Percy#28 parte 2

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Vanessa

"Non so come ringraziarti, mi hai salvato la vita sul serio" dico sinceramente.
Lui mi sorride e beve la sua soda.
"Tranquilla, ma adesso spiegami perché sei conciata così male" sorride.
Mi gratto la nuca.
"Emh..diciamo che-"
"Aspetta" dice serio. Mi fermo subito.

Mi guarda attentamente il collo e ride.

"È un succhiotto quello?" Ride ancora.
Mi tocco il collo e arrossisco per l'imbarazzo.

Accidenti a lui! Che lurido depravato.
Un bel ricordino di questa magnifica settimana.
Sta zitto Milo.

Sbuffo.

"Senti, non è come credi. Non ho fatto sesso con nessuno, o meglio quasi, sono riuscita a scappare, però devi tenere la bocca chiusa intesi?" Dico seria.
Lui annuisce.
"Lo denuncerai?" Mi chiede. Scuoto la testa.
"Dovrebbero essere in carcere quel.. bastardo! Ma a quanto pare.. il processo non è ancora stato fatto " dico.
"Perché no?"
"Rimandato" chiarisco.
Annuisce ancora.
"Va bene. Ma sta tranquilla ok? Adesso non ti farà più del male, ma da quando tempo?..." non finisce di parlare.
Alzo le spalle.
"Non lo so. Una settimana, qualche giorno. Credo di essere entrata in una specie di mini coma" affermo. Aggrotta le sopracciglia.
"Oltre a essere una stilista sono anche un medico, ho preso una lincenza" sorrido fiera.
"Ah si? Ma senti te che genietto che abbiamo davanti" ride e lo seguo.
Lo rimango a guardare, è molto bello.
"Allora? Paghiamo il conto?" Chiede. Annuisco io stavolta.

Richiama il cameriere e caccia fuori i soldi. Mi sento in colpa.

"Ti pagherò io la prossima volta, giuro" dico.
Scuote la testa.
"No. Non voglio" sorride. Ricambio.

Ci avviamo verso la macchina e continuiamo il viaggio in santa pace. Mentre abbasso lo specchio il mio sguardo cade sullo specchietto retrovisore. Sbianco.

Un rumore metallico, un forte mal di testa e una risata diabolica nella mia mente. Scolpite solo tre parole: Ti Ho Presa.

I ricordi di quei giorni cominciano a riaffiorare.
Stringo il braccio di Percy. Mi guarda preoccupato.

"Ci stanno seguendo vero?" annuisco.

Sterza bruscamente e andiamo a finire dentro una stradina ripida. Mi tengo forte e sento il mio cuore che batte a mille.

"Non è il momento per farla finita " sussurra.

Ma lo sento lo stesso e sorrido.

Si è vero.

"No, bisogna avere molta sfiga per avere un pessimo tempismo come questo" rido.
"Si. La pistola "dice.
"Che?"
"La pistola. Nel cruscotto ho una pistola " apro il cruscotto e la prendo.
"Sei un criminale?" Chiedo.
"No, sono un poliziotto " ride.
Rido anche io e diamo inizio ai giochi.

Tiro giù il finestrino e il vento mi scompiglia i capelli.

Mi piace questa sensazione.
Anche a me.

Premo il grilletto e un rumore assordante si diffonde nell'aria. Uno, due, tre, anche quattro colpi di proiettile sul suo parabrezza. Sbanda un pochino e sorrido perché noi siamo armati e lui no. Mi risiedo sul sedile e guardo Percy sorridente.

"Bella mira Vanessa!" Afferma.
"Lo so" mi pavoneggio.
"Come mai sai sparare così bene?" Chiede.
"Beh sai, i vantaggi di avere i genitori poliziotti "sorrido.
Annuisco ridendo.
"E chi sono se posso sapere"
"Mia Dennon e Luck Dennon" dico fiera.
Lui si gira verso di me stupefatto.
"Beh?" Chiedo stranita.
"Sono i miei capi!" Ride.
Spalanco la bocca.
"Oh ma sei serio!" Poggio la testa al sedile. Dice un 'si' sussurrato.

Sentiamo un rumore provenire da dietro.

"Un rumore.. "
"...di proiettile " finisco la frase.

Mi giro con la pistola pronta e trovo quel bastardo sul tettuccio della macchina e un buco sul vetro di dietro. Impreco mentalmente. Sentiamo i suoi passi sopra di noi e con una mazza spacca il parabrezza.

Come cazzo ci è finito qua?

Percy si ferma di botto. Il mio corpo rabbrividisce e si scontra contro il sedile. Rimbalzo su di esso e per poco non sputo un polmone.

"Ma dove cazzo l'ha presa quella!?" Sbotta Percy.
Scuoto la testa.
"Non lo so" concordo.

Sento una fitta leggere alla guancia, la tocco e sulle mie mani intravedo un liquido rosso che di sicuro non è ketchup.

Ma che palle.

Guardo avanti e lo vedo alla mano destra una mazza da baseball, e nell'altra una pistola calibro 38.
Sbuffo.

"Spero che tu abbia un'altra pistola "dico.
"Sono un poliziotto, ho sempre una pistola di riserva" dice alzando il pantalone e staccando una pistola dalla caviglia. Sorrido.
"Mi piace questa fascia, devo comprarla anche io sai" punto la pistola contro quel lurido.  Percy ferma la macchina.
"Vuoi spararmi?! Bene! Fallo! MA SAPPI CHE SE ANDRÒ ALL'INFERNO, VERRÒ PER LEI!"
"Non so quanto mi convenga Percy, ma penso il 30%" storco il naso.
"32 per l'esattezza, ma va bene lo stesso" dice lui con la pistola puntata alla sua fronte.

Io sul petto, scendo piano piano, verso il ginocchio e bam! Un solo proiettile e cade dolorante. Guardo Percy e annuisce. Bam! Un altro proiettile all'altro gamba.

"Come ci vai all'inferno adesso?" Sorrido.
"Volando" sussurra.
"Ah si? Bene allora. Diventa un uccello" dico uscendo dalla macchina e facendo unire le sue mani dietro la schiena.
Percy prende le manette.

Stiamo ritornando a casa. Finalmente.
"Se i miei non ti danno un aumento non lo so Percy" rido.
"Non fa niente dai, l'importante è che ritorniamo dalla tua amica" sorride.
"Non l'avete ancora capito che vi sta usando?! Non l'avete capito!" Grida lo stupido. Mi giro.
"Ehi!"
"Che c'è?"
"Taci"
Alzo la radio e partiamo verso casa.

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