내가 도와 줄게

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Ti aiuterò.

Il biondino si portò le ginocchia al petto, con le lacrime che gli scivolavano sul viso violentemente.

L'unica volta che alzò gli occhi fu per ammirare il lago, che quel giorno sembrava davvero bello: sull'acqua cristallina si specchiava la luna, la quale era piena e d'un bianco candido che riusciva a infondere una certa atmosfera all'acqua.

Alle sue spalle Yoongi arrivò silenziosamente ed ammiro la stessa scena, per poi avvicinarsi al ragazzo e sedersi poco distante da lui.

Finalmente l'altro si accorse della sua presenza, sobbalzando anche per lo spavento, e strisciando lontano da lui.

Non capiva cosa fosse venuto a fare lì e di conseguenza, visto che le parole non riuscivano più ad essere pronunciate, il suo corpo parlò, allontanandosi da quella figura che gli aveva procurato in così poco così tanto dolore.

Girò anche il suo viso, lasciando alla vista solo le spalle e si asciugò con le maniche le lacrime, nonostante queste continuassero a non cessare.

《Scusa per quello che ho detto.》

Si voltò di nuovo verso di Yoongi, osservandolo guardare pensieroso il lago, con un velo di rossore sulle guance.

La sua persona infondeva una tale tranquillità al minore, quasi gli ricordasse qualcuno.

La sua paura, procurata dalla possibilità di essere aiutato contro la sua volontà, si tramutò velocemente in rabbia, che vedeva come unica valvola di sfogo il menta.

《Tu non sai che cazzo significa avere la fottuta cherofobia! Non lo sai cazzo!》urlò, ancora singhiozzante.

Subito si tappò con le mani la bocca, rendendosi conto di aver parlato veramente troppo; eppure dentro di sè sentiva che quello fosse un bene, riuscire a parlarne con qualcuno, a sfogarsi, a non rendere vani i suoi pensieri.

Per la seconda volta si stava confidando a lui su qualcosa di intimo e personale.

Era rimasto convinto che Yoongi sarebbe stato per sempre un estraneo, di certo non qualcuno a cui parlare della cherofobia.

In silenzio fissò l'erba sotto i suoi piedi che si muoveva, cullata dal vento freddo della serata.

Sentì poi una mano poggiarsi sulla sua schiena e poco dopo trovò il maggiore accanto a lui.

《Mi dispiace tanto.》

E Jimin in quel momento si sentì un debole nel scoppiare in un forte pianto fra le braccia di una persona che conosceva appena.

Si sentì però anche più calmo racchiuso in quell'abbraccio, con le narici inebriante del suo odore e la faccia schiacciata sul suo petto.

Il menta invece era rimasto pietrificato: non avrebbe mai immaginato che Jimin potesse contenere dentro di sé tutto quel dolore.

Sapeva già cosa fosse la cherofobia, e - bene o male - riuscì a darsi una risposta su tutti i suoi comportamenti insoliti, sui graffi e sull'alimentazione.

Non sapeva da cosa fosse stata causata o come riuscisse a sopportarla e sicuramente non gli avrebbe domandato niente, perchè non gli voleva sembrare invadente.

Pensò solo che dovesse veramente passarsela male, visto che stava piangendo fra le sue braccia, mentre qualche minuto prima gli aveva solo urlato contro.

Finalmente, una manciata di minuti dopo, la calma regnava di nuovo.

Il biondino aveva smesso di piangere ed era convinto che dovesse dare almeno un minimo di spiegazione all'altro, che era riuscito a calmarlo con la sola presenza; ma fu preceduto.

《Scusami...》

《Non sei tu a doverti scusare, ma io.》sospirò, per poi spiegargli brevemente la sua fobia.

《Potremmo allora rimanere amici..?》chiese Yoongi, a fine discorso.

Stava provando con tutto sé stesso ad instaurare un qualsiasi rapporto con lui, che non aveva negato quella richiesta.

《Forse dovremmo tornare alla festa, Taehyung sarà in pensiero...》

《Tranquillo è in buone mani, si trova con Jungkook...》 e ridacchiò, raccontandogli la scena vista in bagno e lasciandolo di stucco.

"Avrà bevuto parecchio" pensò il biondino, trovando l'alcool come unica scusa plausibile.

《Meglio così, sai lui piace a Tae.》

《Non ci credo! Anche Kook!》

Finita quella piccola conversazione sui loro migliori amici, il maggiore si alzò sporgendo una mano per aiutare l'altro.

Camminarono poi in silenzio durante tutto il tragitto, che sembrò non terminare mai.

Il rumore più forte che si sentiva, era quello dei loro pensieri che continuavano ad aumentare sempre più.

Yoongi stava ancora metabolizzando tutto l'accaduto, provando da quel momento sempre un po' di ansia nel fare qualsiasi cosa che magari potesse allarmare l'altro.

E Jimin invece riusciva solo a ripensare alla sensazione di protezione che lo aveva tanto calmato fra le sue braccia, che non provava da veramente troppo tempo.

Era anche rimasto sorpreso dalla reazione positiva - per così dire - dell'altro riguardo la sua più grande paura.

Qualcuno l'avrebbe subito etichettato come pazzo e sicuramente sarebbe scappato da lui; ma non Yoongi.

Arrivarono dopo un po' a destinazione e il biondo decise di tornare a casa sua, salutando il menta che invece era tornato alla festa per portare via il suo migliore amico.

Rientrato, ritrovò sul divano Jungkook e Taehyung intenti ancora a baciarsi, probabilmente dettati da una grande sbronza.

Gli invidiò per qualche secondo, finchè non si avvicinò a loro interrompendo quel teatrino che - a loro fortuna - nessuno aveva visto.

《Kook dobbiamo andare a casa, è tardi, saranno le cinque.》

Il corvino si guardò attorno spaesato, finchè non fu trascinato alla porta dal menta, con Taehyung che gli seguiva appoggiandosi ai muri pur di non cadere.

《J-jimin?》chiamò il moro, cercando il suo amico.

《È tornato a casa...》

E il minore, ancora intontito annuì, ributtandosi sul divano e guardando attorno a sè la marea di disordine nella casa.

Detto ciò Yoongi uscì di corsa, fermando Jungkook dal guidare la moto verso una morte certa, viste le sue condizioni.

Si fece dare le chiavi e i due  indossarono i caschi.

《Giuro che se ci ferma qualcuno io te la faccio pagare.》e poi sfrecciò via, verso casa del maggiore.

∬cнєяσƒσвıα∬ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora