27. Masochist

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Mi sentivo completamente avvolto da un piacere incalcolabile, mentre P Kao mordeva il mio collo e spingeva le dita nel mio corpo. Non so bene quante volte era entrato dentro di me, smettendo di spingere prima che potessi effettivamente venire.

Il mio membro era rimasto intoccato per tutto il tempo, mentre altri succhiotti erano comparsi sul mio corpo, oltre a morsi e segni rossi qua e là. La voce era carica di passione, mentre mi sussurrava all'orecchio tutto ciò che mi avrebbe fatto.

Inarcai il corpo, sentendo quel piacere familiare farsi avanti, mentre strinsi le braccia del maggiore con forza. P Kao si bloccò sul più bello, lasciandomi di nuovo con l'amaro in bocca e il fiato corto. Ero stremato, avvolto dal sudore e con il battito accelerato. Volevo venire una volta per tutte, ma P Kao mi stava facendo "pagare" tutte le cazzate che aveva scoperto, e detto sinceramente, mi stavo quasi divertendo.

"Non hai risposto, Earth..." sussurrò di nuovo contro il mio orecchio, toccandomi un fianco e salendo leggermente verso il mio membro, senza mai toccarlo davvero. "Hai fatto una cosa a tre... con chi?" domandò dandomi un bacio leggero sulle labbra.

Io respirai a fatica, guardandolo con occhi languidi, cercando di toccarmi da solo per regalarmi un po' di sollievo, ma P Kao mi strinse il polso della mano e lo bloccò contro il materasso. Fece un segno di negazione con la testa. "No... non è ancora arrivato il momento. Sono certo comunque, che una delle due persone è Bright. Ma l'altra?" chiese ancora, succhiandomi successivamente il petto, scendendo poco sotto per agguantare il mio capezzolo.

"P!!! Ti prego..." biascicai, inarcando di nuovo il corpo, toccandogli la schiena con la mano libera. "Non posso farcela..." continuai.

Lui sospirò. "Dimmi il nome, Earth..." disse a quel punto, spostandosi e incastrandosi di nuovo tra le mie gambe, facendomi percepire il suo membro contro la mia entrata.

Mi morsi le labbra, stringendo le palpebre, cercando di respirare con più calma, anche se sentire il corpo di P Kao addosso al mio non mi stava rendendo le cose così semplici. Lo guardai di nuovo, perdendomi nelle sue iridi bronzee, fissando con attenzione le labbra rosse e gonfie. Voleva solo un nome, ma quella tortura mi stava piacendo fin troppo e alla fin fine l'avevo tirata un po' per le lunghe.

"Lo fai apposta vero... ti piace tutto questo..." disse a quel punto, guardandomi con severità. "So anche che sei stato il preferito di Bright, nonostante non abbia mai dato segno di volere qualcuno nella sua vita, a parte Win." continuò, facendomi sgranare gli occhi.

Rimasi in silenzio, stavolta con l'ansia bloccata sul petto. P Kao mi accarezzò il volto, mostrandomi uno sguardo più gentile, toccandomi il collo e sfiorando così il suo marchio. "Voglio quel nome, Earth... adesso." sussurrò per l'ennesima volta, avvicinandosi e rimanendo a un centimetro dalla mia faccia, mentre la sua mano scese a stringermi l'altro polso, tirandomi entrambe le braccia sopra la mia testa e trattenendole entrambe sul materasso. "Se vuoi venire, ti conviene muoverti... oppure mi metterò a dormire." asserì con sguardo fiero.

Sapevo che non stava bluffando e che mi avrebbe lasciato sicuramente in quello stato senza fare niente. Sospirai, arricciando successivamente le labbra, muovendo leggermente il bacino verso P Kao. "Ero con Bright... e Cooper." dissi finalmente, notando gli occhi di P Kao lanciarmi un'occhiataccia.

"A quel bastardo non piacciono i ragazzi travestiti?" quasi ringhiò, stringendomi ancora un po' i polsi, lasciandomi andare poi uno dei due per spingersi dentro di me lentamente.

Mi tirò su una gamba, facendola appoggiare sulla sua spalla, così da poter avere una migliore angolazione e poter spingere con più forza una volta trovato il giusto ritmo. Iniziai subito a gemere, toccandomi il collo con la mano libera, sentendo il suo membro abusare della mia prostata e farmi impazzire già dai primi colpi.

Ero stanco, già provato da tutto quel sesso iniziato e bloccato, per non parlare della tortura che mi aveva inferto con le sue mani. Sapevo che sarei durato poco e ormai non avevo più voglia di aspettare o di farlo fermare di nuovo. 

Volevo solo venire.

"Mi ero... vestito... da donna... aaah! CAZZO!" gridai la fine frase, quando P Kao spinse più forte, dandomi poi una sculacciata.

"Te la meriti!" disse spingendo di nuovo e mi resi conto che anche lui era arrivato al limite della sopportazione.

Venne poco prima di me, lasciando andare un gemito basso, stringendomi con forza la gamba. Quando uscì dal mio corpo, si tolse il preservativo e lo avvolse in un fazzoletto, buttandolo successivamente in un cestino poco distante dal letto.

Si sdraiò nuovamente sul materasso, tirandosi indietro i capelli per riprendere fiato, quando io mi spostai leggermente verso di lui, toccandogli il petto con le dita. "Sei arrabbiato?" domandai a bassa voce, come se avessi paura della sua risposta.

P Kao ridacchiò. "Se lo fossi stato... non sarei rimasto qui con te. Non credi?" domandò lui, spostando un braccio dietro la mia testa per potermi toccare la schiena.

Io non risposi, continuando a toccare il suo petto. La mano di P Kao mi accarezzò un punto dolente, e rilasciai un gemito basso, stringendo i pugni. Lui si spostò contro di me, abbracciandomi e massaggiandomi i fianchi con lentezza. "Scusami... non avrei dovuto tirarla per le lunghe..."

Io negai. "Te l'ho lasciato fare io... e non fa così male..." replicai.

P Kao negò, lasciando andare un sospiro. "Lo sai vero, che non sai mentire? Comunque... con questa serata hai pagato il sesso al primo appuntamento, la cosa a tre, e la reverse... peccato che non sia arrivato il turno di Zee e Mild, o forse dovrei dire meno male?"

Feci un sorriso tirato, facendogli un pizzicotto su un fianco. "Direi meno male... oppure sarei ancora qui a supplicarti."

"Già. Ma non temere, faremo sicuramente altri giochi simili... e scoprirò tante altre cose."Abbassai lo sguardo, "Perché vuoi saperle? Non voglio che pensi male di me, P Kao..."Il maggiore mi strinse un po' di più, appoggiandosi con il volto contro la mia fronte e respirando a pieni polmoni. "Non penserò mai male di te... ma fartele pagare sarà come pulire la tua coscienza. Così la smetterai di sentirti in colpa per il tuo passato. Che ne pensi?"

Rilasciai una risatina sommessa, abbracciandolo di più e accoccolandomi contro il suo corpo. Ero stanco e non avevo la minima idea di che ore fossero, ma non mi importò. Percepii P Kao spostare la coperta e avvolgere i nostri corpi e io mi lasciai semplicemente andare nel mondo dei sogni.

***

Non riuscii ad alzarmi quella mattina e aprii gli occhi definitivamente solo a mezzogiorno, quando P Kao mi accarezzò il volto, facendomi spostare verso la sua direzione. Bofonchiai qualcosa che P Kao ovviamente non comprese, continuando ad accarezzarmi la testa.

"Devi mangiare... P Mew mi ha preparato qualcosa anche per te. Riesci a metterti seduto?" domandò con dolcezza.

Io aprii gli occhi, guardandolo con disappunto. "Non sono malato..." risposi tirandomi su con le braccia e appoggiandomi ai cuscini dietro di me, rendendomi conto che indossavo un pigiama non mio.

Sentivo dolore, ma evitai di farlo notare a P Kao, per quanto mi fu possibile, prendendo così dalle mani il piatto che mi passò successivamente.

Mangiai con calma, mentre P Kao si stese al mio fianco, giocando con il suo cellulare. Non era la prima volta che lo vedevo fare una cosa così semplice, seduto vicino a me con la testa appoggiata alla mia spalla. Avevo imparato a conoscere il suo lato dolce e semplice, ma ogni volta era sempre un'emozione e non potevo fare altro che perdermi a fissarlo.

Quel gioco non lo conoscevo e così lo guardai muovere il suo personaggio da una parte all'altra, mentre sparava pallottole ad altri partecipanti. Qualcuno provò ad ucciderlo, ma riuscì a salvarsi e a farlo fuori subito dopo. Quando P Kao voltò lo sguardo verso di me, mi rifilò uno sguardo serio, visto che non avevo ancora finito di mangiare.

"Non mi va..." provai a scusarmi, ma lo sguardo di P Kao non cambiò. 

Decisi quindi di fare un altro paio di bocconi, fino a che il maggiore non mi sorrise e potei lasciare il piatto sul comodino. Fu a quel punto che qualcuno aprì la porta della stanza buia, spalancandola ed entrando con titubanza.

"Siete vestiti?" domandò Gulf a quel punto, sbucando con il volto all'interno della stanza.

"No." risposi subito dopo, facendo ridacchiare P Kao.

"C'è qualcuno che deve parlare con te, Earth... ma non voleva disturbare. Forza, vai!" affermò Gulf, spingendo qualcuno all'interno.

La figura di Zee si presentò davanti a noi subito dopo, mentre Gulf chiuse la porta prima che l'altro potesse ribattere.

"Ehi Zee! Come mai da queste parti?" domandai con curiosità.

P Kao ridacchiò di nuovo, alzandosi dal letto e camminando verso di lui. "Si sta nascondendo da Saint! Vi lascio soli..." disse dandogli un paio di pacche sulla spalla, avviandosi poi fuori dalla stanza buia.

Io rimasi un attimo perplesso, chiedendomi per quale accidenti di motivo Zee dovesse nascondersi da Saint. Cosa poteva essere successo in una notte? Fino al giorno prima era tutto ok, per quanto ne sapevo.

Zee si sedette sul letto, poco distante da me, guardandomi con un po' troppa attenzione, soffermandosi probabilmente sul mio mio collo e quindi sul succhiotto di P Kao, ormai il mio unico marchio visibile da quando avevamo avuto la nostra prima volta.

"Vi siete dati al sadomasochismo?" domandò saccente, portandosi le braccia conserte.

Io negai alzando gli occhi al cielo. Probabilmente il mio collo doveva avere molti più segni del solito, se Zee era arrivato a pensare a un'idiozia del genere. Ok, probabilmente aveva le sue ragioni per pensarlo, visto che la mia fama mi precedeva...

"Mi ha fatto pagare il gioco di ieri... comunque. Perché dovresti nasconderti dal tuo ragazzo sociopatico?" domandai con ironia, sistemandomi meglio contro i cuscini.

Zee sospirò, tirandosi indietro i capelli, mordendosi distrattamente le labbra. Ad essere sinceri, non lo avevo mai visto in quello stato e iniziai a preoccuparmi. Che fosse successo qualcosa di grave?

"Zee? Che diavolo è successo?" domandai di nuovo, stavolta stringendogli un polso.

Lui lasciò andare un ennesimo sospiro, fissando il pavimento. "Win ha fatto la spia su ieri sera..." mormorò leggermente.

Io sbattei le palpebre senza capire. Doveva rimanere un segreto? Eppure Zee non era mai stato uno che si preoccupava per certe cose. Era un host accidenti! Passava le sue serate in compagnia di ragazzi e uomini, interessati soprattutto al suo corpo che al suo cervello. Per quale motivo avrebbe dovuto preoccuparsi di un gioco stupido tra amici?

"E quindi? Saint si è arrabbiato per questo?" domandai sempre più perplesso.

Zee annuì e io sbuffai. "Ma come può arrabbiarsi per una cosa così stupida? Ora lo chiamo io, cazzo!" dissi cercando il mio cellulare, disperso chissà dove. Lo notai sul comodino sul lato opposto del letto e mi distesi per recuperarlo, sentendo una fitta atroce al basso ventre.

"No! Non dirgli assolutamente nulla! Non ha idea che sono qua..." mi bloccò Zee, facendomi voltare.

Io ridacchiai. "Sei scemo, vero? Credi seriamente che non verrà a cercarti qui?"

Lui negò con sguardo malinconico. "No... andrà a casa mia. Sa che sono in palestra e mi aspetterà lì... me ne andrò prima che si renda conto della cazzata che gli ho detto."Io sbuffai di nuovo. Possibile che Zee stesse giocando al gatto e al topo con Saint per una stronzata del genere? Saint era un ragazzino, ok, ma Zee no, e il suo comportamento non aveva nessuna spiegazione logica o scusante.

Che idiota.

"Zee... seriamente, non stai bene. Parla con Saint e metti in chiaro le cose. Persino io e Bright abbiamo giocato con voi e c'erano P Kao e Win, che hanno assistito alle peggio rivelazioni. Se non si sono arrabbiati loro, non capisco perché dovrebbe arrabbiarsi lui."

Zee sospirò per l'ennesima volta e a quel punto capii che la storia non era così semplice come me l'aveva raccontata. C'era qualcos'altro sotto che aveva omesso di proposito, probabilmente per evitare che lo giudicassi o per vergogna, chissà.

"Se sei venuto qui, a parlare con me, devi dirmi la verità Zee, perché questa cazzata non la bevo... se invece non vuoi essere sincero, allora puoi anche andare su da P Mew e chiedergli asilo. Sono certo che ti verrà in contro..."

Zee mi guardò con tristezza e capii che ormai era arrivato al limite. Sapevo di essere stato un po' troppo duro, ma con lui a volte le maniere forti erano necessarie.

"Ho detto una bugia ieri... non ho bevuto a una delle rivelazioni, fingendo di non averla fatta." disse a quel punto, distogliendo lo sguardo dai miei occhi e puntandolo sul pavimento.Io pensai a tutte le cose che erano state dette il giorno prima. Zee aveva bevuto soltanto al primo giro, ossia per il fatto di aver fatto sesso al primo appuntamento. Per il resto era rimasto al suo posto, ogni tanto a controllare il cellulare. Quale delle altre cose aveva fatto? E perché non lo aveva rivelato?

"Zee... hai fatto una cosa a tre?" domandai curioso.

Lui negò, mostrandomi un sorriso leggero. Avevo ovviamente sbagliato, ma non ero bravo a scoprire i segreti, nemmeno quando me li ritrovavo davanti.

"Saint è arrabbiato, perché non ho detto la verità. Se solo Win si fosse fatto i cazzi suoi..." continuò il mio amico, tirandosi nuovamente i capelli all'indietro.

Io ci pensai su, provando di nuovo a ricordare ogni cosa che avevamo detto.

La cosa a tre...L'aver rubato qualcosa...I giochi a letto... La reverse...

Saint si era arrabbiato perché Zee non aveva detto la verità e a quel punto i miei occhi si sgranarono come mai prima d'ora, guardando Zee con terrore.

"SAINT TI HA SCOPATO?" gridai letteralmente, sentendo le mani di Zee schiacciarmi le labbra e impedirmi di continuare.

Io dissi qualcosa di incomprensibile e lui mi intimò di non urlare, sbuffando con evidente nervosismo. Quando mi lasciò andare, presi un paio di respiri prima di guardarlo di nuovo."Seriamente Zee?! Hai avuto la tua prima reverse? Perché hai mentito? Nemmeno Bright lo ha fatto... e sono certo che se avesse voluto, Win sarebbe rimasto in silenzio."

Lui alzò le spalle, guardando un punto indefinito della stanza. "Non era qualcosa di cui vi dovrebbe interessare... ma per colpa di Win ora Saint è incazzato nero con me. Mi ha chiamato urlando come un pazzo, dicendo che ero uno stronzo, codardo e tante altre cose che nemmeno mi ricordo. Ne conosce di imprechi il ragazzo..."

Sospirai. "Quindi adesso ti stai nascondendo dalla sua ira? Lo sai vero che non avrai scampo... mai..."

"Ho preso il passaporto. Posso sempre farmi una vacanza..." rispose lui ridacchiando.

Io alzai un sopracciglio e Zee smise di ridere, rendendosi conto della situazione del cazzo in cui si trovava.

"Non ti capisco... è stata così tragica?" domandai curioso.

Mi tornarono in mente le parole di P Kao e il fatto che si fosse offerto a me più di una volta ormai, mentre Zee pareva seriamente in crisi per quello che era successo, come se se ne vergognasse.

"No... tutt'altro. Non so perché non ho detto la verità, Earth. È stata la mia prima volta ed è accaduta per caso. Non l'ho cercata, ma non l'ho nemmeno schivata. Se ripenso a tutte le volte che Bright mi ha chiesto di potermi scopare. Ho sempre detto un no categorico, perché sapevo di non essere fatto in quel modo, eppure Saint è riuscito a prendersi tutto di me... sono senza difese con lui, capisci? Ho avuto un attimo di smarrimento e non ho detto la verità. Ma non ho paura della sua rabbia, ho paura che pensi... che mi sono pentito di averlo fatto."

Zee mi guardò con immensa tristezza, mostrandomi per la prima volta una parte di sé che non conoscevo. Era sempre stato un tipo solare, con la voglia di scherzare e fare casino, mentre ora pareva un estraneo, con il panico negli occhi per la paura di poter aver fatto soffrire la persona a lui più cara.

"Zee..." dissi stringendogli una mano. "Però... se ti nascondi non è peggio? Gli stai dando proprio questa impressione, a parere mio. Devi parlargli Zee..."

Lui negò leggermente, mordendosi le labbra. "Non riesco. Non voglio affrontarlo adesso... l'idea di vederlo piangere mi sta facendo impazzire."

La luce rossa posta sul muro, proprio sopra le nostre teste, si illuminò di colpo, segno che qualcuno alla mia postazione ci stava avvertendo che qualcosa non andava. Guardai Zee, il quale mi rifilò uno sguardo di terrore, voltandosi di scatto verso la porta, che si aprì di colpo, sbattendo contro il muro.

Zee si alzò in piedi, vedendo Saint entrare come una furia, seguito da P Kao e Gulf, che evitarono però di toccarlo di proposito.

Saint mi guardò con odio, spostando poi il suo sguardo malefico contro Zee, il quale ingoiò a vuoto. "Saint..."

"Stai zitto!" ringhiò il minore, cercando di respirare con calma, stringendo i pugni per evitare probabilmente di mettere le mani addosso a Zee. "Che diavolo ci fai qua?! È diventata una palestra questa?!"

"Non alzare la voce... non c'è bisogno di arrabbiarsi." provò a rispondere con calma Zee, avvicinandosi al minore, il quale fece un passo indietro.

"Dovrei parlare normalmente Zee? Davvero? Fingiamo che non sia successo nulla e che tutto vada perfettamente! OK! VA BENE!" Saint gridò le ultime parole, guardando Zee con odio. "Sei un cazzo di bugiardo e codardo! Non hai avuto il coraggio nemmeno di rispondere al telefono! Che diavolo..."

"Ti chiedo scusa... mi dispiace." mormorò Zee con voce leggera.

"Ti dispiace?! Che sei uno stronzo o che eri qui dentro a parlare con lui? Non sono geloso cazzo, ma tu lo stai facendo apposta!"

Zee abbassò lo sguardo, incapace di rispondere. Avrei voluto dire qualcosa, ma sapevo che non erano affari miei e, se mi fossi messo in mezzo, Saint si sarebbe incazzato ancora di più.

"Avevo paura... non volevo che pensassi male di me, che mi fossi pentito della cosa, perché non è così, Saint. Non mi sono pentito, è stato solo un momento di panico personale... ma non c'entri tu, non c'entra la nostra storia. Lo sai che farei qualsiasi cosa per te..."

Il volto di Saint si addolcì in un secondo, dopo che Zee pronunciò quelle parole. Fece un sorriso leggero, mostrando un volto da ragazzino angelico, così in contrasto con il diavolo incazzato di poco prima. Si avvicinò a Zee, alzando le braccia e avvolgendole intorno al suo collo, dandogli un bacio casto sulle labbra. "So perfettamente di cosa parli... e non ho pensato nemmeno per un secondo che ti fossi pentito. Sei solo uno stupido... ma provvederò a farti pagare anche questo."

Notai Zee stringere Saint addosso a sé, oltre a sussurrargli qualcosa all'orecchio che non sentii. Li guardai con attenzione, sorridendo leggermente, quando Gulf decise di interrompere i due piccioncini e buttarli letteralmente fuori dalla stanza buia, dicendo che ero stanco e dovevo riposare.

Io sbuffai, tirandogli dietro un cuscino, ma ovviamente lo mancai e riuscì a scappare dalla stanza senza un graffio. P Kao si sedette di fianco a me, accarezzandomi la fronte e spostandomi i capelli. Mi resi conto in quel momento che aveva appoggiato un bicchiere pieno d'acqua sul comodino e mi domandai in che momento lo avesse preso, quando mi porse una pastiglia tra le mani.

"Ti sentirai meglio..." disse sorridendo.

Sbuffai nuovamente, arricciando le labbra. "Ancora P?!" mi lagnai, mettendo le braccia conserte e tenendo il broncio.

"Inutile che fai così. Lo so che stai male, quindi prendila... ora."

Il suo sguardo severo mi obbligò a fare a modo suo, così ingoiai la pastiglia rimanendo successivamente in silenzio, anche se P Kao si sedette di fianco a me, tirandomi contro il suo petto e accarezzandomi la schiena. "Adoro quando fai così..." disse lasciandomi un bacio sulla fronte.

Sorrisi, accarezzandogli il petto. Anche io adoravo quando faceva così, nonostante non fossi abituato a tutte quelle attenzioni, ma sapevo che non ne avrei più potuto fare a meno.Lasciai un bacio sul collo di P Kao, sentendolo irrigidirsi sotto il mio tocco, affondando di più la mano contro la mia schiena. Io respirai pesantemente, toccandogli una coscia, percependo la sua mano libera bloccare la mia. Il suo sguardo puntò i miei occhi e io non potei fare a meno di mordermi le labbra.

P Kao era sul punto di dire qualcosa, quando la porta della stanza si aprì di nuovo e io per poco non imprecai.

"Mi dovete aiutare!" disse Talay, entrando come una furia e puntando verso di noi.

P Kao lo guardò perplesso, mentre il minore si tirò indietro i capelli con palese nervosismo. "Poppy non mi molla!" affermò sbuffando, sedendosi sul letto e buttandosi con la schiena sul materasso.

L'ho già detto che lo odio? Beh... lo odio!

"Siete andati via insieme ieri... mi pare." disse P Kao a quel punto, accarezzandomi la nuca, togliendo la mia mano dalla sua coscia e stringendola nella sua.

Alzai gli occhi al cielo con tremendo fastidio. P Kao stava per cedere e quel fungo rompi scatole aveva bloccato il mio piano. Possibile che fosse tutto contro di me?

"Sì... lo so. Ma pensavo che gli andasse bene una notte e via. Invece no! Mi ha scritto e vuole uscire con me. Ma che cazzo." Talay si lagnò, agitandosi come un criceto a pancia all'aria.

"Ci sei andato a letto?!" domandò il maggiore al mio fianco.

Io gli feci un pizzicotto su un lato, sentendolo lamentarsi. Aggrottai le sopracciglia e P Kao mi sorrise, toccandomi la fronte con il pollice e costringendomi a rilassare il volto.

"E allora?" chiese Talay come se nulla fosse. "Lo hai visto no? Come potevo dirgli di no... impossibile. Ma doveva finire lì!" continuò sbuffando.

"Allora perché gli hai dato il tuo numero?" chiese nuovamente P Kao, probabilmente divertito da quel botta e risposta con il suo migliore amico.

Talay alzò le spalle, voltandosi verso di noi, guardandoci con un po' di più attenzione. "Ho interrotto qualcosa?" domandò curioso, facendo un sorrisino malefico.

Lo fulminai, anche se P Kao negò con il volto. "Niente che non si possa rimandare... anzi. Earth deve riposare quindi alzati e andiamo a parlare di là. Muoviti..."

Cercai di trattenere P Kao, ma questo negò lasciandomi un bacio sulla fronte, prima di alzarsi e trascinare Talay con sé, lasciandomi da solo nella stanza. Sbuffai buttandomi a letto, sentendo la stanchezza farsi spazio nel mio cervello.

Chiusi gli occhi e mi lasciai andare in un sonno profondo, dimenticandomi di Zee, Saint, Talay, Poppy e tutto il resto.

Quando mi risvegliai, feci fatica a mettere a fuoco. Sentivo la testa pesante, ma con difficoltà guardai il mio orologio, che segnava le 17:00. Mi tirai su a sedere, stropicciandomi gli occhi, notando P Kao steso di fianco a me, anche lui profondamente addormentato.

Gli lasciai un bacio a fior di labbra, prima di scendere dal letto e lavarmi velocemente il volto. Quando tornai in stanza, il maggiore era ancora addormentato, così decisi di uscire e camminare verso la sala degli incontri, da cui sentii arrivare delle voci.

Quando mi avvicinai di più, mi resi conto che qualcuno stava effettivamente litigando e così decisi di non farmi vedere e di rimanere nascosto dietro il muro che divideva la sala con le stanze buie.

"Devi andartene!" la voce di Ohm arrivò dritta al mio cervello, facendomi sentire uno strano vuoto nel petto.

Non lo vedevo da quella sera in cui mi aveva baciato e io gli avevo restituito il favore con un pugno. Mi resi immediatamente conto che quella conversazione doveva essere privata, ma decisi comunque di avanzare e sbucare dal muro con lentezza, per evitare di farmi notare.

"Perché? Ho sbagliato Ohm, ma non puoi trattarmi in questo modo!" rispose una persona che non riuscii a vedere, anche se la voce mi sembrò familiare.

Ohm si tirò i capelli all'indietro, sbuffando e guardandosi intorno con nervosismo. Fu in quel momento che notai Pharm davanti a lui, con le lacrime agli occhi e lo sguardo distrutto. Mi chiesi cosa fosse successo tra i due per arrivare a litigare in quel modo, ma soprattutto, che diavolo ci facessero al Midnight a quell'ora.

"Non dovrei trattarti in questo modo? Mi hai mentito..." rispose Ohm con rabbia.

Pharm strinse i pugni, mentre alcune lacrime sfuggirono al suo controllo. "Ma tu lo sapevi! Non ti ho mentito... sapevi dall'inizio la mia situazione e hai accettato."

Ohm si voltò con rabbia verso il minore e per un momento ebbi il terrore che lo avrebbe preso a pugni. "Lo sapevo?!" quasi gridò. "Mi avevi detto di avere un fidanzato che non ti amava più... mi avevi detto che eri sul punto di lasciarlo! Ma pensa un po', non mi avevi detto che avevi cambiato nome sette anni fa e che il tuo ragazzo era P-"

"TI HO GIA' CHIESTO SCUSA!" gridò Pharm a quel punto, mentre le lacrime gli rigarono gli occhi. "Ok, ho sbagliato... ho avuto paura di dirti il mio vero nome e ho usato quello vecchio. Davvero mi vuoi lasciare per questo? Ohm, per favore..."
Pharm abbassò lo sguardo, lasciandosi andare in un pianto soffocato, portando entrambe le mani contro il volto. Iniziò a singhiozzare forte, mentre il corpo gli tremava senza tregua e a malapena respirava in maniera regolare. Io inghiottii a fatica, spostandomi dal muro che mi stava nascondendo, entrando così nella sala degni incontri.

Ohm si voltò, sgranando gli occhi appena mi vide, probabilmente anche lui perplesso quanto me di vedermi nel locale a quell'ora, con indosso un pigiama per giunta.

"Earth..." mormorò il mio nome.

Pharm mi guardò, impallidendo anche lui appena i suoi occhi incrociarono i miei, come se avesse visto un fantasma invece che la mia faccia.

Io tentai di sorridere, facendo finta di niente. "Perché non vi sedete e cercate di parlare con calma?" dissi con tranquillità, guardando Pharm e indicandogli la postazione cinque, la più vicina a loro.

"Earth, perché ti sei alzato?" la mano di P Kao mi toccò la schiena e così mi voltai verso di lui, quando notai il suo sguardo bloccato verso i due ragazzi davanti a noi.

Diventò pallido di punto in bianco.

"Fluke." mormorò P Kao.

Che cazzo?



***



Ciao a Fluke 

Ciao a Fluke 

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Midnight ~ Se tu vorrai... io ti aspetterò ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora