Pronti, partenza...Via! #27 parte 1

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Vanessa

Il mio corpo rabbrividisce e comincia a tremare dalla paura.

Ti prego non farmi del male. Ti prego.

"Ti scongiuro! Farò tutto quello che mi chiedi, ma lasciami! Lasciami andare!" Grido piangendo a dirotto. Sento una lurida risata da parte sua.
"E perché? Perché tu possa raccontarlo in giro? No no, non è così che funziona dolcezza" mi porta due dita sotto il mento. Chiudo gli occhi e ingoio il groppo in gola.
"Non ti porterò mai da lei scemo! MAI!" scandisco bene le parole. Ride ancora.
"Dovrai, o sennò dirai addio a questo bel mondino" sorride acido.
"Ma tu non eri in carcere? Si può sapere che cazzo ci fai qui?!" Urlo.
"Mi piacciono le ragazze che dicono le parolacce, ma credo che dovrò punirti" sussurra.

Mi viene vicino ed inizia a slacciare i bottoni della mia camicia. Piango più forte e in silenzio. Ho così tanta paura che non so se c'è la farò.

Adesso so che cosa hai provato. Mi dispiace tanto. Forse me lo merito.

Mi tocca. Inizia a pizzicare la mia pelle ed io gridò di dolore. Con l'altra mano scende sempre di più e sento dei brividi di paura diffondersi in tutto il mio corpo. Cerco di chiudere le gambe ma i lacci me lo impediscono.

Questo bastardo mi ha legato al letto. Ma quale mente malata lo farebbe?!
Lui.
Credo che CHIAREZZA non sia il tuo secondo nome Milo.
Mi lusinghi.
Mi aiuti per favore?
Ah si, calcio alle palle.
Ma come faccio?! Sono legata!
Avvicinalo al tuo orecchio e grida con tutta la voce che hai, lo stordirai e poi, prima che si ritrae ficca una testa sulla sua fronte.
Sei un genio del male Milo.
Grazie tesoro. Ma adesso MUOVITI.

E così sia. Penso nel modo più veloce a come fare poi, idea. Faccio dei piccoli gemiti, ( chiaramente finti ) e mi dimeno. Lui pizzica più forte i miei capezzoli e gemo dal dolore però.

Che cavolo! Le tette sono le mie!
VANESSA!
Si, scusa.

La sua mano tocca la mia intimità e sento una rabbia bestiale salire e diffondersi in tutte le mie vene. Ma cerco di stare calma e di far continuare il piano. Si slaccia la cintura e non ha le mutande, guardo tutt'altro.

Com'è? Grande?
M I L O !
Era per sapere.

Fa su e giù con la sua mano e il suo fiato si fa sempre più pesante. Si avvicina a me.

No no no. Non doveva finire così Milo!
Infatti no. Perché non è ancora finita. Combatti ragazza! Si astuta!
Tanto facile.

Fa scorrere le sue mani sulle mie braccia fino ad accarezzare le corde con cui mi tiene legata. Cerco di accarezzare il suo palmo e lui con uno scatto fulmineo mi libera subito. Sospiro sollevata, ma non lo faccio vedere. Mi slega una mano.

Da quello che ho capito vuole che gli faccia un po****no.
Si.
Bleh.
Sai come si fa?
Si, credo di .
Invece no.
È questo il momento per parlarne? Sul serio?
Ok, scusa. Vai.

Faccio su e giù con le mani velocemente. Almeno così ho visto fere in alcuni film romantici dove si spingevano un po' troppo. Grazie mamma e papà per non aver controllato che io fossi andata a dormire. Che bei film che vi vedevate.
Tira i miei capelli e me li mette da un lato. Faccio una smorfia a sua insaputa. È da un bel paio di minuti che sto facendo su e giù, e credo che non resisterà ancora a lungo. Lo sento gemere tanto. Sorrido come una scema per quanto siano stupidi-

Ehi!
Ops.

E..sbam! Mi ritraggo velocemente per evitare a mi finisca sopra il corpo e lui fa lunghi respiri.
Si avvicina a me e inizia a baciarmi la pancia coperta dalla camicia.
Lui sembra abboccare all'amo perché con la sua sporca bocca sale e mi bacia il collo fino ad arrivare al mio mento. Si avvicina di più al mio orecchio e morde il lobo.

Adesso!

Mi giro e gridò con tutta la forza che ho nel corpo, ma prima che lui si faccia indietro gli tirò una testata. Cade a terra.

È svenuto?
È svenuto.
E mo?
Fai qualcosa muoviti!

Mi guardo intorno, ma poi mi ricordo che ho le mani slegate. Cerco di slegarmi anche le caviglie e ci riesco. Mi ricompongo ed esco dalla stanza tutta tremolante. Passo attraverso un corridoio minuscolo e mi ritrovo in un'altra stanza. Impaurita apro la porta e sorrido.

Fuori. Sono fuori Milo!
Brava Vanessa!

Mi blocco all'istante sentendo gridare quel depravato. Corro come una furia e mi dirigo verso l'ufficio. Ma la strada sembra diversa. Boh. Corro per più di due ore, ho l'orologio al polso, mi chiedo perché non me lo abbia fregato. Bah. Non è un professionista e si vede. Mi ritrovo davanti un cartello.

New Jersey.

No aspetta cosa..

"NEW JERSEY!!!!" grido.

Calma ragazza.
Siamo in New Jersey cazzo!
Frena le parole.
Milo come faccio a tornare a casa?!
Prendi un aereo.
Ma va?! Grazie mille!
O chiama qualcuno.
Tipo?
Tipo...Dustin.
Ma sei scemo?! Dustin?! Vuoi che mi veda così?
Ma si, scopati anche lui se ne hai tempo.
Milo finiscila!
L'ho detto per dire.

Sbuffo e cammino per strada come un cane abbandonato. Sento una clacson.

"Un passaggio?" Mi chiede un ragazzo.
I miei occhi si illuminano.
"Si grazie!" Entro in macchina. Mi guarda.
"Piacere Percy"
"Piacere Vanessa"
"Dove siamo diretti?"
"Australia"
"Pronti, partenza.." mi guarda.
"Via!"

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