Seduto sul bordo del letto, con lo sguardo fisso in avanti, Sergej continuava a osservare il volto cereo di Mary Rose. La luce filtrava appena dalle tende schiuse e illuminava il pavimento di marmo, il tappeto, perfino la punta delle sue scarpe lucide. E lo faceva senza prepotenza, in modo quasi inquietante, innaturale, con i toni pallidi e tetri del tipico cielo carta da zucchero che ricopriva la Vecchia Washington. Accanto a lui, una bottiglia vuota di Vodka e il bicchiere sporco.
«Parlami ancora» disse. «Dimmi perché lo hai fatto.» Era un dialogo a senso unico, quello, un dialogo folle e mentale che seguiva le connotazioni di una normale discussione casalinga. Ma nella sua testa si susseguivano le risposte fievoli, morbide:
«Perché tu non volevi farlo.»
«Non volevo toccarti, non volevo sporcarti.» Prese una piccola pausa, scosse perfino la testa. Ebbe come l'impressione di sentire le braccia di Mary Rose attorno al proprio collo, di percepirne il calore avvolgente. E non chiuse gli occhi, no, abbassò appena le palpebre. «Eri così pura, intoccabile...»
«Forse troppo, Sergej. Gli eccessi non sono mai una cosa buona in questo mondo.»
«Lo so, è per questo che non voglio lasciarti andare: sarebbe troppo.»
«Ma lo hai già fatto, ricordi?»
Sergej scosse la testa, disse: «No, non ricordo.» Batté le palpebre, non riuscendo a trattenere le lacrime silenziose che, solcando le stesse linee di quelle già asciutte, scivolarono lungo i suoi zigomi per giungere fino alle guance. «Non ricordo altro che quello che mi hai fatto, Mary...»
«Non ricordi quello che hai fatto a me? Quello che hai fatto a Daniel?»
«Non nominarlo» soffiò. Si massaggiò una tempia, schioccò la lingua e poi tirò su col naso. Afferrò la bottiglia vuota, grugnì e serrò i denti. «Non devi nominarlo, non devi sporcarti ancora. Adesso sei pura, sei di nuovo intoccabile, sei solo mia.»
«E lui è solo tuo?»
«Sì, è solo mio» disse. La voce tremante, un nodo in fondo alla gola. Non ne era affatto certo, perché sapeva quanto Jeremy fosse testardo e come avrebbe cercato di farlo fesso. Tuttavia riponeva fiducia in Ezekiel e questo solo perché conscio del suo malato quanto assurdo attaccamento nel propri confronti. Così storse le labbra e sentì ancora l'eco di Mary Rose nella testa:
«Menti a te stesso, Sergej.»
«Anche tu mi hai mentito.»
«Ma quello è il passato. Lo hai detto tu: adesso sono di nuovo pura, di nuovo intoccabile, soltanto tua.»
«Posso averti sempre con me, osservarti in ogni momento, sapere che nessuno oserà toccarti...» Si alzò dal letto con passo incerto, raggiungendo le coltri blu che aveva tirato per osservare il corpo sotto vetro di Mary Rose. «E questo mi rende felice, Mary.»
«Questo è diabolico.»
«No!» Alzò la voce, digrignò i denti, batté un tacco in terra e si trattenne dal colpire la teca. «No, non è vero! Non è diabolico! È amore, Mary, è soltanto amore!» Sbottò. «Tu lo conosci l'amore? Mi hai mai amato davvero?» Singhiozzò piano, sentendo la propria voce affievolirsi. E non riuscì più a riconoscere il viso di Mary Rose tante erano le lacrime che gli riempivano gli occhi. «Mi hai mai amato Mary?» Si morse le labbra, non riuscendo più a sentire la sua voce. E subito grugnì, perché il bussare alla porta gli fece intendere che qualcosa d'importante doveva essere successo al di là del suo piccolo mondo fatto di naftalina e pazzia.
«Comandante Jackson...» A parlare fu la domestica. «C'è una chiamata per lei da parte della Sede Centrale dell'SRF.»
«Una chiamata per me» soffiò tra sé e sé. Deglutì, si asciugò le lacrime con il dorso della mano e tirò di scatto le tende blu per occultare il corpo di Mary Rose. A denti stretti, dopo aver recuperato la bottiglia di Vodka e il bicchiere, si diresse verso la porta. Fece scattare la serratura per tre volte, infine porse i due oggetti alla domestica e disse: «Arrivo subito.»
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Butterfly Theorem
ActionJeremy Hunt ha perso tutto, ogni cosa: non ha un posto dove stare, tantomeno un motivo per continuare a vivere. Ma non è il né il primo né l'ultimo. Sono ancora gli anni Settanta, tuttavia sembra che le lancette del tempo si siano fermate da un pezz...