Quando aveva sentito scattare la pesante serratura della porta di metallo, Jeremy era rimasto senza fiato. Non si sarebbe mai aspettato una visita del genere, soprattutto in un posto come quello – un posto che non conosceva e di cui non aveva neppure sentito parlare. Ma poi, vedendo lo sguardo arguto di Ezekiel illuminarsi a tratti nel tremolio dei neon del corridoio, non badò neppure al ghigno sornione che questi aveva dipinto in viso. E lo seguì senza fare domande, deglutì a vuoto, con la bocca impastata e la lingua arsa. Infine, superata una seconda porta di metallo, si lasciò andare a un sospiro.
«Hai allungato le zampe su Daniel Begum» stabilì Ezekiel, continuando a dargli le spalle come se nulla fosse. «E ti sei guadagnato una nota di richiamo per insubordinazione nell'operazione effettuata nelle fogne della Vecchia Washington, un'espulsione dal corpo dell'URC, un isolamento non ben definito...» Solo allora si voltò. Sorrise, sollevò un sopracciglio e guardò Jeremy dritto negli occhi. «Hai fatto incazzare la persona sbagliata, Jeremy Hunt» soffiò. «Non lo sai che non si gioca con le cose degli altri?»
Jeremy si massaggiò le tempie, poi si passò le mani sul viso indolenzito e subito se ne pentì. «Quanto durerà questo schifo?» Chiese semplicemente. Indagare su come facesse Ezekiel a conoscere tutte quelle informazioni, in fondo, sarebbe stato inutile. E lo sapeva, sì, perché lui era una delle spie dell'SRF.
«Non ne ho la più pallida idea.» Fece spallucce, storcendo appena le labbra in una smorfia infastidita. «Ma spero il meno possibile...»
«Lo speri?» Quasi scioccò la lingua. Gli risultava difficile da credere, se non addirittura impossibile. «E perché mai?» Allora lo puntò con lo sguardo, cercò di studiarlo al meglio e perfino d'intimorirlo. Ma le sopracciglia si aggrottarono appena, non riuscirono a corrugarsi sufficientemente.
«Che domande...» Ezekiel scosse la testa. «Ah, forse non ricordi che ogni cosa ha il suo prezzo!»
«Lo ricordo perfettamente» sibilò. E in quel momento lo ricordava più che mai, ammaccato com'era.
«E vuoi comunque chiedermi questo? Vuoi comunque chiedermi quanto durerà il tuo isolamento e quali vantaggi potrei trarne appena tu sarai fuori di qui?» Insistette Ezekiel, quasi divertito.
Jeremy si umettò le labbra, percepì ancora il sapore del sangue e borbottò un: «Non lo so.»
«Lo immaginavo.»
La risposta pronta di Ezekiel gli arrivò dritta al cervello, lo pungolò fino a fargli spalancare gli occhi. «Voglio sapere troppe cose, forse» mormorò allora.
«Immaginavo anche questo» disse. «E vuoi una lista dei prezzi?» Ironizzò. «Scherzo, Jeremy Hunt, scherzo...» lo canzonò con un sogghigno. «Questa volta ho intenzione di essere buono. Chiedimi tutto – nessun giochetto.»
Gli risultava difficile credere all'ultima parte del suo discorso, tuttavia non riuscì a trattenersi. «Daniel...» Si fermò, abbassò appena le palpebre e si corresse: «Il Capitano Begum è qui?»
«No, perché dovrebbe?» Ezekiel ridacchiò piano. «Sei tu che lo ha circuito, no?»
«Non ho circuito nessuno, cazzo» sbottò a denti stretti, prima di ritrovare la calma. Respirò a fondo, poi cercò di riordinare le idee e, senza riuscirci, continuò sulla stessa linea: «Come sta?»
«Bene, ovviamente.»
«È stato richiamato? Declassato?»
«No.»
Jeremy serrò i denti, ma non senza percepire un forte dolore lungo entrambe le arcate. Così allentò la presa, sospirò e si passò di nuovo una mano tra i capelli incrostati di sangue. «Bene» disse.
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Butterfly Theorem
ActionJeremy Hunt ha perso tutto, ogni cosa: non ha un posto dove stare, tantomeno un motivo per continuare a vivere. Ma non è il né il primo né l'ultimo. Sono ancora gli anni Settanta, tuttavia sembra che le lancette del tempo si siano fermate da un pezz...