. Il suo volto era contratto, preoccupato, mentre i suoi occhi viaggiavano per il mio viso alla ricerca di qualcosa.

"P..." dissi cercando di mettermi a sedere, ma lui mi bloccò, spostandosi da me per un attimo soltanto, per poi tornare a sedersi al mio fianco e coprirmi con un altro asciugamano.

Mi tamponò la pelle, controllando che fossi coperto il più possibile, per poi accarezzarmi i capelli e fissarmi negli occhi. "Ti senti bene?" domandò con voce dolce.

Annuii tristemente, girandomi verso di lui e rannicchiandomi dalla sua parte, sentendo altre lacrime uscire dai miei occhi.

"Earth, non piangere... sono qua." mormorò continuando ad accarezzarmi i capelli, massaggiandomi una tempia.

Cercai di calmarmi, strofinandomi gli occhi con il dorso delle mani, quando P Kao si spostò di nuovo per andare a recuperare qualcosa dal bagno. Quando tornò per la seconda volta vicino a me, mi tolse gli asciugamani di dosso facendomi rabbrividire. Mi infilò i boxer con gentilezza, passando poi a dei pantaloni leggeri e successivamente a una maglietta a maniche corte.

"Vieni... mettiti sotto le coperte dai." mi tirò leggermente per un braccio, aiutandomi a spostarmi e a farmi entrare sotto il piumone leggero, poi abbassò l'intensità della luce tramite un interruttore sul muro di fianco al letto.

Mi sistemai cercando una posizione comoda, rimanendo girato verso P Kao, che si era messo a terra in ginocchio davanti al materasso, per poter essere alla mia altezza. Gli presi una mano, stringendola leggermente e portandola sotto al mio mento, mentre lui con quella libera mi accarezzò la frangia.

"Mi dispiace." sussurrai tristemente, abbassando lo sguardo per la vergogna. La mano di P Kao sulla mia frangia continuò a muoversi, passando sulla testa e incastrando le dita nella mia chioma.

"Non importa." rispose con tono dolce, così alzai lo sguardo verso di lui con titubanza, notando il suo sorriso spuntare sulle sue labbra. "Ora però dormi... ti rendi conto che hai avuto un attacco di panico?"

Non dissi niente e cercando di alzarmi, nonostante P Kao tentasse di mantenermi sdraiato. "Mi dispiace. Per favore, scusami..." continuai.

P Kao si mise a sedere sul materasso, tirandomi in un abbraccio stretto. Io allacciai le braccia intorno alla sua vita, incastrando il volto contro l'incavo della sua spalla, sentendo le sue mani accarezzarmi la schiena.

"Dispiace di più a me... le tue parole erano legittime e io ho esagerato. Scusami... non volevo che questa serata andasse così." sussurrò contro il mio orecchio, lasciandomi un bacio sulla tempia.

Ero consapevole che avremmo dovuto parlare di ciò che era successo, ma non ero pronto a sostenere una discussione in quel momento, troppo spossato dalle mille emozioni che avevano caratterizzato quella serata.

Iniziai a percepire di nuovo mal di testa e così mi spostai dall'abbraccio tenendo una mano sulla fronte, stringendo gli occhi per il fastidio. P Kao mi accarezzò una guancia, sussurrandomi di stendermi sul materasso. Io negai subito. "Non andartene..." mormorai stringendogli di nuovo il palmo della mano.

P Kao sorrise, arruffandomi i capelli, tirando indietro successivamente le coperte, stendendosi di fianco a me. Mi spostai per dargli spazio, per poi avvicinarmi e poggiare la testa sul suo petto, percependo il battito del suo cuore nelle mie orecchie.

La sua mano mi accarezzò la nuca, mentre gli stringevo la vita e chiudevo gli occhi per la stanchezza, sentendo in lontananza una frase che mi fece sorridere.

"Non ti lascerò mai più... questa è una promessa."

*******

Un chiarore fastidioso mi obbligò ad aprire con difficoltà gli occhi, strofinandomi la faccia con il dorso della mano. La luce proveniva dalle grandi finestre davanti al letto, visto che le tende erano tirare da una parte, lasciandomi così intravedere una parte del giardino che circondava la casa.

P Kao era steso sotto di me, le sue braccia avvolgevano la mia vita e il suo volto rilassato mi fece bloccare per un attimo a guardarlo. Avvicinai una mano, toccandogli la tempia con le dita, accarezzandogli le sopracciglia, le guance, le labbra, chiedendomi se stesse sognando qualcosa oppure no.

Il suo volto era talmente bello che a stento riuscii a contenermi, così mi abbassai e gli lasciai un bacio sulle labbra, leggero, semplice, dal quale mi staccai subito per evitare di andare avanti.Mi spostai da lui, cercando di fare piano, avviandomi con lentezza verso la finestra, uscendo così sul terrazzino all'esterno. Mi resi conto in quel momento che il giardino intorno a me era un vero disastro, con l'erba alta, i cespugli lasciati crescere senza sosta, gli alberi carichi di foglie secche e non potati.

A differenza della casa, che per lo meno manteneva una bella visione, quella zona invece sembrava lasciata andare a se stessa, senza un vero padrone che potesse occuparsene.

Il cielo era più azzurro del solito e il caldo pareva quasi soffocante, segno che probabilmente era passata persino l'ora del pranzo. Lasciai andare un sospiro, guardando i vestiti che indossavo, notando la maglietta più larga che mi scendeva su una spalla e sentendo i pantaloni sul punto di cadere. Li tirai su con fastidio, sentendo i ricordi di qualche ora prima invadermi il cervello tutti insieme.

Erano anni che non avevo attacchi di panico e cercai di capire per quale motivo fossi arrivato a tanto. All'epoca ero una persona diversa, giovane, semplice, quasi paurosa oserei dire, mentre adesso ero praticamente tutt'altro e poche cose mi facevano paura. Ma probabilmente la possibilità di perdere P Kao era una tra queste.

Due braccia forti mi strinsero la vita e il profumo di P Kao mi avvolse il corpo, scaldandomi il cuore. Nonostante la temperatura esterna fosse già alta, non mi lamentai e lasciai il maggiore addosso a me.

"Mi hai fatto preoccupare... non ti ho più sentito vicino a me..." disse contro il mio collo, poi si spostò leggermente e strofinò la sua tempia sulla mia.

Annuii leggermente, incapace di rispondere. Mi sentivo così in colpa per tutto quello che era successo, che la mia voce era semplicemente bloccata. P Kao sembrò accorgersene e mi strinse un po' di più, rimanendo in silenzio e guardando anche lui il panorama davanti a noi.

Con la coda dell'occhio notai il suo sguardo triste, mentre fissava con attenzione gli alberi poco distanti da noi, soffermandosi sulle erbacce che erano cresciute un po' ovunque.

"Vuoi mangiare?" domandò a quel punto, spostandosi dall'abbraccio.

Gli bloccai le mani, tirandolo di nuovo addosso a me, impedendogli di andare via. Negai successivamente, guardando il cielo azzurro, mentre alcune nuvole grigie iniziarono ad avvicinarsi lentamente verso la nostra direzione.

"Devi mangiare... e dobbiamo parlare." disse di nuovo, lasciando che le sue labbra si scontrassero con la mia nuca.

Mi sembrò di rivivere il giorno in cui P Kao era venuto a casa mia ubriaco e con le lacrime agli occhi. Il mattino dopo gli avevo offerto la colazione, avvisandolo che avremmo dovuto parlare, solo che all'epoca lui non aveva avuto mancanza di rispetto nei miei confronti, come invece avevo fatto io poche ore prima.

Negai di nuovo, ma P Kao si spostò comunque, abbassandosi e mettendo le sue mani dietro le mie ginocchia, prendendomi così in braccio senza darmi la possibilità di scappare.

"P Kao! Mettimi giù!" dissi muovendo le gambe, ma lui sorrise, rientrando in casa e lasciandomi cadere successivamente sul letto, mettendosi su di me e facendomi il solletico sui fianchi.

Le mie risate rimbombarono nella stanza, fino a che non arrivai alle lacrime, chiedendo pietà. P Kao si fermò a quel punto, rimanendo incastrato tra le mie gambe, che senza rendermene conto avevo agganciato alla sua vita.

Ci guardammo negli occhi, incapaci di evitare i nostri sguardi, sentendo di nuovo una strana forza avvicinarci l'uno all'altro. Feci un respiro profondo quando P Kao si ritrovò a meno di qualche millimetro dalla mia faccia, mentre i nostri cuori battevano forte all'unisono.

La sua fronte si appoggiò alla mia e notai gli occhi di P Kao chiudersi e stringersi con forza, come a cercare di calmare se stesso.

"Mi dispiace..." mormorò tristemente, mentre le sue mani strinsero le mie braccia. "Mi dispiace così tanto... non sto pensando a Fluke. Da quando ho capito che non avrei più potuto fare nulla per evitarti, Fluke non è più stato nei miei pensieri... non in quel modo almeno. Volevo fare le cose con calma, ma finisco sempre per attirarti a me e farti impazzire..." respirò con difficoltà, mordendosi le labbra, probabilmente per evitare di baciarmi.

Io sorrisi, accarezzandogli una guancia, notando i suoi occhi aprirsi e guardarmi con lussuria. Non risposi e semplicemente lo baciai sulle labbra, sentendolo respirare profondamente, per poi lasciarsi andare al mio bacio.

Come un déjà vu, mi persi in quelle emozioni forti che solo i baci di P Kao mi trasmettevano. Le sue mani mi toccarono in lungo e in largo, mentre io facevo lo stesso con lui, consapevole che stavolta non avremmo smesso per nessun motivo.

P Kao mi morse il labbro inferiore, per poi spostarsi un attimo, sfilarmi la maglietta e lasciarla da una parte, mordendomi la mascella, scendendo sul collo a marchiarmi nuovamente nello stesso punto dove lo aveva fatto quella sera.

"P... aaah..." gemetti stringendo le dita sulla sua spalla, aggrappandomi a lui con le gambe e spingendo il mio bacino contro il suo membro.

Il respiro profondo di P Kao mi entrò nel cervello, come le sue mani, che percorsero il mio torace, i fianchi, stringendomeli, mentre la sua lingua iniziò a infastidirmi i capezzoli, facendomi piagnucolare dal piacere.

"P!" quasi gridai, quando mi tirò giù pantaloni e boxer, scendendo con il volto sul mio membro e iniziando a leccarlo sulla punta, per poi scendere sulla lunghezza, facendolo poi scivolare nella bocca, pompando con la mano per farmi impazzire.

Incastrai le dita tra i suoi capelli, seguendo il movimento della sua testa, lasciandomi andare al suo volere, fino a che il familiare piacere dell'orgasmo non si fece sentire dopo qualche istante. Cercai di spostarlo, di avvisarlo di ciò che stava per accadere, ma P Kao non smise di leccarmi e lasciò che il mio liquido entrò nella sua bocca.

Quando tornò a baciarmi, mi resi conto che lo aveva già ingoiato, mentre la sua lingua cercava la mia con forza.

"Earth..." mi chiamò con difficoltà, spostandosi da me e guardandomi negli occhi.

Ero completamente ammaliato da tutta la sua figura, incapace di dire qualsiasi cosa, mentre le mie mani si mossero da sole per afferrare la sua maglietta e sfilargliela con lentezza, guardando i suoi pettorali con lussuria, mordendomi le labbra.

Glieli toccai, beandomi di quel calore, notandolo respirare di nuovo con difficoltà. Si allontanò da me mettendosi in piedi e per un attimo pensai che avesse deciso di fermarsi di nuovo.

"Aspetta..." disse uscendo dalla stanza, allontanandosi dalla mia visuale. Mi passai le dita tra i capelli, cercando di riprendere fiato, mentre pensavo al fatto che fossi venuto nella bocca di P Kao solo pochi attimi prima.

Percepii un calore sulle guance intenso e cercai di non ridacchiare tra me e me, quando P Kao rientrò in stanza con in mano una bottiglietta trasparente. Tolse la plastica che la ricopriva e la lanciò da qualche parte, aprendo poi il tappo e mettendosi di nuovo tra le mie gambe.

Mi succhiai il labbro inferiore quando notai il liquido denso scendere sulle sue dita, ricoprendole per bene. Lasciò la bottiglietta da una parte sul letto, allargandomi un po' di più le gambe, fino a che non sentii il toccò dei suoi polpastrelli sulla mia pelle, nel punto più delicato del mio corpo.

Tirai indietro la testa appena un suo dito entrò dentro di me, cercando di mantenere la calma e non irrigidirmi. Per quanto fossi una persona sessualmente attiva, non potevo dire che ogni volta era facile, oltre al fatto che erano forse due mesi che non facevo sesso con nessuno.

P Kao andò con calma, facendomi adattare a lui senza fretta, mentre mi lasciava baci caldi nell'interno coscia. Gemetti nuovamente quando provò a inserire un secondo dito, allargandomi con lentezza, lasciando che le mie pareti si abituassero a lui.

"P Kao... aah!" mossi il bacino verso l'alto quando toccò un punto preciso nel mio corpo, sentendo ogni singolo nervo attivarsi, mentre il mio cuore iniziò a battere più forte.

P Kao mi leccò un punto sulla coscia, succhiando con forza quando spinse di più le dita contro quel fasci di nervi, facendomi letteralmente gridare e piagnucolare, tanto che le lacrime scesero lateralmente dai miei occhi.

"Ti prego P Kao!" biascicai, toccandogli il volto con le mani, sperando che acconsentisse alle mie suppliche.

Lui sorrise, mordendomi di nuovo la coscia, ormai ornata di tre o quattro succhiotti, mentre le sue dita spingevano con ritmo contro quel punto, abusandone continuamente. I miei gemiti stavano avvolgendo tutta la stanza e, probabilmente, se ci fosse stato qualcuno in cortile, avrebbe potuto sentirmi, visto che la finestra era rimasta aperta.

Quando P Kao tolse le dita dal mio corpo, ripresi fiato con difficoltà, tirandomi indietro i capelli e sentendo il sudore che ormai impregnava la mia pelle.

P Kao aprì qualcosa che poi capii fosse un preservativo. Il suo membro eccitato era così teso da farmi tremare, mi beai di quella visione e dell'idea che a breve sarebbe stato nel mio corpo. Quando il maggiore si inserì nuovamente tra le mie gambe, ne tirò su una sulla sua spalla e si spinse con calma dentro di me.

"Aaah... Earth..." gemette appena una parte del suo membro fu all'interno, mentre io incastrai le unghie nella sua pelle, lasciandogli mezzelune visibili.

Fece male, ma rimasi in silenzio, mordendomi il labbro con forza, pensando al fatto che sarebbe passato in fretta. P Kao avanzò più in profondità, respirando a fatica, fino a che non fu completamente dentro. Mi guardò negli occhi notando le mie lacrime, portandole via con il pollice con dolcezza.

"Faccio piano..." mormorò dandomi una leggera spinta, facendomi inarcare la schiena, sentendo tutto il mio corpo sotto il suo dominio.

Gli toccai i pettorali, il collo, le spalle, stringendogli la pelle delle braccia, lasciando la bocca leggermente aperta per poter respirare a pieni polmoni. Lo volevo più di ogni altra cosa e non mi interessava nulla del dolore o del fatto che probabilmente non avrei camminato per qualche ora.

"P Kao, ti prego..." riuscii semplicemente a gemere, tirandolo addosso a me il più possibile.

Mi baciò con forza, spingendo di nuovo il suo membro avanti e poi indietro, fermandosi un attimo per guardare la mia reazione. Lo incitai ancora e lui prese alla lettera le mie parole, seguendo un ritmo preciso, gemendo e stringendo i miei fianchi, alzandomi di poco il bacino per centrare il fascio di nervi e farmi semplicemente piagnucolare dal piacere.

Ero al limite nonostante fossi venuto pochi attimi prima, ma non mi interessò minimamente la cosa, troppo preso da quel piacere estremo per pensare di trattenermi. P Kao poi non faceva altro che abusare di quel diavolo di punto e così mi abbandonai a lui, al suo volere.

"P KAO!" gridai appena spinse forte un paio di volte, sentendo il mio secondo orgasmo farmi tremare tutto il corpo, mentre il liquido caldo uscì dal mio membro praticamente intoccato.

Gli spasmi di quel piacere fecero venire P Kao subito dopo qualche altra spinta, facendolo ansimare contro il mio collo, prima di darmi un bacio e lasciarsi andare su di me.

Rimase qualche attimo in quella posizione, cercando poi di uscire dal mio corpo con lentezza, anche se il bruciore iniziò a farsi sentire immediatamente. Si alzò a buttare il preservativo in bagno, tornando successivamente da me con un asciugamano tra le mani.

Percepii il tessuto umido accarezzarmi la pelle e pulirmi il torace dal mio liquido, mentre il volto di P Kao mi sorrideva con dolcezza. Quando terminò si stese di nuovo di fianco a me, accarezzandomi i capelli bagnati dal sudore, toccandomi le guance, tirandole leggermente.

"Sei così bello..." disse passando i polpastrelli per la mia mascella, fermandosi vicino alle mie labbra e toccandole con il pollice. "Non voglio più starti lontano..." continuò con voce bassa.

Io feci un respiro profondo, avvicinandomi a lui e incastrandomi contro il suo petto, stringendo le braccia intorno alla sua vita, lasciandogli baci leggeri sulla spalla. Le sue mani si posarono sui miei fianchi, massaggiandomi successivamente la schiena con lentezza, facendomi lamentare un pochino.

"Scusami... sono stato un po' brusco." mi baciò la fronte, annusandomi la pelle.

Adoravo quando mi annusava, perché era qualcosa di intimo che non si faceva con il primo che passava, ma solo con la persona che ritenevi seriamente importante.

"Non lo sei mai, P Kao. Non fa male..." mentii con il sorriso sulle labbra e lui se ne accorse senza nemmeno doversi sforzare più di tanto.

Prese le coperte e le posò sui nostri corpi, dimenticandoci completamente che l'ora del pranzo ormai era passata e che avremmo dovuto forse mangiare qualcosa. Tuttavia di fame effettivamente non ne avevo nemmeno un po' e l'unica cosa che volevo fare era rimanere lì, con P Kao addosso, lasciandomi cullare dal battito del suo cuore per poi addormentarmi vicino a lui.

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Midnight ~ Se tu vorrai... io ti aspetterò ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora