감사

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Grazie.

E subito la fobia, come un fuoco che si accende, accelerò il suo battito mandandolo in confusione.

Jimin era pronto a sfogare quell'ansia sul proprio collo, ma gli occhi mandorlati di Yoongi lo stavano bloccando dal graffiarsi.

Non voleva mostrare le sue debolezze a lui, non voleva fargli vedere il mostro con cui doveva convivere ogni giorno.

Passò quindi la mano dal colletto del maglione ad un suo capello color grano, che prese a spostare avanti e dietro l'orecchio.

Nella sua mente aveva un solo obbiettivo, ovvero non farsi del male difronte al ragazzo; così trovò una soluzione: riprendere a parlare con lui, visto che prima ciò era riuscito a scacciare i suoi brutti pensieri.

《È meglio che scegliamo noi il film, altrimenti diventeremo vecchi aspettando.》scherzò, accompagnando la frase con una sua falsa risata, per provargli che non avesse nessun problema nel ridere.

Voleva scagionarsi, quasi fosse in un tribunale e dovesse dare spiegazioni per una sua azione banale; questo perchè era convinto si fosse mostrato fin troppo vulnerabile sul tema della felicità.

Per fortuna riuscì a calmarsi grazie a Yoongi, al quale la sua risata era parsa un po' strana, che rispose ridendo.

Quest'ultimo riusciva a comprendere quanto fosse forzata quell'azione con un solo sguardo, come se non fosse stata fatta per sua volontà, come se qualcuno l'avesse obbligato; sembrava comandato da un burattinaio, che tende i fili per forzare le sue labbra in una mezza luna allegra.

Il maggiore era sempre stato molto bravo ad interpretare il linguaggio del corpo, notando anche la tensione dell'altro, che sfogava sul colletto del maglione.

"Sarà legato ai graffi?"

Si chiese se fossero legati magari ad uno sfogo d'ansia, o chissà forse era solo colpa di un gatto.

Improvvisamente le sue solite paranoie comparvero e si domandò se fosse proprio lui la causa di tutta quella tensione.

In un attimo si sentì a disagio e in colpa, volendo solamente sprofondare in un abisso, fino a scomparire dalla faccia della terra.

Poi però il campanello suonò e lui scacciò via tutto dalla sua testa, saltando in piedi e dirigendosi verso la porta d'ingresso:《Vado io, sono le pizze.》

《Ti aiuto io.》

Non aveva neanche più bisogno di voltarsi, visto che ormai sapeva già riconoscere quella voce acuta e soave fra tutte le altre, così annuì in risposta.

Quelle semplici parole lo avevano fatto esplodere di gioia: voleva passare il maggior tempo possibile con lui e anche qualche manciata di secondi, secondo il menta, avrebbero potuto fare la differenza.

Presero dunque quella che sarebbe stata la loro cena e la portarono in cucina e quando il ragazzo aprì un solo cartone per vederne il contenuto Jimin scoppiò.

Quell'ansia non sprigionata prima si era fin troppo accumulata al suo interno e adesso si sarebbe sfogata sul cibo, tant'è che al solo odore delle pizze al biondino aumentò la nausea; finchè, appunto, non vedendo per intero l'alimento perse le staffe.

La sua faccia abbandonò quel poco di colore che possedeva e il ragazzo dovette poggiarsi al tavolo, perchè la stanza aveva cominciato a girare, mandandolo in confusione.

《Ehy. Tutto okay?》quella voce gli parve lontana e ovattata, come se lui si trovasse sul fondale di un oceano.

Gli era sembrata però anche come un'ancora sul quale poggiare, sul quale fare affidamento per salvarsi da un suo forte attacco.

《Dov'è il bagno?》e subito fu portato nella stanza, in cui non perse un secondo a gettarsi sul gabinetto per rimettere, più che i suoi fluidi, la sua ansia.

Yoongi si era chinato accanto a lui, spostandogli qualche ciocca di capelli dal viso, non sapendo come reagire ad una situazione del genere.

Quando finalmente smise, si sistemò poggiando la spalla sul muro freddo di quella stanza, che scrutò velocemente notando contenesse solo il minimo indispensabile.

Quando i suoi occhi scivolarono sul menta capì che era stato sorpreso in un momento di debolezza e che non aveva nessuna scusa plausibile pronta.

Ed è per questo motivo che decise di raccontargli la verità, anche se non citando minimamente la cherofobia.

Prima che l'altro avesse il tempo di muoversi anche solo di un passo, gli afferò una caviglia con quella poca forza che gli era rimasta: 《Ti prego non dire niente a nessuno. H-ho solo un piccolo problema alimentare.》

Non voleva mostrarsi debole o problematico agli altri, perchè secondo lui avrebbero provato ad aiutarlo, tuttavia non aveva scelta, era disperato.

Stava cercando allo stesso tempo di fidarsi del maggiore, eppure dentro di sè riusciva a scorgere nell'incertezza che gli consigliava di evitare il discorso.

Come se quella fosse una battaglia nella sua mente vinta stranamente dalla fiducia, provò a fidarsi di lui, sperando che mantenesse segreta la cosa; eppure si pentì subito dopo aver parlato.

Di tutta risposta Yoongi non aprì bocca sulla questione, annuendo alla cosa; era preoccupatissimo per la sua salute, ma se questo segreto avrebbe migliorato il loro rapporto non ne avrebbe mai parlato con nessuno.

Aiutò successivamente il minore ad alzarsi dal bagno e i due tornarono dai loro migliori amici come se nulla fosse accaduto.

Nel frattempo Taehyung e Jungkook erano riusciti a scegliere il film: arebbero guardato "It", un grande capolavoro della cinematografia horror.

Il menta non provava nessuna paura nel guardare quel genere, come il suo migliore amico e, scoprì dopo, anche il biondino.

L'unico che scattò per tutta la visione del film fu Taehyung, il quale disperato cercava riparo fra le braccia della sua cotta.

Presero quindi le pizze per mangiarle sul divano, ma Jimin non aveva nessuna voglia di mangiare quel cibo, che vedeva come interiora di qualche bestia maligna; tuttavia si obbligò, per non destare sospetti, ad ingurgitare alcuni bocconi.

Ma, da bravo osservatore qual'era Yoongi, si accorse all'istante di cosa il ragazzo stesse facendo, così gli sussurò:《Se vuoi non mangiarla, la butto io dopo senza dire niente agli altri.》

Il biondino apprezzo moltissimo quel gesto, convinto che invece l'altro avrebbe provato in qualsiasi modo a fargli mangiare tutto quel cibo, per il suo bene.

Era la prima volta che sentiva compreso da qualcuno in tutta la sua vita ed era anche la prima volta che qualcuno non cercava di aiutarlo, assecondando soltanto le sue scelte.

Ed era anche la prima volta che, anche se solo per qualche decina di minuti, si dimenticava della sua fobia.

《Grazie.》sussurrò.

∬cнєяσƒσвıα∬ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora