Dreamery
"Figliola vieni qui" mi richiama mio padre.
Mi avvicino molto cautamente per capire se vuole farmi una predica o meno. Non parlo con lui da tre settimane, sembra esagerato lo so. Ma a quanto pare ha vinto il mio orgoglio.
Mi siedo e lo rimango a guardare. I suoi occhi scrutano la mia espressione quasi per fargli capire come dovrebbe agire. Dopo qualche minuto si degna di parlare."Io e tua madre abbiamo deciso una cosa" dice.
Mia madre entra nel salone e si siede vicino mio padre. Con gli occhi lucidi, mamma stringe forte la mano di papà, così tanto come se fosse un'ancora di salvezza. Dentro di me, il panico mi assale.
"Cosa?" Dico con la voce incrinata.
Questo silenzio mi sta spezzando dentro. Non abbiamo mai affrontato un tipo di conversazione, e non credevo che l'avremmo affrontata oggi, adesso.
"Ci trasferiremo a New York "
Rimango interdetta. Stupita, basita, senza parole. Tutti aggettivi che in questo momento mi descrivono. Tremo al sentire quella frase ma cerco di scacciare il groppo in gola e di parlare.
"Ah, e perché?" Chiedo boccheggiando.
Loro si scambiano uno sguardo d'intesa e mia madre cerca di parlare, ma viene fermata da me. Forse ho capito tutto.
"Se è per lavoro posso capirlo, non c'è problema." li guardo entrambi nell'attesa di una loro risposta.
"No, devi venire per forza con noi, non possiamo lasciarti qui" rimango paralizzata. Ho ventidue anni ma sembro che ne ho quindici.
"Posso benissimo cavarmela da sola, ho anche una casa e se proprio non volete lasciarmi questa ne avevo visto già una. Per comprarla mi mancano solo qualche euro, se aspettate la prossima settimana io-" mi bloccano e iniziano a parlare loro. Mio padre sembra quasi sbigottito dalla mia reazione calma e ragionevole. Se prima gli avrei pregato di non lasciarmi, adesso poco importa. Ho ventidue anni, posso cavarmela da sola. Ho un lavoro e una migliore amica. Un tetto su cui dormire e mi basta.
"No. Abbiamo bisogno che tu venga con noi. " dice freddo. Mi oppongo non capendo il loro pensiero.
"Ma perché, se è per lavoro quanto tempo dovrete starci? Uno? Due mesi? Sopravviverò" mia madre si alza con le lacrime agli occhi e scuote la testa.
"C'è qualcosa di strano posso capire che sta succedendo? Non è per lavoro ma allora perché dobbiamo andare via?" non rispondono.
"Che succede?" ripeto.
Ho una strana sensazione, è brutta.
"E' sorto solo un problema, niente di più" mi prendono in giro?
"Solo un problema? A me non sembra solo un problema. Voglio sapere tutto adesso e alla svelta anche" nessuno mi risponde e credo di impazzire se continuano a mantenere un silenzio del genere.
"Ok, non volete dirmi niente? Fate come volete." a questo punto mi alzo e me ne vado. Esco da casa e faccio una passeggiata per schiarirmi le idee.
Perché si sono comportati così? E perché poi se ne vogliono andare all'improvviso da qua? Ogni volta che avevano degli affari di lavoro in altre città andavano, mi lasciavano con qualcuno e non avevo ventidue anni.
Mi siedo sulla prima panchina che trovo e mi ritrovo a fissare il nulla. Dopo qualche secondo sento qualcuno picchiettarmi la spalla, mi giro e trovo Chandler a sorridermi. Il mio cuore perde un battito e posso confermare di star impazzendo. Si siede vicino a me e il suo profumo potente mi invade in pieno. Lo inspiro a pieni polmoni come per ricordarmelo e lo rimango a fissare. I suoi capelli scompigliati, stranamente scompigliati che di solito li porta precisi e ordinati, lo rendono ancora più bello. Il silenzio viene rotto da lui che parla.
"Non hai caldo?" mi chiede guardando la mia maglia. Scuoto la testa senza parlare. Lui annuisce e continua il discorso vedendo che io non dico niente.
"Come mai qui? Di solito non ci ritroviamo mai al di fuori del lavoro" annuisco.
"Già, non ci ritroviamo mai, si. Mi sono seduta alla prima panchina che ho trovato libera" alzo le spalle. Lui rimane a guardarmi e si avvicina.
"C- che fai?" domando non capendo. La sua vicinanza mi destabilizza e i battiti del mio cuore aumentano esponenzialmente.
"C'è il signore che vuole sedere, devo fare spazio. Fatti di là" annuisco arrossendo per la figuraccia e quando mi sporgo vedo il signore anziano che si sistema la giacca. Si gira verso di me e mi sorride, ricambio con entusiasmo.
Io e Chandler siamo rimasti a parlare per un bel po'. Non che mi abbia dato particolarmente fastidio, anzi. E' notte, sono le nove e vorrei ritornare a casa, solo che non voglio. I miei genitori mi hanno chiamato insistentemente ma io non ho risposto a nessuno delle loro chiamate. In questo momento mi sembro patetica, ma l orgoglio prende il sopravvento e vince su di me. La loro reazione mi ha mandato su tutte le furie e non sono riuscita ad accettarlo. Mi cercherò casa e andrò a vivere da sola se è questo il problema, anche se so che questo non è il problema. Cos'altro posso fare adesso? Niente. Mi siedo sul marciapiede sotto il Pridge Pont e guardo il nulla.
Nuova storia in corso!!💬
Questo è tutto dalla vostra Fire in the Water.!🤏💨
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Modello Cenerentola
RomanceCompleta. Una nobile e impacciata ragazza di nome Dreamery Exs. "Vivo in Australia, lavoro come consulente per modelle, o meglio per le stiliste". È imbarazzante e non sta mai zitta, fa casini per motivi buoni, ma è Dreamery. 💫